Reagan è scomparso, ma il Nicaragua non dimentica. E i morti ringraziano.

Ronald Wilson Reagan, là¢â‚¬â„¢uomo che passàƒÂ² da oscuro attore di quinta categoria a governatore della California prima e presidente degli Stati Uniti poi, dopo la sua morte, avvenuta sabato 5 giugno a Los Angeles, lascia in ereditàƒ migliaia di vedove e di orfani, unà¢â‚¬â„¢estrema povertàƒ e morte in vari Paesi dellà¢â‚¬â„¢America Latina: Argentina, Grenada e Nicaragua, solo per menzionare i più noti. Reagan fu là¢â‚¬â„¢uomo che olimpicamente disprezzàƒÂ² il Tribunale Internazionale di Giustizia dellà¢â‚¬â„¢Aja, per collocarsi, con i suoi “paladini della libertàƒ ” della genocida guardia somozista, non al margine della legge, nàƒÂ© al di sopra, ma contro la legge.

Questo articolo di Carlos Escorcia Polanco Ã¨ stato pubblicato su “El nuevo diario”, quotidiano nicaraguenze (7/6/2004). Titolo originale: “PràƒÂ²cer que sembràƒÂ² Nicaragua de tumbas , làƒ grimas y miseria” (tradotto e pubblicato in Italia da Adista – Nà‚°46 del 19 giugno 2004)


Violazione dopo violazione

In effetti, la politica di Reagan contro il Nicaragua, costituiva una violazione alle leggi statunitensi come quella dellà¢â‚¬â„¢Emendamento Boland – dal senatore Edward Boland, democratico del Massachussetts – che proibiva ogni aiuto ufficiale da parte degli Stati Uniti, diretto o indiretto, scoperto o coperto, che avesse come obiettivo là¢â‚¬â„¢abbattimento della Rivoluzione Popolare Sandinista. Lo scandalo Iran-contras, di cui non parlano mai i “settori democratici”, che quasi distrusse la sua presidenza, lo conferma.

La politica di Reagan costituiva una violazione della Legge di Neutralitàƒ Nazionale (National Neutrality Act), che proibisce agli Stati Uniti di fare la guerra o intervenire in modo ostile contro un altro Paese con cui la Casa Bianca intrattiene relazioni diplomatiche, o contro il quale non esiste una dichiarazione di guerra da parte del Congresso nordamericano, unico autorizzato costituzionalmente ad autorizzare la guerra.  Le mine ai porti nicaraguensi autorizzate da Reagan contro il governo sandinista del Nicaragua, e piazzate dagli uomini rana della Cia, costituiva una violazione del Trattato di Amicizia, Commercio e Navigazione del 1956, sottoscritto da entrambi i Paesi; e costituiva anche una violazione del Diritto Internazionale Consuetudinario.

Eredi patologici di un “procero”

Ronald Wilson Reagan, là¢â‚¬â„¢uomo che perseguitàƒÂ² sempre uno dei più illustri cittadini degli Stati Uniti, il reverendo Martin Luther King, premio Nobel per la pace 1967, lasciàƒÂ² là¢â‚¬â„¢amaro in bocca ai veri difensori della democrazia in America Latina. Solo le dittature militari di estrema destra o i simpatizzanti del fanatismo anticomunista – ereditàƒ ideologica patologica del somozismo nicaraguese e dei suoi autodenominatisi “settori democratici” – videro in Reagan un “procero” che in realtàƒ seminàƒÂ² di tombe, di miseria e di lacrime la nazione nicaraguense. Migliaia e migliaia di nicaraguensi si dibattono nelle miseria estrema e nella sofferenza da quando i “combattenti della libertàƒ ” di Reagan sono tornati al potere in Nicaragua. Lo testimoniano le migliaia di vedove, le migliaia di orfani, insieme ai tassi di povertàƒ degli anni à¢â‚¬Ëœ80, che ha lasciato il posto alla fame e alla miseria.

Megasalari di una Amministrazione inetta

I megasalari di una Amministrazione inetta, dove i nuovi ministri, laureati nelle migliori universitàƒ nordamericane, non sono capaci neppure di velocizzare la consegna di un qualsiasi documento amministrativo che il pubblico richieda, conferma solo che il ritorno della narco-democrazia Arnoldo-somozana in Nicaragua, grazie alla “rivoluzione” reaganiana, non ha portato alcun progresso al popolo nicaraguense.  Secondo là¢â‚¬â„¢Indice di Sviluppo Umano delle Nazioni Unite, il Nicaragua è passato dalla posizione numero 60 del 1990 alla posizione numero 127 del 1997, molto più indietro di numerosi Paesi africani. Il tasso di analfabetismo, delinquenza, prostituzione e disoccupazione è tornato ai livelli storici “normali” prima del 1979. In Nicaragua si sono recuperate “libertàƒ ” e “democrazia”. E insieme al ritorno della ex-guardia di Miami, sono anche ritornati il morbo e la magia del libero mercato che tanto predicàƒÂ² Reagan.

Là¢â‚¬â„¢attuale “libertàƒ ” ha portato miseria e droghe

Attualmente noi nicaraguensi siamo cosàƒÂ¬ liberi che la salute è una merce, là¢â‚¬â„¢educazione è una merce e sembriamo là¢â‚¬â„¢Est di Los Angeles, con comitive di turisti agli angoli dei ristornanti McDonaldà¢â‚¬â„¢s e belle ragazze in minigonna che offrono le loro bellezze, intonando un inno a questa “economia sociale di mercato”.  Attualmente i narcos, che avevano luce verde per introdurre la cocaina negli Stati Uniti dallà¢â‚¬â„¢aeroporto di Ilopango, per andare a venderla a Los Angeles e finanziare con i loro guadagni la lotta per la “libertàƒ ” in Nicaragua, passeggiano per Bluefields, come Pedro a casa sua. Grazie Ronald Reagan per quello che hai fatto alla mia amata Nicaragua.  Ronald Wilson Reagan, il 40.mo presidente degli Stati Uniti, ormai è giàƒ di fronte al grande Giudice dellà¢â‚¬â„¢Universo. Che spiegazione daràƒ a Dio questà¢â‚¬â„¢uomo per il martirio che ha imposto con sangue e fuoco al popolo del Nicaragua? Di fronte a Dio non potràƒ argomentare che non riconosce la giurisdizione del Tribunale Celeste come fece con il Tribunale Internazionale di Giustizia nella cittàƒ olandese dellà¢â‚¬â„¢Aja per evadere il verdetto del Diritto Internazionale Consuetudinario. Gli serviràƒ poco argomentare davanti a Dio che Violeta Chamorro “ha ritirato le imputazioni a mio carico e mi ha perdonato i 17milioni di dollari che dovevo al popolo del Nicaragua”. A nulla gli serviràƒ dire: “peràƒÂ², Padre Eterno, ho lottato contro il comunismo in Nicaragua. Ora làƒÂ¬ cà¢â‚¬â„¢è la democrazia”.  Il Padre Eterno molto probabilmente gli risponderàƒ : “questa è stata la stessa scusa che mi ha presentato un tuo grande amico del Nicaragua (Somoza, ndt), quando venne qui da AsunciàƒÂ³n, Paraguay, nel 1980”.  Il Padre Eterno, come nella parabola del Ricco e di Lazzaro di cui ci parla Gesù (“Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro” (Lc 16,19), forse risponderàƒ a Ronald Wilson Reagan: “Ti ho inviato il mio servo Martin Luther King, e invece di ascoltarlo ti sei dedicato a calunniarlo in vita per dichiarare, una volta morto, il suo compleanno festa nazionale”. Dà¢â‚¬â„¢altro canto il Padre Eterno diràƒ : “Il sangue degli innocenti grida verso di me dalla terra chiedendo giustizia”. Poi, Dio, forse proseguiràƒ con il suo giudizio implacabile: “ti ho anche inviato il mio servo dom Helder CàƒÂ¡mara, dal Brasile, per spiegarti la mia posizione sul comunismo: à¢â‚¬ËœSe do da mangiare ai poveri mi chiamano santo; se chiedo le cause della loro povertàƒ , mi chiamano comunistaà¢â‚¬â„¢”.

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