ARRIVA BUSH E LA GENTE NON SA COME ANDARE AL LAVORO

L’arrivo del presidente degli Stati Uniti Gorge W. Bush a Dakar, è la prima tappa di un viaggio che lo porterà nel corso di cinque giorni in altrettanti Paesi africani [dopo il Senegal, in Sudafrica, Botswana, Uganda e Nigeria]. Racconta una fonte della MISNA, raggiunta telefonicamente nella capitale senegalese: “I giornali, in particolar modo quelli dell’opposizione, titolano: ‘Dakar è in stato d’assedio’.


In realtà , però, non si vede in giro molta polizia più del solito, anche se oggi la città sarà completamente bloccata dalle 5:00 del mattino fino alla fine della visita di Bush, che dovrebbe protrarsi almeno fino a metà pomeriggio”. C’è molta attesa per il discorso che il capo di Stato Usa dovrebbe pronunciare a Gorée, l’isola sulla quale venivano ammassati gli schiavi catturati dai negrieri per essere spediti nel ‘nuovo mondo’. “I giornali locali – dice la fonte della MISNA – hanno parlato, a proposito di questo discorso, di un’operazione di ‘marketing politico’ verso i neri americani in vista delle elezioni politiche dell’anno prossimo negli Stati Uniti. Gorée, insomma, almeno a sentire l’opposizione senegalese, è soltanto un simbolo che gli Usa e il capo di Stato locale, Abdoulaye Wade, hanno deciso di utilizzare in modo strumentale ai loro interessi”. L’opposizione al governo di Wade – in carica dall’1 aprile 2000 – ha inscenato ieri una manifestazione di piazza per protestare contro la politica dell’intervento preventivo adottata a livello internazionale dall’amministrazione Usa e contro i due veri scopi della visita di Bush in Senegal: “Il primo consiste nell’installare una postazione militare Usa nel Senegal”, spiega il nostro interlocutore. “Il secondo riguarda invece la richiesta d’impunità per i soldati statunitensi di fronte alla Corte penale internazionale”. I cittadini di Dakar, tuttavia, sembrano più preoccupati da questioni pratiche che non dai disegni politici dell’amministrazione Bush e del presidente Wade, il cui consenso sta scendendo in modo consistente. “L’attuale capo di Stato senegalese – conclude la fonte della MISNA – si era presentato con un programma ambizioso di rilancio economico del Paese. Invece, nella campagne è esplosa la crisi alimentare mentre Wade è costantemente impegnato all’estero nel tentativo di dare lustro a un governo che in patria cigola. Gli abitanti di Dakar, insomma, sembrano più pensare a questo, e a come poter fare ad andare al lavoro tra poche ore, con le strade e le autostrade chiuse, che non alle ragioni politiche che hanno spinto Bush fino in Senegal”.

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