(coscienzeinrete.net)
La giunta provinciale di Trento ha dato il via libera ai criteri di costituzione della Banca della Terra, ovvero dell’inventario dei terreni pubblici e privati incolti, che i proprietari mettono temporaneamente a disposizione di quanti ne facciano richiesta per rimetterli in produzione. Altre Regioni si erano già mosse in questa direzione negli anni scorsi.
“La finalità di questo strumento, previsto dalla legge 15 del 2015 sul governo del territorio – ha spiegato l’assessore all’agricoltura Michele Dallapiccola – è quella di contemperare fenomeni di abbandono e mancata coltivazione con l’esigenza di facilitare l’avviamento di nuove imprese agricole, con un conseguente ricambio generazionale, o il consolidamento delle imprese agricole già esistenti”.
La Banca della Terra offre anche ai giovani aspiranti agricoltori di trovare terreni disponibili, anche se non provengono da famiglie di agricoltori o non hanno terreni in proprietà. Saranno le Comunità di valle ad effettuare un censimento dei terreni abbandonati o incolti e delle aree forestali da riportare all’uso agricolo presenti nel proprio territorio, mediante collaborazione con i Comuni interessati.
«La Banca della Terra, che è gestita tramite i servizi provinciali competenti in materia di agricoltura, può essere dunque uno strumento prezioso di presidio e salvaguardia dei territori destinato ad attirare l’attenzione verso aree che spesso sono trascurate – spiegano dall’ente locale – nel contempo potrà dare la possibilità ai giovani, che hanno intenzione di dedicarsi all’agricoltura, di reperire terreni disponibili, anche se questi non provengono da famiglie di agricoltori o non hanno terreni in proprietà».
Per terreno agricolo abbandonato o incolto si intende un terreno, suscettibile di coltivazione (tra questi rientrano anche le aree di neocolonizzazione da parte del bosco sui quali è documentabile un’attività di sfalcio, pascolo o coltivazione negli ultimi dieci anni), che non sia stato destinato a uso produttivo da almeno tre annate agrarie.
Le Comunità, nell’ambito degli studi propedeutici alla formazione del proprio Piano territoriale (PTC), possono effettuare un censimento dei terreni abbandonati o incolti, nonché delle aree forestali da riportare all’uso agricolo presenti nel proprio territorio, anche mediante collaborazione con i Comuni territorialmente interessati, ai fini del possibile inserimento nella Banca della Terra. Anche altri soggetti, quali i consorzi di miglioramento fondiario per conto dei propri associati, le organizzazioni professionali agricole, i liberi professionisti abilitati in materia agraria e forestale, possono chiedere alla Comunità territorialmente competente di inserire nella Banca della Terra altri terreni che abbiano i requisiti richiesti.
Chi intende coltivare i terreni inseriti nella Banca della Terra, presa visione degli elenchi pubblicati, contatta direttamente il comune territorialmente competente al fine di avere i dati anagrafici del proprietario delle particelle fondiarie interessate, al fine di un rapporto diretto fra le parti. Nel caso di terreni privati i contratti sono stipulati ai sensi della legge 203/1982 “Norme sui contratti agrari”; nel caso di terreni di proprietà pubblica i contratti sono stipulati nel rispetto della vigente normativa in materia di attività contrattuale della Provincia.
Anche in Toscana è nata qualche tempo fa La Banca della Terra , su iniziativa di Legacoop agroalimentare Toscana.
In Lombardia QUI per avere informazioni sulla Banca della Terra locale.
E’ del 2014 l’istituzione della Banca della Terra in Sicilia.
In Liguria QUI le informazioni sulla Banca regionale della Terra.
QUI per saperne di più e per contattare la Provincia autonoma di Trento
Fonte: http://www.terranuova.it/News/Agricoltura/Anche-in-Trentino-nasce-la-banca-della-terra
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