Il terzo millennio è iniziato.


Il terzo millennio è iniziato.

Si è scoperto che viviamo in un mondo dove i pazzi comandano e la loro follia è tanto potente che fa ammattire anche le mucche. Un posto dove l’uranio lo sistemano nei proiettili anticarro per rinforzarli, ma lo fanno anche volare sugli aerei di linea come zavorra per la stabilizzazione del veicolo. Per fortuna c’è una gran parte dell’umanità che è stata colpita da una contro-follia salutare. E questa follia ha contagiato anche noi e 10 mila pazzi si sono ritrovati a Puerto Allegre: sono arrivati da tutto il mondo e hanno decretato di fare cose impossibili come dar da mangiare ai bambini del terzo mondo e salvare la biosfera, le balene con gli occhi tristi e gli ultimi ribelli indios. Il contro-morbo dei pazzi ci porterà a fare cose assurde, da scriteriati. Volete un esempio? Basta con le auto che usano carburanti minerali.
Mettiamo del gas nei vetri delle finestre, il sole lo farà ammattire e lui produrrà corrente elettrica che poi useremo per comprimere l’aria e farci andare le automobili. Si’: automobili ad aria compressa. Assurdo? No, non credete a chi vi dice che servono progetti seri per risolvere i grandi problemi del pianeta. Si tratta di problemi che non sono seri ma demenziali, causati dall’annichilimento del buon senso e solo progetti incredibili possono risolverli. I vetri che producono elettricità esistono già da qualche anno. Li ha realizzati un centro di ricerche del governo svizzero. E l’auto ad aria compressa la stanno producendo in Francia: 6 posti, 110 chilometri all’ora, 200 chilometri di autonomia, ricarica in pochi minuti, costo dell’auto: 18 milioni, costo per 100 chilometri: 2000 lire. Esiste in 3 versioni: auto (monovolume), camioncino e pulmino.
Speriamo di riuscire a metterla in vendita entro la fine dell’anno, grazie al Gruppo d’acquisto di Alcatraz, con i vetri svizzeri e degli aggeggi congolesi che li infili nella benzina e la benzina diventa meno inquinante perché si spaventa! E da luglio l’olio di colza sarà commercializzato con due fragranze: violette primaverili oppure braciolina di maiale con l’aglio. Non vogliamo soltanto che andiate in giro: vogliamo anche che vi facciate una risata ogni volta che vi chiedono a che cosa va la vostra auto. Ma non sarà una battaglia da giocare sottogamba, in surplace, perché stiamo scontrandoci con dei giganti che non si fermano davanti a nessun discorso di morale e che anzi, al sentir pronunciare “aria pulita”, “salute dei cittadini”, s’imbestialiscono come tori infilzati da centinaia di banderillas. Ormai è risaputo: il profitto regola e condiziona la nostra vita, ma anche la nostra sopravvivenza.
Per farvi un esempio, non più tardi di un paio d’anni fa, lo stato della California ha indetto una specie di gara fra tutte le case produttrici di automobili che operano in quello stato; alla competizione erano invitate anche le imprese straniere. Il bando del concorso suonava più o meno così: chi riuscirà a proporre un’automobile che, usando propellente non inquinante, sarà in grado di percorrere il maggior numero di chilometri con la massima autonomia (cioe’ non dovendosi fermare troppe volte per il rifornimento) e riuscirà a produrre una velocità superiore ai 100 chilometri orari, riceverà in premio la commissione di produrre nello stato della California auto per qualche migliaio di esemplari. Nello stesso tempo il Governatore e il suo staff si impegnavano a realizzare un formidabile battage pubblicitario per incitare i cittadini di tutto lo stato ad acquistare quelle macchine, realizzando così una straordinaria campagna contro lo smog. La California sarebbe diventata il territorio o lo stato con l’aria meno inquinata del mondo!

Il concorso è partito. Alla gara sono stati presentati molti progetti davvero rivoluzionari. La Honda giapponese ha addirittura messo a disposizione trecento auto da sperimentare, a energia elettrica con un’autonomia di circa 200 chilometri, in grado di raggiungere la velocità di 140 chilometri all’ora. Progettata ex novo a un prezzo ragionevole, prezzo che si sarebbe addirittura dimezzato non appena la produzione avesse raggiunto le migliaia di esemplari al giorno. Una variante evoluta prevedeva inoltre la creazione di un piccolo motore aggiunto a propellente non inquinante (olii naturali) in grado di consentire alle batterie di autoricaricarsi, e quindi permettere al mezzo di non doversi fermare quasi mai per la ricarica.

Fantastico, no? Stava per esplodere un’autentica rivoluzione della locomozione mondiale! Ma ecco che intervengono immediatamente le holding dei petrolieri che offrono all’amministrazione dello stato della California una percentuale cospicua su ogni litro di benzina o gasolio venduto, il tutto per l’ammontare di svariati miliardi di dollari. In cambio, lo stato della California doveva impegnarsi a rinviare di almeno due anni la realizzazione del progetto. In poche parole, tutto a monte, ne parleremo in seguito chissà quando. La salute dei cittadini non vale certo qualche migliaio di miliardi di dollari.
Ma non ci possiamo fermare nell’angolo del ring, come pugili suonati, dobbiamo riprendere in mano le idee impossibili e spararle in aria come petardi di carnevale. Il mondo ormai è pieno di parole che evocano una realtà fantastica. Un mondo dove le invenzioni portano già nel nome una sfida clownesca: auto ad aria compressa, banche dei poveri, dottori comici, commercio solidale, guerriglieri buffoni e gruppi di autocomicità con le fasce disagiate. E poi verranno fuori altre invenzioni come la città profumata, la fabbrica dei divertimenti, il treno-spettacolo, l’autobus-massaggio, il taxi-serenata, il metro-onirico, il tango-lavorativo, la lezione scolastica-blues. Gireremo il mondo con monopattini giroscopici a energia lunare e nessuno supererà mai i centoall’ora per paura di perdersi il panorama. E le mucche non saranno più pazze, faranno solo finta.

Dario Fo e Franca Rame

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