Beppe Grillo, il ruolo dei media e il rinnovamento degli ottantenni

altE’ utile leggere un giornale come il Corriere della Sera per comprendere bene la voce e il sentire del padrone. Pur non condividendo l’approccio messianico di Grillo e reputando sgangherate e sbagliate molte analisi macroeconomiche del suo movimento, sostanzialmente di continuità con gli interessi schiavisti di chi, non capendo, demonizza il concetto di debito pubblico, devo riconoscere un grande merito al comico genovese. Quello di avere per primo e senza giri di parole denunciato chiaramente la consustanzialità tra il potere politico e quello mediatico.

Ma, fate attenzione, non mi riferisco soltanto al vergognoso e macroscopico conflitto di interessi in capo a Berlusconi, peraltro approvato e difeso negli anni di governo della sinistra di Prodi e D’Alema, ma proprio al sistema nel suo complesso, senza rilevanti distinguo.
L’intero panorama informativo lavora con impegno per soffocare qualunque istanza di cambiamento, per silenziare gli eventi importanti e creare improbabili nuovi leader di cartapesta in grado di proseguire le solite politiche volte a umiliare gli ultimi, a impoverire i ceti medi e ad affollare le file della disperazione e dell’indigenza.

E’ esemplare al riguardo il generale silenzio intorno ad una questione decisiva come l’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione, compensato dal continuo gracchiare intorno a vicende ridicole e strapaesane come gli amori dell’attempata Rosy Mauro o le case del vichingo Calderoli. Il pluralismo dell’informazione è una bella favoletta.

Nella realtà pochissime persone detengono gran parte della forza di fuoco mediatica, che prostituiscono sull’altare dei loro interessi economici e sociali senza un barlume di etica del lavoro. I giornalisti, la gran parte dei quali sopravvivono ricevendo pochi centesimo al rigo, sono divenuti una categoria troppo debole per  lamentarsi del guinzaglio e chi lo fa, in un mercato sostanzialmente chiuso e dominato da un monolitico oligopolio castale, rischia di ritrovarsi giovanissimo a passeggiare ai giardinetti senza neppure il conforto dei nipoti. Grillo colse tutti questi aspetti con largo anticipo, denunciando tali incrostazioni con forza nell’aprile di quattro anni fa in occasione del secondo V Day dedicato per l’appunto al mondo dei media.

I giornali, non meno della lega del Trota, ricevono ingentissimi sussidi pubblici che utilizzano però in maniera molto più pericolosa e oscena dei peggiori tesorieri di partito, da Naro a Belsito. Con i nostri soldi, i grandi quotidiani spargono il veleno che lentamente ci paralizza e poi ci uccide. Molti lo fanno in maniera gridata e grottesca, alcuni invece colpiscono con stile e in guanti bianchi. Il Corriere rientra certamente nella seconda categoria. In prossimità delle elezioni francesi, impauriti dal vento rivoluzionario che soffia forte dalla Francia, i maggiordomi in frac di via Solferino si preoccupano di tirare di continuo il freno a mano. Dopo avere passato mesi a discutere di cazzate come il rapporto affettivo di Hollande con l’ex moglie Segolene Royal, si accorgono ora, a pochi giorni dal voto, del fatto che il candidato favorito socialista per la corsa all’Eliseo ha impostato tutta la sua campagna elettorale brandendo con forza l’arma della giustizia sociale, a partire proprio da un ripensamento del cosiddetto fiscal compact, imposto dalla Germania  e appena approvato in Italia anche da quei reduci di Salò che sono oramai diventati i principali esponenti del Partito (anti)Democratico. Compreso Fassina in versione Pierino di Alvaro Vitali. 
Visto che De Bortoli non può cambiare le proposte di Hollande, il suo giornale si preoccupa di specificare come la vera linea del partito socialista francese sia  in realtà appannaggio del sempreverde Laurent Fabius, dipinto oggi non a caso come una specie di Follini francofono pronto a innescare mine per impedire un doveroso e radicale cambiamento.
Rassegnatevi, se la vostra strategia di contenimento delle istanze democratiche del popolo europeo si riduce a questi puerili giochetti, state freschi.
Stavolta non vi salverete neppure dando fiato alle velleità di rinnovamento avanzate da ottantenni come Beppe Pisanu, in Parlamento da oltre 40 anni.
Se non avete altre idee per continuare a tenere schiacciata la testa del popolo, vi consiglio di pensare fin da ora ad un salutare armistizio.

Francesco Maria Toscano

Articolo tratto dal blog di F.M. Toscano – Il Moralista

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