Una nuova forma di finanziamento dei progetti: il crowdfunding

Le statistiche ufficiali, in Italia come in tanti altri paesi europei edextraeuropei, continuano a segnalare in maniera implacabile come il credito alle piccole e medie imprese, oltre che ai privati, tenda, dalla crisi del 2007-2008 in poi, a ridursi nel tempo.

Cosi, possiamo ad esempio ricordare come la Banca Centrale Europea avesse distribuito ormai circa un anno fa ben 1000 miliardi di euro alle banche del continente perche’, tra l’altro, esse aprissero i cordoni della borsa nei confronti degli operatori economici, ma tutto e’ stato vano e l’obiettivo e’ stato del tutto mancato. Ecco allora che le aziende cercano, con maggiore o minore successo, di andare avanti come possono sul terreno finanziario e comunque c’e’ chi tenta di trovare delle soluzioni piu’ o meno adeguate e piu’ o meno ingegnose al problema. Per esempio in Cina, paese dove tradizionalmente le piccole e medie imprese non riescono da molto tempo a trovare credito in maniera sufficiente da parte del settore bancario ufficiale, che preferisce concentrare l’attenzione verso le grandi imprese statali, si e’ parecchio sviluppato un importante settore finanziario di tipo informale, che riesce a sopperire almeno in parte alla bisogna.

La stessa cosa, sia pure su scala piu’ ridotta, va avanti, soprattutto ma non solo, in altri paesi emergenti. C’e’ poi la possibile soluzione del microcredito, che corrisponde di nuovo a bisogni cui il settore bancario ufficiale non riesce a fare fronte. E’ noto come tale forma di finanziamento abbia anch’essa trovato il suo terreno di elezione in Asia.

Ovviamente, in una situazione di restrizione del credito, anche lacriminalita’ organizzata trova molte occasioni da sfruttare. Oggi vogliamo fare riferimento ad un’altra possibile soluzione, sempre peraltro parziale, al problema, soluzione particolarmente innovativa e che si e’ molto sviluppata negli ultimi anni, il cosiddetto crowdfunding.

Vogliamo ricordare soltanto alcune dimensioni di questo fenomeno. Facciamo in particolare riferimento ad un articolo apparso relativamente di recente su Le Monde (A. Tonet, La cre’ation a l’heure du crowfunding, 17 gennaio 2013). Il crowdfunding significa letteralmente finanziamento da parte di una folla ed esso consiste nel finanziamento di una nuova iniziativa, di un nuovo progetto, facendo ricorso ad uno stile di intervento di tipo partecipativo; esso funziona operativamente attraverso un appello piu’ o meno pubblico per individuare un certo numero di volenterosi disposti a mettere di solito ciascuno una piccola quota di risorse in un nuovo progetto, sino a raggiungere l’importo richiesto. Internet gioca spesso un ruolo fondamentale nelle operazioni di raccolta. Un entusiasta di tale modalita’ di finanziamento e’ l’economista statunitense Jeremy Rifkin, che vi vede tra l’altro un segno dell’emergere di ‘una terza rivoluzione industriale’, fondata non piu’ sulla competizione e sull’utilitarismo, ma sulla condivisione, sulla collaborazione e sul rapporto umano tra le persone.

Secondo le statistiche disponibili, nel 2011 a livello globale sono stati raccolti circa 1,5 miliardi di dollari al riguardo, arrivando a finanziare 450 iniziative; piu’ della meta’ del totale e’ stato raccolto negli Stati Uniti. Il totale dei fondi raccolti e’ cresciuto del 72% rispetto al 2010, mentre le prime stime per il 2012 parlano di un ulteriore crescita del 91%, cio’ che vorrebbe dire che il mercato complessivo avrebbe raggiunto nell’anno appena passato la cifra di quasi 2,9 miliardi di dollari. Si puo’ allora anche immaginare che nel 2013 potremmo anche collocarci intorno ai 5,0 miliardi. Non si tratta certo di cifre risolutive del problema e solo un progetto su due riesce comunque a raccogliere le somme richiesta nei tempi prestabiliti; ma, in ogni caso, attraverso tale forma di finanziamento molte idee sono riuscite a trovare la loro strada nel mondo e la forte crescita del fenomeno nel tempo indica che gli spazi potenzialmente occupabili da tale strumento sono molto piu’ grandi di quelli attuali.

Si sono nel frattempo anche sviluppate delle istituzioni finanziarie specializzate nel settore, aiutando i vari promotori di iniziative a trovare la loro strada. Appare interessante rilevare come tra i settori piu’ toccati dal crowdfunding la cultura vi giochi un ruolo di primo piano, negli Stati Uniti come nel resto del mondo; si va dalla produzione di dischi, al fotogiornalismo, alla messa in scena di spettacoli di prosa, al cinema. Cosi il 10% dei film presentati all’ultimo Sundance Film Festival sono stati prodotti ricorrendo a tale modalita’ di finanziamento. Bene. Speriamo che la cosa vada avanti e soprattutto che essa si sviluppi nella direzione auspicata a suo tempo da J. Rifkin.

(Tratto da: http://www.finansol.it)

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