Il Papa: l’uomo custode della Terra


[di Giancarlo Zizola]

Nell’Angelus domenicale il Papa ha dato una pubblica investitura alla delegazione della Santa Sede alla Conferenza di Johannesburg. Più che nelle precedenti Conferenze, la Santa Sede punta su questo appuntamento per affermare la sua visione di una
globalizzazione nella quale l’economia non prevarichi sugli interessi dell’umanità complessivamente intesa, inclusa quella futura. Alle critiche neomaltuhusiane, sostenute da Giovanni Sartori, sulle carenze degli argomenti deduttivi della gerarchia vaticana contro il controllo artificiale delle nascite, la risposta del Vaticano è di nuovo una chiamata in causa delle carenze politiche nella salvaguardia degli equilibri ecologici: il tentativo di fare del cardinale Ratzinzger il capro espiatorio del buco dell’ozono e della pandemia dell’Aids sarebbe una cortina fumogena troppo effimera, secondo il Vaticano, per occultare le responsabilità delle emissioni industriali e delle rapine a man bassa delle materie prime del Sud mondiale. Accessi all’acqua e sviluppo delle aree rurali sono i cavalli di battaglia del Vaticano a Johannesburg. Ma la piattaforma preparata a sostenerli, in un Rapporto di 150 pagine, integra due postulati innovativi rispetto alle posizioni teologiche tradizionali: il primo è l’idea dell’uomo come custode della terra, non come padrone. àˆ il passaggio da una lettura antropocentrica a una lettura ecologica, olistica e interdipendente del libro della Genesi. In questo campo vi è una reale convergenza tra le posizioni vaticane e quelle dei documenti elaborati per Johannesburg dal
Consiglio ecumenico delle Chiese e dalla Conferenza delle Chiese europee, nello spirito della Carta ecumenica di Strasburgo approvata nel 2001, per impegnare i cristiani in una «qualità della vita
responsabile e sostenibile, in contrapposizione alla logica economica e alla costrizione del consumismo». Il Rapporto vaticano mette poi l’accento sulla destinazione universale dei beni della terra, come
chiave di volta della questione ecologica: i beni della terra – per esempio, l’acqua – sono stati creati per tutti e non per essere a disposizione solo di una minoranza di abbienti. Non vi è un diritto illimitato alla proprietà che autorizzi il possidente ad accrescere senza fine la sua. Sul diritto di proprietà deve prevalere il diritto
alla vita che non è un diritto di alcuni, a scapito degli altri, ma è un diritto di tutti. Per questo la delegazione vaticana alla Conferenza è decisa a battersi perché venga adottato il criterio dello sviluppo «sostenibile» nel senso di uno «sviluppo umano integrale», che
implica l’obbligo di usare le risorse ambientali in modo egualitario, anche per non pregiudicarne l’accesso alle future generazioni, e si lasci alle spalle il consumismo patologico e gli eccessi dell’ipersviluppo.

Be the first to comment on "Il Papa: l’uomo custode della Terra"

Leave a comment