Un appello per i semi liberi

Slow Food si unisce appello lanciato da Via Campesina (associazione internazionale che in Europa rappresenta 28 organizzazioni di agricoltori provenienti da 18 Paesi) contro la proposta di legge della Commissione Europea sulla commercializzazione delle sementi. La Commissione sta infatti studiando un pacchetto di misure volte a rinforzare gli standard di sicurezza in tutta la catena alimentare. Fra queste, misure sulla salute animale, sulla salute delle piante, e anche sulle sementi.

L’appello di Slow Food invita la Commissione a riscrivere la proposta di legge prendendo in considerazione i diritti degli agricoltori e non solo gli interessi dell’industria sementiera.

Il fatto è che l’attuale legislazione europea ammette solo sementi selezionate che necessitano di grandi quantità di prodotti chimici. Questo compromette la conservazione della biodiversità, la salute dei consumatori, l’ambiente e l’indipendenza degli agricoltori. Le sementi brevettate sono una minaccia che potrebbe distruggere il diritto al cibo anche in Europa, in nome del profitto delle multinazionali. È sì urgente una riforma del settore, ma che protegga i semi dei nostri agricoltori, promuovendo la produzione di varietà biologiche e quindi rispettose dell’ambiente. Alcuni documenti non ufficiali, che sono stati comunque messi a disposizione dell’opinione pubblica, hanno seriamente messo in allarme il Coordinamento Europeo Via Campesina (ECVC).

Senza modifiche sostanziali all’attuale proposta di riforma la situazione è solo destinata ad aggravarsi concentrando i brevetti nelle mani di pochi individui e promuovendo l’ utilizzo di Ogm.

Per queste motivazioni, ECVC invita i Commissari dell’Unione Europea a:
– Riconoscere e tutelare il diritto degli agricoltori a scambiare liberamente i loro semi. Questi scambi sono essenziali per la riproduzione delle sementi a garanzia di un costante e continuo rinnovamento della biodiversità delle colture. Questo è l’unico metodo di conservazione, riproduzione e diffusione delle sementi che permetterà alle piante di adattarsi alle estreme diversità dei suoli e al cambiamento climatico, senza dover fare ricorso esponenziale a fertilizzanti e pesticidi chimici.
– Consentire agli agricoltori la commercializzazione, senza limitazioni geografiche o quantitative, di semi biologici, locali o tradizionali per la loro riproduzione. Attualmente la commercializzazione è vietata dagli standard presenti nel catalogo varietale, con lo scopo di prevenire biopiraterie e frodi.
– Resistere alle pressioni delle aziende sementiere multinazionali. Il loro scopo è sfruttare l’attuale dibattito sugli accordi di libero scambio a livello globale per invadere il mercato europeo con brevetti e sementi Ogm.
I Commissari non dovrebbero approvare questa proposta di legge a meno che non si riconosca il diritto degli agricoltori a scambiare liberamente i loro semi, per consentire la libera commercializzazione di sementi biologiche e tradizionali nei mercati locali.
Se queste posizioni non venissero ascoltate, sarebbe in serio pericolo la sovranità alimentare europea, causando l’impossibilità dei nostri agricoltori di far fronte alle sfide future di sistemi agricoli e alimentari sostenibile e rispettosi quindi dell’uomo e dell’ambiente.

(http://www.slowfood.it/sloweb/e5b170483457c8d6778c51dab3a4b67b/un-appello-per-i-semi-liberi-)

Be the first to comment on "Un appello per i semi liberi"

Leave a comment