Fiscal compact: l’Italia non e’ piu’ sovrana

I Senatori – complici – approvano il Pareggio di Bilancio in Costituzione e consegnano lo Stato nelle mani dei tecnocrati.

Il Pareggio di Bilancio in Costituzione e’ stato firmato. Senza che i cittadini italiani ne sappiano nulla o quasi, ne’ nulla di fatto hanno saputo di quanto stava accadendo, complici i media di massa che hanno alzato una cortina fumogena davanti alla vera, fondamentale, notizia di questi giorni, adesso la nostra Costituzione prevede che si debba rispettare ogni anno il pareggio dei conti dello Stato. Con questa norma, dal punto di vista pratico, lo Stato non potra’ piu’ operare delle scelte, magari volte a soluzioni che possano dare dei frutti piu’ in la’ di un periodo di tempo limitato, se queste dovessero andare oltre i meri conti. Cioe’ se dovessero comportare lo sforamento del bilancio annuale.

Beninteso, la cosa in se’, teoricamente – ma solo teoricamente – non e’ del tutto campata in aria: se non ci sono soldi non si puo’ spendere ulteriormente, se si rischia di superare il pareggio di bilancio, ci si deve fermare e non si puo’ andare oltre. Ma significhera’ forse che la nostra classe politica sara’ piu’ morigerata, nelle spese, per esempio a discapito della propria, e certa, sua propria tendenza a sperperare denaro (vedi la querelle attuale sul finanziamento ai partiti)? Niente affatto, ovviamente: significhera’ molto semplicemente che per quanto possano fare male i conti, per quanto possano continuare a drenare denaro pubblico per le proprie esigenze, avranno, da adesso, mano libera di fare praticamente qualsiasi intervento, sulle spalle dei cittadini, per far rientrare i conti. Saranno costretti a farlo. Del resto, da oggi, lo dice anche la Costituzione…

Eppure c’e’ di peggio, di molto peggio, ed e’ il motivo esatto per il quale, proprio su questo tema cosi importante, si e’ evitato del tutto di far arrivare il dibattito alla conoscenza dei cittadini e si e’ deciso di prendere una decisione del genere all’interno delle Camere senza che i cittadini abbiano potuto esprimersi in tal senso come un cambiamento di Costituzione di questa importanza avrebbe invece imposto.

La decisione presa e’ infatti diretta discendente degli accordi del M.E.S., ovvero del Meccanismo Europeo di Stabilita’ imposto dall’Europa delle Banche agli Stati membri, il quale prevede, di fatto, la perdita ulteriore di sovranita’ da parte di ognun paese. Complice la necessita’ imposta dalla crisi, il controllo dei conti pubblici di ogni singolo Stato, da adesso, e’ appannaggio non piu’ della sua sovranita’ ma di quella europea. O meglio, dei tecnocrati europei.

Di fatto, il regolamento del M.E.S. – ovvero gli obblighi del Fiscal Compact – conferisce a 17 governatori il potere di esigere qualsiasi somma dagli Stati membri che avranno sforato il pareggio di bilancio per evitare che questi vadano incontro in sanzioni di altro tipo. Brutalmente: volete gli aiuti europei, sempre piu’ indispensabili in questi momenti di crisi? Allora, dal punto di vista economico interno, dovete fare quello che diciamo noi. Alzare le tasse, se serve, tagliare i servizi, schiavizzare i lavoratori.

Ora non e’ piu’ ‘l’Europa che ce lo chiede’‘, ma ce lo impone.

Il controllo dei conti pubblici sara’ nelle mani di un ‘organismo indipendente’, che in realta’ e’ ultra-dipendente, eccome: e’ dipendente dai desiderata di chi governa l’Europa, ovvero la tecnofinanza criminale che ci ha portato al punto nel quale siamo.

Non solo: esigendo queste somme di denaro (e di norme) si potra’ rendere segreti e inviolabili gli archivi e i documenti. Risultato: noi cittadini non sapremo piu’ nulla. E nulla potremo piu’ decidere. In merito alle attivita’ interne, alla vera e propria gestione dello Stato, che oggi come oggi e’ principalmente economica, l’Italia, ad esempio, prendera’ ordini direttamente dall’Europa dei tecnocrati.

Il nuovo articolo 81 della nostra Costituzione recita che ‘lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico’. E ancora che ‘il ricorso all’indebitamento e’ consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta, al verificarsi di eventi eccezionali’. Decidere quali siano gli ‘eventi eccezionali’ che permettono lo sforamento di bilancio, tra cui sono annoverate ‘gravi recessioni economiche, crisi finanziarie, gravi calamita’ naturali’ sara’ compito di una legge ordinaria. In caso di sforamento ci dovra’ pero’ essere anche un ‘piano di rientro’. Dunque, se un anno finisce in deficit, poi andra’ recuperato e non finira’ per accrescere il debito. Per legge. Il che significa che se il deficita’ superera’ tale limite, sara’ obbligatorio per il governo in carica fare una manovra, senza temporeggiare o demandare la grana a chi gli succede. Manovra sulle spalle di chi e’ superfluo indicarlo.

Mario Monti e’ ovviamente la persona piu’ adatta, tra le altre cose, per dirottarci verso questo nuovo pezzo di perdita della sovranita’ nei confronti dei banksters, essendo egli stesso della medesima famiglia. E in ogni caso, oltre i due terzi dei nostri Senatori hanno approvato tale cambiamento della Costituzione. Dunque sono complici.

Dal punto di vista pratico, in questo modo, ovvero con l’impossibilita’ di prendere qualsiasi decisione veramente sovrana sul proprio futuro, su quello della propria economia e su quello della propria moneta, si e’ conferito, di fatto, il potere ai tecnocrati di tenerci legati come meglio e piu’ gli aggrada alla macina dell debito a usura e dei mercati.

Vale, ancora una volta, la massima storica e imperitura di Ezra Pound: ‘i politici sono i camerieri dei banchieri’.

Ci hanno servito un bel piatto indigesto. E noi cittadini ce lo stiamo mangiando senza averlo ordinato e senza sapere esattamente i suoi ingredienti e perche’ ci stanno costringendo a ingurgitarlo.

E’, in ultima analisi, un ennesimo, e determinante passo, verso la dittatura usuraia dell’Europa delle Banche.
(Tratto da: http://www.ariannaeditrice.it)

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