La tirannia del liberismo


Un’abbondanza imposta. Un mercato solo apparentemente libero, in cui le risorse e i flussi economici si stanno concentrando nelle mani di pochi. Non è l’analisi di un sociologo, ma di un fisico teorico, Luigi Sertorio, che nel suo libro “Storia dell’abbondanzaâ€Â� [Bollati Boringhieri, 2002] spiega quanto lo stile di vita a cui ci stiamo abituando sia in realtà insostenibile. Innanzitutto per noi.

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La tirannia del liberismo

di Emanuela Citterio [e.citterio@vita.it]

23/08/2002

Intervista a Luigi Sertorio

Vita: ‘Il consumismo è la malattia di questa collettività ‘ si legge nel suo libro. Eppure c’è chi sostiene che più consumiamo più aumenta il benessere. E che quando il benessere aumenta per qualcuno aumenta per tutti.
Luigi Sertorio: Chi sceglie di consumare di meno viene immediatamente attaccato come individuo perfido, che frena lo sviluppo. Questo è quello che la nostra società ci induce a pensare. Ed è una gigantesca menzogna. Il modo in cui stiamo consumando le risorse è profondamente irrazionale, anche da un punto di vista scientifico. Tanto per fare un esempio ovvio, l’acqua che sprechiamo noi inevitabilmente viene sottratta a qualcun altro. E questo vale anche per la teoria dei consumi. C’è chi dice convinto che la salvezza dell’Africa sono internet e il cellulare per tutti e che tutta la Cina dovrebbe motorizzarsi. Eppure stiamo sperimentando la qualità dell’aria che respiriamo nelle nostre città ! Pensiamo solo per un attimo cosa accadrebbe se un miliardo di cinesi dovesse consumare come stiamo facendo noi. Basta fare quattro calcoli grossolani sulle risorse petrolifere… dopo un mese di petrolio non ce n’è più.

Vita: Cos’è allora lo sviluppo?
Luigi Sertorio: C’è un equivoco di fondo, che identifica il progresso dell’uomo con le tattiche dell’economia malata basata sul consumo. Il fatto che il bene di pochi uomini che tengono le redini dei consumi faccia il bene di tutti è una pietosa bugia. L’ingigantimento del flusso consumistico porta piuttosto all’accumulo del flusso del denaro in centri sempre più ristretti. Il consumismo fa sì che una stessa persona accumuli il controllo su diversi settori produttivi. A un certo punto però questo individuo è costretto a creare uno staff di persone che decidano e governino. Ciò che alcuni chiamano liberismo altro non è che burocrazia. Il buocrate è uno che fa cose che non capisce e non sa. Non c’è da stupirsi che ci siano stati dei collassi gravissimi nell’Unione sovietica, che era governata dai burocrati. E che stiano avvenendo adesso nel mondo occidentale con collassi come quello della Enron. Questa grande macchina della produzione globale è sempre più nelle mani della burocrazia, che crea strutture molto immobili e di per sé molto fragili.

Vita: Dalle sue teorie si deduce che con l’aumento dei consumi è diminuita in modo paradossale la qualità della vita…
Luigi Sertorio: Assolutamente. Tutti noi abbiamo assaggiato buona frutta, della carne genuina. Eppure ci siamo abituati a consumare scatolette e coca cola. La proposta consumistica è attraente, in realtà fa bene a colui che vende, che controlla. In realtà è possibile vivere meglio consumando molto meno. L’alternativa non è, come vuol far credere qualcuno, fra l’essere consumatori e il morire di fame. Chi sbandiera la parola liberismo richiama l’idea di libertà e quindi stimola nel cervello degli ascoltatori una scintilla di simpatia. Ma il liberista di oggi è un tiranno che ci rende schiavi di bisogni indotti.

Vita: C’è un vero e falso libero mercato?
Luigi Sertorio: Le rispondo con un esempio. Qui a Torino andiamo al mercato di via Madama Cristina, nel quartiere San Salvario. Ci vanno tutti, dagli immigrati alla media borghesia torinese. C’è la bancarella con i broccoletti freschi, quelli meno freschi, si sceglie. Questo è il concetto vecchio agreste di mercato. Basta andare qualche metro più in là alla pompa della benzina. Questo possiamo ancora chiamarlo libero mercato? La distribuzione dell’energia, che è una delle cose più importanti per la nostra esistenza collettiva, non è per niente libera. Non è vero che posso scegliere nel libero mercato. Gli erogatori di petrolio sono tre o quattro uomini al mondo. Chi comanda il mercato oggi è quello che ha la capacità di controllare l’erogazione dei pozzi petroliferi, mentre invece la nostra visione bella e ingenua di mercato è quello delle erbette e dei broccoletti più o meno freschi.
Per quanto riguarda il flusso del denaro il produttore è sempre più unificato e il consumatore sempre più omologato. Quando uno viaggia trova sempre più o meno le stesse cose, la coca cola è universale, le scatolette di alimenti conservati sono le stesse dappertutto.

Vita: Il progresso scientifico non ci ha aiutato a vivere meglio?
Luigi Sertorio: Il progresso del pensiero è qualcosa di meraviglioso che appartiene all’uomo. Il problema è quando si passa dalla conoscenza all’uso tecnologico messo in vendita, quello che fa arricchire certe persone e che fa anche distruibuire dei prodotti che l’uomo compra e utilizza. Il problema è che molta gente, e in primo luogo gli economisti liberisti, non sanno distinguere fra quello che è vero progresso scientifico e la messa in opera di un apparato di produzione e smercio. Per fare un esempio: l’aeroplano è una meraviglia della tecnica, sicuramente una conquista dell’intelligenza dell’uomo. Se però lo stesso aeroplano lo uso per andare a bombardare dei poveri individui disperati… beh c’è una bella differenza.
Un altro punto considerato con emotività : la biologia e la genetica. E’ vero che devono essere assolutamente libere di andare avanti nel progresso del pensiero ma questo non vuol dire che debbano essere assolutamente liberi quegli individui che ne utilizzano incautamente a scopo di profitto le scoperte. La scienza deve essere libera totalmente, ma non deve essere libera per niente l’applicazione brutale e inconsapevole dei suoi risultati.
Da sempre c’è chi inventa, pensa e chi utilizza le invenzioni per il male. Sin tanto che le invenzioni avevano una portata piccola, il male uso aveva una portata piccola. Con l’ingigantimento di alcuni processi, della chimica prima e della fisica nucleare dopo, il mal uso è diventato sempre più pericoloso e sempre più globale. Personalmente, mi sta molto a cuore non lasciare che si identifichi il progresso del pensiero umano, che è inarrestabile, con l’uso molto ignorante e prepotente che alcune persone ne fanno.

Vita: Il problema quindi è l’utilizzo della teconologia?
Luigi Sertorio: Non solo. Alla radice dell’irrazionalità con cui stiamo gestendo il progresso c’è una profonda ignoranza. Per assimilare e comprendere i cambiamenti l’uomo ha bisogno di tempo. Ma i progressi tecnologici sono stati troppo veloci e hanno avuto un impatto fortissimo. Un esempio: all’inizio della seconda guerra mondiale la fisica nucleare è conosciuta da pochissimi uomini di grande genio. In tre anni si passa da ricerche di laboratorio a qualcosa di potenza inusitata come la bomba atomica. Ciò ha portato a confrontarsi con conseguenze gigantesche. In una battaglia ai tempi di Napoleone capitava che 60 mila uomini morissero in una battaglia, un numero di persone paragonabile a quello di Hiroscima e Nagasaki. Ma dire che è la stessa cosa appare folle a chiunque ci ragioni onestamente. Il fatto che in pochi secondi persone che passeggiavano tranquillamente per la strada siano state spazzate via è qualcosa che va al di là , oltre che dell’etica, della nostra comprensione mentale.

Vita: Quali sono le implicazioni di un uso irrazionale della teconologia?
Luigi Sertorio: Ho seguito tutta la storia della meccanica quantistica. La fisica nucleare è una delle conquiste più belle e più brillanti, però fare le bombe e dire che le bombe sono una grande furbizia no. Siccome la fabbricazione e la manutenzione delle bombe atomiche costa carissimo si è dovuto inventare che ci sono dei nemici. Ed ecco che l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti hanno cominciato a dire che l’altro era il cattivo: gli Stati Uniti hanno fabbricato 60mila bombe e la Russia esattamente 60mila. E’ razionale questo? Un altro esempio: la teoria del controllo è un bellissimo campo della matematica. Il controllo viene usato soprattutto per produrre missili con sempre maggiore precisione. Potrebbe essere usato per altre cose. Viene usato anche per la sicurezza delle automobili. Ma è usato in misura di gran lunga maggiore per fare quel missile che uno lo lancia e il missile furbissimo centra un bersaglio di poche spanne a grande distanza. Ecco, allora dico che la teoria del controllo è bella, fare missili che ammazzano la gente no. Oltretutto, su larga scala, bisogna inventare il concetto di terrorista perché il missile super preciso che porta una carica esplosiva tutto sommato limitata colpisce bersagli individuali. E allora bisogna dire che i cattivi sono individui, terroristi.

Vita: Lei dedica un capitolo del suo libro all’energia solare, ma sostiene che non siamo ancora capaci di utilizzarla. Che alternative ci sono allora per quanto riguarda le risorse energetiche?
Luigi Sertorio: L’uso dell’energia solare come è praticato dalla biosfera, è di un’intelligenza strabiliante. L’uomo ha imparato a usare l’energia strumentalmente da un paio di secoli. Ma anche qui bisogna stare bene attenti all’uso che se ne fa. La natura da due miliardi e mezzo d’anni ha sviluppato un modo di sviluppare l’energia solare, e noi scienziati siamo ben lungi dall’aver capito le astuzie che la natura ha adottato.

Vita: Anche i Paesi cosiddetti in via di sviluppo sembrano rincorrere i nostri modelli di consumo…
Luigi Sertorio: A volte succede quando arriva il turismo. Ho costatato più volte che nel giro di pochi anni persone che prima conducevano una vita semplice tramandando i grandi valori della propria cultura si trasformano in consumatori. Si adattano a mangiare schifezze, a vivere in case molto meno belle, ad assoggettarsi a rumori molesti. C’è questa proponsione ad amare qualcosa che ci fa male, e che ci viene raccontata come qualcosa che ci fa bene. E’ curioso, ma nell’uomo c’è questa tendenza: quando arriva una droga la vuole assaggiare. E il consumismo è una droga che fa sicuramente male, sarà devastante su scale del tempo lunghe per la specie umana eppure sembra irresistibile. Eppure ci vuole una grande intelligenza per sciacquarsi di dosso il consumismo. Sono convinto che il consumismo è la droga dei deboli. Tra l’altro non è detto che non essere sia consumista sia un miserabile pezzente. L’alternativa non è essere consumatori o morire di fame. Uno può essere non consumista e stare benone.

Vita: Quali sono i vantaggi del riciclare piuttosto che del rottamare, se possono essere due filosofie di vita contrapponibili?
Luigi Sertorio: Riciclare è un termine molto sbagliato. Riciclare certe cose può essere ancora più distruttivo. Prendiamo le immondizie: l’uomo moderno le produce a un ritmo spaventoso. Uno dice: “facciamo un buco per terra e nascondiamoleâ€Â�, l’altro dice “no, ricicliamole utilizzando processi chimiciâ€Â�. Esaminando le conseguenze di entrambe le soluzioni capiremo che il punto e non produrre immondizia. Il bivio a cui siamo costretti deriva da una situazione malata. La nostra società consumistica è un malato terminale a cui si chiede se preferisce rottamare o riciclare. Io mi ribello a questa alternativa: preferisco non produrre schifezze. La maggioranza di immondizie che l’uomo moderno produce gli sono imposte. L’80 per cento della posta che mi viene messa nella posta non l’apro nemmeno, è immondizia. A chi giova tutto ciò? A un macchiario oscuro e misterioso che guadagna soldi a stampar carta, la cui distruzione, sia che venga bruciata che riciclata, è un danno per l’ambiente.

Vita: Bisognerebbe utilizzare le cose fino all’ultimo?
Luigi Sertorio: E’ necessario imparare a usare bene le cose. A volte si cambiano cose che avrebbero ancora vita lunghissima. Bisognerebbe che la gente cominciasse a capire. A volte l’uomo preferisce sonnecchiare anziché pensare perché pensare costa fatica. Che poi non è vero, perché pensare è la cosa più bella che ci sia.

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