Noam Chomsky su istruzione e democrazia nel ventunesimo secolo, e oltre

(Fonte: znetitaly.altervista.org)

 

Di Noam Chomsky ”’ 2 giugno 2013

Noam Chomsky e’ un linguista, filosofo, critico e attivista politico statunitense. E’ Institute Professor [la carica di docenza piu’ elevata riconosciuta dal Massachusetts Institute of Technology ”’ n.d.t.] e professore emerito del dipartimento di linguistica e filosofia del MIT, dove lavora da piu’ di cinquanta anni. L’insegnate di storia Daniel Falcone ha parlato con Chomsky nel suo ufficio di Cambridge il 14 maggio.

Si veda anche: Democracy and Education in the 21st Century: Part 1, Daniel Falcone Interviews Noam Chomsky, June 2009 [Democrazia e istruzione nel ventunesimo secolo: parte 1, Daniel Falcone intervista Noam Chomsky, giugno 2009].

Daniel Falcone per Truthout: Voglio porle alcune domande sull’istruzione nel ventunesimo secolo.

Chomsky: Non sono sicuro che il soggetto esista.

Falcone: Si, giusto. Beh, prima che passi a discutere del ventunesimo secolo, puo’ commentare la storia dell’istruzione in questo paese e in quale tradizione lei ritiene siamo cresciuti in termini di istruzione?

Chomsky: E’ una domanda interessante. Gli Stati Uniti sono stati un po’ dei pionieri nell’istruzione pubblica di massa. In realta’ questa e’ un’universita’ con una dotazione fondiaria che fa parte della grande espansione della nostra istruzione nel diciannovesimo secolo mediante dotazioni federali. La maggior parte di tali universita’ e’ all’Ovest, ma questa e’ una. E anche l’istruzione pubblica di massa per i bambini, che e’ una cosa parecchio buona. Non e’ stato un contributo fondamentale, ma dava dei titoli di studio. Tanto per cominciare era in parte interessata controllare un paese di coltivatori indipendenti, molti dei quali parecchio radicali. Se si va al tardo diciannovesimo secolo, l’Alleanza dei Coltivatori era nato in Texas ed era l’organizzazione popolare democratica piu’ radicale della storia. Penso sia difficile crederlo se si guarda al Texas di oggi.

Ed erano proprietari indipendenti di fattorie. Difendevano i propri diritti, non volevano essere schiavi. E dovevano essere spinti nelle fabbriche e trasformati in strumenti di qualcun altro. Ci fu una grande resistenza a cio’. Dunque molta dell’istruzione pubblica fu, in realta’, interessata a tentare di insegnare a persone indipendenti a diventare operai in un sistema industriale.

E ci fu molto altro. In effetti Ralph Waldo Emerson commento’ la cosa. Disse qualcosa del genere: ‘Si sentono molti leader politici che dicono che dobbiamo avere un’istruzione pubblica di massa. E il motivo e’ che milioni di persone hanno il diritto di voto e dobbiamo istruirli per tenerli lontani dalle nostre gole. In altre parole dobbiamo addestrarli all’obbedienza e al servilismo in modo che non riflettano su come funziona il mondo e ci prendano per il collo.’

Dunque e’ un po’ un misto. Ci sono molte cose buone al riguardo ma c’e’ stata anche, sai, la classe proprietaria. La gente che concentra in se’ la ricchezza, per la maggior parte non fa le cose solo per bonta’ di cuore bensi al fine di conservare la propria posizione di dominio e poi ampliare il proprio potere. E c’e’ da sempre quel genere di confronto.

Oggi ci accade di essere in un periodo generale di regressione, non soltanto nell’istruzione. Molto di quanto sta avvenendo e’ una specie di contraccolpo degli anni ’60; gli anni ’60 furono un periodo di democratizzazione. E la societa’ divenne molto piu’ civile e ci fu molto interesse per l’istruzione nell’intero spettro: liberali, conservatori e bipartisan. E’ piuttosto interessante leggere la letteratura liberale degli anni ’70, ma ci fu interesse per quello che chiamavano, nello schieramento liberale, ‘i fallimenti delle istituzioni responsabili di indottrinare i giovani.’ Fu quella l’espressione utilizzata, che definisce molto accuratamente l’ottica liberale. Li si doveva tenere lontani dalle nostre gole. Dunque l’indottrinamento dei giovani non stava funzionando correttamente. Quello fu, in effetti, Samuel Huntington, professore di studi governativi ad Harvard, una specie di liberale devoto. E fu coautore di un rapporto della lunghezza di un libro dal titolo The Crisis of Democracy [La crisi della democrazia]. C’era qualcosa che andava fatto per accrescere l’indottrinamento, per respingere l’onda democratizzatrice. L’economia fu fortemente modificata e attraverso’ un periodo liberale, con una disuguaglianza radicale, la stagnazione, istituzioni finanziarie, tutta quella roba. I debiti degli studenti cominciarono a salire alle stelle, cosa che e’ molto importante. Ma anch’essa e’ una tecnica di indottrinamento di per se’ stessa. Non e’ mai stata studiata. Le cose importanti di solito non sono mai studiate; si tratta soltanto di mettere insieme i frammenti d’informazione al riguardo. Uno puo’ almeno diventare sospettoso circa il fatto che far salire alle stelle il debito per gli studi sia uno strumento d’indottrinamento. E’ molto difficile immaginare che ci sia un motivo economico per il fenomeno. In altri paesi l’istruzione e’ gratuita, come ad esempio nel Messico, che e’ un paese povero.

In Finlandia, che ha il sistema di istruzione migliore del mondo, almeno secondo i dati, e’ gratuita. In Germania e’ gratuita. Gli Stati Uniti degli anni ’50 erano un paese molto piu’ povero. Ma l’istruzione era fondamentalmente gratuita: la Legge GI [sulle sovvenzioni ai reduci per l’istruzione e la casa ”’ n.d.t.] e via dicendo. Dunque non c’e’ alcun motivo economico reale per gli alti prezzi dell’istruzione superiore e per i debiti studenteschi alle stelle. Ci sono un mucchio di fattori. E uno di essi, probabilmente, e’ semplicemente che gli studenti sono messi in trappola.

L’altro e’ quello che sta succedendo a insegnanti come lei. Sono trasformati in aggiunti, in lavoratori temporanei che non hanno diritti, lei lo sa. Non devo dirle come stanno le cose; puo’ dirlo lei a me.

Ma quanti piu’ laureandi, lavoratori temporanei, personale temporaneo, livelli di remunerazione differenziati si impiegano, tante piu’ persone si hanno sotto controllo, e tutto cio’ e’ continuato. E ora e’ istituzionalizzato con le norme No Child Left Behind/Race to the Top [Nessun bambino lasciato indietro ”’ Corsa al vertice]; si insegna in funzione dei test, il modo peggiore di insegnare. Ma e’ una tecnica disciplinare. Le scuole sono organizzate per insegnare i test. Non ci si deve preoccupare che gli studenti pensino con la loro testa, contestino, pongano domande. E lo si vede sino al livello di dettaglio piu’ basso. Tengono molte conferenze in comunita’ e luoghi dove le persone sono interessate all’istruzione e ci sono stati insegnanti che si sono rivolti a me per dirmi, dopo, ‘sai, io insegno in sesta [scolari di 11-12 anni ”’ n.d.t.]. Una ragazzina se n’e’ venuta fuori dopo l’orario per dirmi che era interessata a qualcosa che era emerso in classe e che voleva sapere come approfondirlo. E io le dico: ‘Non puoi farlo. Devi studiare per i test. Il tuo futuro dipende da questo. Il mio stipendio dipende da questo.”

E’ succede dappertutto. Ed e’ l’evidente tecnica di impoverire intellettualmente la popolazione, e anche di controllarla. Ed e’ bipartisan. La sta promuovendo l’amministrazione Obama. E’ anche un tentativo di uccidere le scuole; i buoni per le scuole parificate, tutto questo genere di roba non e’ altro che un tentativo di distruggere il sistema dell’istruzione pubblica. Afferma di offrire opportunita’ ai genitori, ma e’ ridicolo.

La maggior parte delle persone non puo’ fare scelte; non ce ne sono. E’ come dire che tutti possono scegliere di diventare milionari. E’ vero, in un certo senso: non ci sono leggi che lo vietano.

Falcone: In alcuni dei suoi scritti lei ha segnalato gli effetti del taylorismo, un metodo di gestione che suddivide le mansioni in piccole parti in modo da accrescere l’efficienza, come una forma di controllo nel lavoro. Il nostro sistema di istruzione promuove una forma di controllo nel lavoro?

Chomsky: Controllo fuori dal lavoro. In realta’ il termine ”’ taylorismo ”’ e’ usato persino dalla stampa finanziaria. Il taylorismo da’ controllo sul lavoro ma dobbiamo essere attenti ad avere anche un controllo fuori dal lavoro e ci sono molti strumenti per farlo: l’istruzione e’ uno. L’industria della pubblicita’ e’ un’industria enorme e chiunque abbia occhi per vedere capisce a cosa serve. Innanzitutto l’esistenza dell’industria della pubblicita’ e’ un segno della indisponibilita’ a lasciare che i mercati funzionino. Se esistessero i mercati non ci sarebbe la pubblicita’. Cioe’, se qualcuno ha qualcosa da vendere, dice cos’e’ e tu, se vuoi, lo comperi. Ma quando ci sono oligopoli, vogliono fermare le guerre dei prezzi. Devono avere una differenziazione del prodotto e si deve indurre la gente a pensare che dovrebbe comprare questo invece di quello. O semplicemente indurla a consumare; se la si puo’ far consumare, e’ in trappola, sai.

Si comincia con i neonati ma c’e’ una parte enorme dell’industria pubblicitaria organizzata per catturare i bambini. E sta distruggendo l’infanzia. Chiunque abbia una qualche esperienza di bambini puo’ constatarlo. Sta letteralmente distruggendo l’infanzia. I bambini non sanno come giocare. Non possono uscire e, sai, quando lei era bambino, o ero bambino io, avevamo il sabato pomeriggio libero. Si andava nei campi e si trovava un gruppo di altri bambini e si giocava a pallone o roba simile. Non si puo’ fare niente del genere. Deve essere organizzato dagli adulti o altrimenti te ne stai a casa con i tuoi aggeggi, con i tuoi videogiochi.

Ma l’idea di uscire semplicemente a giocare, con tutte le sfide creative, le intuizioni; quella e’ finita. Ed e’ fatto consapevolmente per intrappolare i bambini fin dall’infanzia e poi trasformarli in dipendenti dai consumi. E significa che ti interessi solo di te stesso. Assumi quel tipo di comportamento sociopatico alla Ayn Rand, che deriva direttamente dalla cultura del consumo. La cultura consumistica significa interessarsi solo di se’; non me ne frega un accidenti degli altri. Penso stia davvero distruggendo la societa’ in una quantita’ di modi. E l’istruzione ne e’ parte.

Falcone: Come nazione abbiamo motivo di temere un attacco all’istruzione pubblica e la completa privatizzazione dell’istruzione?

Chomsky: Fa parte del modo di controllare e immiserire intellettualmente la popolazione, ed e’ importante. Molto ha a che fare con la catastrofe incombente, prevalentemente la catastrofe ambientale. E’ molto grave. Non ci separano generazioni da essa; si tratta dei nostri figli e nipoti. E il pubblico la pensa in modo molto simile all’opinione scientifica prevalente. Se si guarda ai sondaggi, gli intervistati diranno che e’ un problema grave; dobbiamo fare qualcosa in proposito. Il governo non vuole e il settore delle imprese non solo non vuole, vi si oppone fortemente. Prendiamo ora per esempio l’ALEC, l’American Legislative Exchange Council. E’ finanziato dalle imprese, dai fratelli Koch e quel genere di persone. E’ un’organizzazione che predispone le leggi per gli stati, per i legislatori statali. E ha un muccio d’influenza, cosicche’ puo’ far approvare molte delle proprie proposte. Ora ha un nuovo programma, che suona apparentemente molto bene. E’ mirato a aumentare il ‘pensiero critico’. E il modo per aumentare il pensiero critico e’ avere una ‘istruzione bilanciata’. ‘Istruzione bilanciata’ significa che se si insegna ai bambini qualcosa a proposito del clima, si deve insegnare loro anche qualcosa sulla negazione del cambiamento climatico. E’ come insegnare la scienza dell’evoluzione ma anche la scienza della creazione, in modo da ottenere il ‘pensiero critico’.

Tutto questo e’ un modo per trasformare la popolazione in un branco di imbecilli. E’ qualcosa di davvero molto grave. Voglio dire, si tratta di una questione di vita o di morte a questo punto, non soltanto di rendere peggiore la societa’.

Falcone: Quali pensa siano le caratteristiche importanti di una scuola? Cosa fa di una scuola una buona scuola?

Chomsky: Beh, descrivero’ la scuola che ho frequentato io da bambino. Era una scuola amministrata secondo l’indirizzo Dewey, una scuola sperimentale amministrata dalla Temple University, che aveva un dipartimento dell’istruzione molto buono, un dipartimento d’istruzione progressista. L’ho frequentata dai due ai dodici anni. Poi sono passato a una scuola secondaria accademica, la Central High di Filadelfia. Forse lei la conosce. Era una scuola per ragazzi, probabilmente oggi non lo e’ piu’.

Falcone: Si, e’ una scuola mista oggi.

Chomsky: Erano tutti ragazzi orientati all’universita’. Cos’ fino a quando non sono andato alla Central High letteralmente non ho saputo di essere un buono studente, perche’ la domanda non era mai sorta.

Tutti erano buoni studenti. I ragazzi erano incoraggiati a fare cio’ che amavano fare e cio’ che era meglio, e c’era una struttura; c’era un programma. Non e’ che si andasse in giro a fare quello che ci piaceva. Saltai un anno, ma non vi prestai alcuna attenzione e nessun altro vi presto’ attenzione. Era solo che ero il ragazzo piu’ piccolo della classe, ma l’idea che qualcuno fosse un buono studente o che qualcuno non fosse uno studente buono ‘¦ non sorse mai. C’erano test, ma si limitavano a fornire informazioni su cosa stava succedendo. Questo e’ qualcosa che dovremmo fare meglio.

Non c’era una graduatoria per i ragazzi, non c’erano voti. C’e’ un mucchio di lavoro collaborativo e di progetti collaborativi e ci incoraggiavano. Sai, studiare, affrontare problemi ‘¦ ed era qualcosa di estremamente riuscito. Ricordo tutto molto bene. Andai alla scuola secondaria accademica ed e’ una specie di buco nero. Fui in grado di ottenere solo voti A e una borsa di studio per andare all’universita’. Avrei potuto benissimo non frequentarla [la scuola secondaria ”’ n.d.t.], salvo per quello che imparai per conto mio.

Ed e’ questo che e’ la scuola. E non c’e’ motivo per cui non possa essere fatto dovunque. In realta’ proprio oggi ho pranzato con un membro della facolta’, qui, che conosco da molti anni e che lavora all’elaborazione di programmi d’istruzione per le superiori, programmi di scienze. Descrive i programmi e sono programmi come uno dei programmi che si cerca di far adottare alle scuole in tutto il mondo, per inciso, non solo qui. Cosi me ne ha descritto uno in cui si comincia ponendo la domanda: ‘Come fanno le zanzare a volare nella pioggia?’ E dunque, dove sta il problema? Beh, si studia la forza della goccia di pioggia che colpisce una zanzara; e’ come se un essere umano fosse colpito da una locomotiva.

E dunque com’e’ che non sono fatte a pezzi? E cos’e’ che le fa restare in volo? E poi arriva un milione di altre domande. Si comincia a esaminare queste domande. Si comincia a imparare fisica, biologia, ogni sorta di cose. E ci sono cose che gli studenti possono fare in modo da poter porre domande, e dedicarvisi e fare esperimenti e cosi via. Voglio dire: quella e’ istruzione. Non e’ solo che si impara come una zanzara vola nella pioggia, ma si impara come essere creativi e perche’ e’ eccitante imparare cose e creare cose e costruirne di nuove. E cio’ puo’ essere fatto sin dall’asilo.

Ad esempio, un programma per l’asilo e’ stato descritto sulla rivista Science; c’era una serie sul perche’ il sistema d’istruzione distrugge l’interesse. C’e’ un programma per l’asilo in cui ai bambini venivano dati dei piatti in cui c’era una quantita’ di oggetti e sassi, conchiglie, semi e altre cose. C’era un problema; si dovevano individuare i semi. Cosi fu tenuta una conferenza scientifica e i bambini si riunirono e idearono modi per scoprire, cose che si potevano tentare. L’insegnante e’ in secondo piano, guida la ricerca ma essa e’ prevalentemente indipendente. Alla fine hanno capito quali erano i semi. A quel punto a ciascun bambino e’ stata data una lente d’ingrandimento e l’insegnante ha aperto i semi e hanno dato un’occhiata all’interno. Sono riusciti a trovare l’embrione che fa crescere la pianta. Quei bambini non hanno solo imparato un po’ di biologia; hanno imparato anche che e’ divertente capire le cose e scoprire le cose. Ed e’ questo che conta. Non conta quanto si impara a scuola; conta se si impara come proseguire e fare cose da soli. E cio’ puo’ essere fatto a ogni livello. So che nelle scuole di specializzazione e’, come dire, automatico. E’ questo tutto cio’ che si fa in una buona scuola di specializzazione. Ma come qui, nella scuola di specializzazione, non ci sono voti. Non si presta attenzione a questo.

Ma puo’ essere fatto all’asilo. Ed e’ cosi che sono fatte le scuole buone; e’ dove tutto e’ possibile.

Falcone: E questi sono impulsi naturali?

Chomsky: I bambini sono creativi per natura. E naturalmente non vanno forzati. E’ per questo che chiedono in continuazione ‘Perche’?’.

Falcone: Un istituto superiore di lusso di periferia ricca di risorse: a volte si riscontra comunque apatia e indottrinamento, uno spettro ideologico angusto. E’ una condizione culturale, secondo lei, o e’ qualcosa di intrinseco al nostro sistema scolastico?

Chomsky: Succedeva anche nella scuola che ho frequentato a Filadelfia, in un periodo di controllo molto minore delle imprese sulla societa’. Non penso sia intrinseco a nulla. Si possono benissimo avere scuole con programmi del tipo di cui ho appena parlato. Ma non solo nelle scienze. Anche in ogni altra area ‘¦ Si prenda la storia statunitense. Ho un’amica che era insegnante a Lexington, dove vivo, che insegnava nelle seste. Era un’insegnante davvero brava, con ottimi risultati. Mi ha descritto una volta come ha gestito un corso sulla Rivoluzione Statunitense. Un paio di settimane prima dell’inizio del corso ha cominciato a imporre restrizioni arbitrarie alla classe. Come costringere i ragazzi a fare cose che non amavano e che non avevano alcun senso.

E alla fine, dopo un po’, hanno cominciato a provare parecchio risentimento e a mettersi insieme per farla smettere in un modo o nell’altro. Ma arrivati a quel punto, lei ha introdotto il corso sulla Rivoluzione Statunitense, OK? Hanno capito cosa stata succedendo.

Falcone: Abile.

Chomsky: Non c’e’ nessun livello in cui non si possano fare le cose in quel modo se si e’ insegnanti che hanno il controllo di cio’ che fanno. Allora, se c’e’ del rispetto per l’insegnamento e’ consentito avere controllo. Ma e’ questo che viene distrutto: il controllo degli insegnanti sulla classe, come il controllo dei lavoratori sull’officina; si deve avere il taylorismo.

Controllo dall’alto, controllo da parte degli amministratori. Nessun rispetto per la persona che lavora, che si tratti di un insegnante o di un metalmeccanico. E’ sorprendente come viene fatto. Voglio dire, c’e’ una quantita’ di studi condotti da membri della facolta’, qui. David Noble, che si e’ occupato di storia della tecnologia. Ha studiato l’industria delle macchine utensili negli anni ’50 e ’60. Ci fu una svolta al controllo informativo delle macchine. Controllo numerico della procedura delle macchine, grande progresso.

Noble ha condotto uno studio dettagliato ed e’ impressionante come sono andate le cose. C’erano due modi di operare che potevano essere seguiti. Uno consisteva nel lasciare che il sistema fosse gestito dai lavoratori specializzati, con la loro competenza dettagliata e la capacita’ di aggiustare le cose quando andavano male e di formulare idee nuove, e via di seguito. L’altro consisteva nel far gestire le cose dai direttori. E ci furono studi, e nel caso della gestione da parte degli operai i risultati erano vincenti e redditizi e tutto il resto, ma fu scelto il modo opposto. E lo scelsero per un motivo semplicissimo: ottenevano lavoratori disciplinati. Anche se cio’ va a danno del profitto, e’ molto piu’ importante avere una manodopera disciplinata, obbediente. Non lavoratori che possono fare le cose da soli, per motivi piuttosto evidenti. Se possono fare le cose da soli, presto arriveranno a chiedere: ‘Perche’ abbiamo bisogno di capi?’ E a quel punto si e’ nei guai. Scioperi con sit-in e cose simili; e’ per questo che sono cosi pericolosi. Questo e’ successo, e lo stesso vale per le scuole.

Non si puo’ permettere che gli insegnanti controllino la classe. E’ questo l’insegnamento in funzione dei test; gli insegnanti sono disciplinati. Fanno quello che viene detto loro. I loro salari dipendono da cio’; il loro posto di lavoro dipende da cio’. Diventano sociopatici come tutti gli altri. E si ha una societa’ dove di tratta solo di ‘Penso a me stesso; dimentico tutti gli altri’. E poi la si fa finita con la Previdenza Sociale e con [il programma di assistenza sanitaria] Medicare. E perche’ io dovrei pagare perche’ i bambini di la’ dalla strada vadano a scuola? Il mio bambino non va a scuola. Perche’ dovrei preoccuparmi delle vedove invalide? Eccetera.

Falcone: E si tratta di tentativi condivisi da entrambi i partiti?

Chomsky: Oh, si, entrambi i partiti. Obama ha suggerito di tagliare la previdenza sociale. Ma poi fanno finta di essere sorpresi per le conseguenze. Ad esempio c’era un articolo davvero comico l’altro giorno sul New York Times, in prima pagina. Parte del nuovo programma Medicare consiste nel consentire a societa’ private di contrattare la fornitura di assistenza agli anziani e agli invalidi, eccetera. E c’e’ stato uno studio sulla cosa e’ si e’ scoperto che quello che fanno e’ tenere dei corsi di yoga per gli abbienti e tutto quel genere di cose che fanno soldi. E com’e’ che le societa’ private cercano di far soldi invece di aiutare le persone? Voglio dire, si e’ mai pensato per un secondo che una societa’ privata sia in affari per aiutare la gente anziche’ per fare soldi?

Falcone: E per quanto riguarda le arti e la musica? Assistiamo a tagli di ‘¦

Chomsky: Si taglia la creativita’, si taglia l’indipendenza. Voglio dire, quella e’ una fase in cui i bambini, in realta’ gli adulti, si esprimono. Sai, imparano a proposito di se’ stessi. E’ importante tagliarla.

Sono cresciuto nella Depressione. La mia famiglia era, diciamo, della classe lavoratrice impiegatizia, ma molti dei suoi membri non erano andati nemmeno in prima ma [avevano familiarita’ con] una cultura molto elevata. Le commedie di Shakespeare al parco, le esibizioni della WPA, concerti, e cio’ e’ semplicemente parte della vita. Il sindacato aveva programmi di istruzione e programmi culturali per i lavoratori. E la cultura elevata era semplicemente parte della vita. In effetti, se lei e’ interessato, c’e’ un dettagliato studio accademico sulla classe lavoratrice in Inghilterra nel diciannovesimo secolo e su quel che leggevano ed e’ piuttosto straordinario. Emerge che in prevalenza non erano andati a scuola. Ma avevano un livello molto alto di cultura. Leggevano la letteratura contemporanea e i classici. In realta’ l’autore finisce per concludere che probabilmente erano piu’ istruiti degli aristocratici.

Da Z Net ”’ Lo spirito della resistenza e’ vivo

www.znetitaly.org

Fonte: [www.zcommunications.org]

Originale: Truthout

 

traduzione di Giuseppe Volpe

Traduzione © 2013 ZNET Italy ”’ Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.0

(Tratto da: http://znetitaly.altervista.org)

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