Una giornata nella vita di un lettore del New York Times

 (Fonte: znetitaly.altervista.org)

Uno dei disegni dei bombardamenti statunitensi sulla Piana delle Giare raccolti da Fred Branfman

di Noam Chomsky ”’ 8 aprile 2015

Un articolo di prima pagina e’ dedicato a una narrazione maldestra della rivista Rolling Stone di uno stupro in un campus, denunciata una rivista accademica di spicco di critica mediatica. La deviazione dall’integrita’ giornalistica e’ tanto grave che e’ anche l’argomento di un articolo di primo piano nella sezione economica, con un’intera pagina interna dedicata alla continuazione dei due articoli. Gli articoli scandalizzati fanno riferimento a numerosi crimini passati della stampa: alcuni casi di montatura, denunciati rapidamente, e casi di plagio (‘troppo numerosi per essere elencati’). Il crimine specifico di Rolling Stone e’ ‘mancanza di scetticismo’, che ‘per molti versi e’ la piu’ insidiosa’ delle tre categorie.

E’ ristoratore vedere l’impegno del Times per l’integrita’ del giornalismo.

A pagina 7 dello stesso numero c’e’ un importante articolo di Thomas Fuller intitolato ‘La missione di una donna per liberare il Laos dalle bombe inesplose’. Parla ‘dello sforzo determinato’ di una donna laotiano-statunitense, Channapha Khamvongsa, per ‘liberare il suo paese natale da milioni di bombe che vi sono ancora sepolte, eredita’ di una campagna aerea statunitense di nove anni che rese il Laos uno dei luoghi piu’ pesantemente bombardati della terra’, per essere poi presto distanziato dalla Cambogia rurale, in seguito agli ordini di Henry Kissinger all’aviazione statunitense: ‘Una massiccia campagna in Cambogia. Tutto cio’ che vola contro tutto cio’ che si muove’. Sarebbe difficile rinvenire negli archivi una chiamata paragonabile al virtuale genocidio. E’ stata menzionata dal Times in un articolo sulle registrazioni rese pubbliche del presidente Nixon, e’ ha suscitato scarsa attenzione.

L’articolo di Fuller sul Laos riferisce che in seguito alle pressioni della signora Khamvongsa gli Stati Uniti hanno aumentato la loro spesa annuale per la rimozione di bombe inesplose di ben 12 milioni di dollari. Le piu’ letali sono le bombe a grappolo, che sono progettate per ‘causare le massime perdite alle truppe’ irraggiando ‘centinaia di minibombe sul terreno’. Circa il 30 per cento e’ rimasto inesploso, cosicche’ uccidono e mutilano bambini che raccolgono i pezzi, contadini che vi incappano mentre lavorano, e altri sfortunati. Una mappa accompagnatoria mostra la provincia di Xieng Khouang, nel Laos del nord, meglio nota come la Piana delle Giare, l’obiettivo principale del bombardamento intensivo che raggiunse il picco della sua furia nel 1969.

Fuller racconta che la signora Khamvongsa ‘e’ stata mossa all’azione quando e’ venuta a conoscenza di una raccolta di disegni dei bombardamenti fatti dai profughi e raccolti da Fred Branfman, un attivista contro la guerra che ha contribuito a rivelare la Guerra Segreta’. I disegni compaiono nel notevole libro dello scomparso Fred Branfman ‘Voci dalla Piana delle Giare’, pubblicato nel 1972 e ripubblicato dalla University of Wisconsin Press nel 2013 con una nuova introduzione. I disegni mostrano vividamente il tormento delle vittime, contadini poveri in un’area remota che non aveva virtualmente nulla a che fare con la guerra del Vietnam, come ammesso ufficialmente. Un tipico racconto di un’infermiera ventiseienne coglie la natura della guerra aerea: ‘Non c’era una notte in cui pensassimo di restare vivi fini al mattino, mai un mattino in cui pensassimo di sopravvivere fino a notte. I nostri figli piangevano? Oh, si, e anche noi. Sono rimasta soltanto nella mia grotta. Non ho visto la luce del sole per due anni. Che cosa pensavo? Oh, ero solita ripetere: ‘Per favore non fate venire gli aerei, per favore non fate venire gli aerei, per favore non fate venire gli aerei”

I valorosi sforzi di Branfman in effetti determinarono una certa consapevolezza di tale atrocita’ odiosa. Le sue assidue ricerche scoprirono anche la ragione della feroce distruzione di una societa’ contadina inerme. Egli denuncia le ragioni ancora una volta nell’introduzione alla nuova edizione di ‘Voci’. Le sue parole:

‘Una delle rivelazioni piu’ sconvolgenti a proposito dei bombardamenti e’ stata la scoperta del motivo per cui furono fortemente aumentati nel 1969, come descritto dai profughi. Ho appreso che dopo che il presidente Lyndon Johnson aveva dichiarato uno stop ai bombardamenti sul Vietnam del Nord nel novembre del 1968, egli aveva semplicemente dirottato gli aerei sul Laos del nord. Non c’era alcuna ragione militare per farlo. Fu semplicemente perche’, come testimonio nell’ottobre 1969 il vice capo missione USA Monteagle Stearns al Comitato del Senato statunitense: ‘Beh, avevano tutti quegli aerei in giro e non potevamo lasciarli li senza niente da fare’.’

Percio’ gli aerei inutilizzati furono scatenati contro contadini poveri, devastando la pacifica Piana delle Giare, lontano dai disastri delle guerre omicide d’aggressione di Washington in Indocina.

Vediamo ora come queste rivelazioni sono trasformate nella Neolingua del New York Times: ‘I bersagli erano truppe nord-vietnamite ”’ specialmente lungo il Sentiero di Ho Chi Minh, una gran parte del quale passava per il Laos ”’ e alleati comunisti laotiani del Vietnam del Nord.’

Paragonate le parole del vice capo missione USA e i disegni e le testimonianze strazianti nella raccolta citata di Fred Branfman.

Vero, il giornalista ha una fonte: la propaganda statunitense. Cio’ e’ sicuramente sufficiente a sopraffare i puri fatti a proposito di uno dei maggiori crimini dell’era post seconda guerra mondiale, come specificato nella stessa fonte che egli cita: le cruciali rivelazioni di Fred Branfman.

Possiamo star sicuri che questa colossale menzogna al servizio dello stato non si meritera’ lunghe denunce di misfatti vergognosi della Libera Stampa, quali il plagio e la mancanza di scetticismo.

Lo stesso numero del New York Times ci somministra un articolo dell’inimitabile Thomas Friedman che entusiasticamente ci comunica le parole del presidente Obama nel presentare quella che Friedman chiama ‘la Dottrina Obama’; ogni presidente deve avere una Dottrina. La profonda Dottrina e’ ”coinvolgimento’ combinato con la soddisfazione di necessita’ strategiche chiave’.

Il presidente lo ha illustrato con un caso cruciale: ‘Prendete un paese come Cuba. Per noi non ci sono molti rischi nel mettere alla prova la possibilita’ che il coinvolgimento conduca a un esito migliore per il popolo cubano.  E’ un paese minuscolo. Non e’ un paese che minaccia in nostri interessi chiave riguardo alla sicurezza e dunque [non c’e’ motivo per non] verificare l’affermazione. E se risulta che non porta a risultati migliori, possiamo correggere le nostre politiche’.

Qui il Premio Nobel per la Pace si diffonde sui suoi motivi per intraprendere quello che l’eminente rivista della sinistra liberale intellettuale statunitense, la New York Review, saluta come il ‘coraggioso’ e ‘veramente storico passo’ di ristabilire relazioni diplomatiche con Cuba. E’ una mossa attuata al fine di ‘emancipare piu’ efficacemente il popolo cubano’, ha spiegato l’eroe, non avendo conseguito i loro nobili obiettivi i nostri sforzi del passato per portargli liberta’ e democrazia. Gli sforzi del passato comprendevano un devastante embargo condannato dal mondo intero (escluso Israele) e una brutale guerra terroristica. Quest’ultima e’ come al solito  cancellata dalla storia, a parte i falliti tentativi di assassinare Castro, un aspetto molto minore, accettabile perche’ puo’ essere scartato con sdegno come ridicole bravate della CIA.

Rivolgendoci ai documenti nazionali desegretati apprendiamo che questi crimini sono stati commessi a causa della ‘riuscita ribellione’ di Cuba alla politica statunitense risalente alla Dottrina Monroe, che dichiarava l’intenzione di Washington di dominare l’emisfero. Tutto non citabile, assieme a troppo altro perche’ lo si possa raccontare qui.

Cercando ancora troviamo altre gemme; ad esempio il pezzo d’opinione in prima pagina di Peter Baker, alcuni giorni prima, sull’accordo iraniano, che ammonisce sui crimini iraniani regolarmente elencati dal sistema di propaganda di Washington. Tutti si dimostrano molto rivelatori all’analisi, anche se nessuno piu’ del sommo crimine iraniano: ‘destabilizzare’ la regione appoggiando ‘milizie sciite che hanno ucciso soldati statunitensi in Iraq’. Qui di nuovo abbiamo la rappresentazione standard. Quando gli Stati Uniti invadono l’Iraq, virtualmente distruggendolo e istigando conflitti settari che stanno facendo a pezzi il paese e oggi l’intera regione, quello conta come ‘stabilizzazione’ nella retorica ufficiale, e pertanto mediatica. Quando l’Iran appoggia milizie che si oppongono all’aggressione quella e’ ‘destabilizzazione’. E non potrebbe certo esserci crimine piu’ odioso che uccidere soldati americani che attaccano le proprie case.

Tutto questo e molto, molto di piu’, e’ perfettamente sensato se mostriamo dovuta obbedienza e accettiamo acriticamente la dottrina approvata: gli Stati sono padroni del mondo e lo sono di diritto, per motivi spiegati lucidamente anche dalla New York Review, in un articolo del 15 marzo di Jessica Matthews, ex presidente del Fondo Carnegie per la Pace Internazionale: ‘I contributi statunitensi alla sicurezza internazionale, alla crescita economica, alla liberta’ e al benessere umano globali sono stati cosi di per se’ evidentemente unici e sono stati cosi chiaramente diretti a vantaggio degli altri che gli statunitensi da lungo tempo ritengono che gli Stati Uniti siano un genere diverso di paese. Dove gli altri spingono per i loro interessi nazionali, gli Stati Uniti cercano di far progredire principi universali’.

La difesa rinuncia ad altri testimoni.

Da Z Net ”’ Lo spirito della resistenza e’ vivo

www.znetitaly.org

Fonte: [https:]

Originale: teleSUR English

traduzione di Giuseppe Volpe

Traduzione © 2015 ZNET Italy ”’ Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.0

 

(Tratto da: http://znetitaly.altervista.org)

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