Dopo il G8, la controffensiva del Cavaliere…

A quanto pare, Berlusconi ce l’ha fatta anche questa volta: nessun incidente, contestazioni contenute anche dai terremotati aquilani, vivo apprezzamento di Obama e congratulazioni degli altri… Anche la temuta scossa di terremoto – in vista della quale erano già stati approntati i piani di trasferimento del G8 a Roma – non c’è stata: l’uomo è fortunato. Risultato: i sondaggi dicono che la maggior parte degli italiani ritengono che il G8 abbia rafforzato la posizione dell’Italia e che il merito sia di Berlusconi.

di Aldo Giannuli


I giornali di Murdoch hanno smesso di attaccarlo e c’è chi lo promuove da playboy a “statista”. Di Noemi si sono perse le tracce, la D’Addario è da tempo nelle pagine interne e con sempre meno spazio, delle foto di Zappadu nemmeno l’ombra. Persino Eugenio Scalfari, in un articolo agrodolce (“La Repubblica” 12 luglio) riconosce il successo di Berlusconi, pur cercando di ridimensionarlo da “statista” a “perfetto anfitrione” capace di organizzare al meglio l’ospitalità, il cibo eccellente e “l’intrattenimento rilassante”. Sull’intrattenimento rilassante non abbiamo dubbi…

Ed allora che fine hanno fatto gli “scenari imprevedibili” di cui si diceva sicuro D’Alema? E i ripetuti avvertimenti di Cossiga sull’affondo finale che sarebbe venuto nei giorni del G8?

Sino a domenica sera il barometro personale del cavaliere segnava tempesta: il “Corriere della Sera” on line preannunciava che nei giorni seguenti sarebbero uscite nuove foto molto imbarazzanti sulla stampa inglese. Cominciava a girare una parola breve e fragorosa: coca. Ancora nel lunedì mattina, negli ambienti giornalistici romani, giravano voci di ulteriori novità assai scabrose e qualcuno paventava che la conferenza stampa del G8 si sarebbe risolta in un tiro incrociato sul Presidente del Consiglio, al quale, nelle stesse ore, l’ “Express” dedicava la copertina conferendogli il titolo di “buffone. d’Europa”.

Poi, nel giro di alcune ore le acque si sono calmate di colpo. E’ bastato un sorriso di Obama con l’incredibile dichiarazione sulla “straordinaria stima” di cui Berlusconi godrebbe presso noi italiani.

La migliore conferma che la tempesta scatenatasi da maggio non era casuale,ma era una vera e propria operazione mediatica, nella quale agivano più soggetti, sta proprio in questo improvviso acquietarsi di onde. Le tempeste spontanee di solito non rientrano così prontamente e a comando.

Non pensiamo che ci sia stato alcun “Congresso di Vienna” fra quanti erano interessati al gasdotto “Nabucco”, Murdoch, l’opposizione italiana, la signora Veronica ed i giudici del caso Mills. Alcune di queste cose sono avvenute in modo spontaneo ma erano prevedibili (ad esempio, il deposito della motivazione per il caso Mills), altre sono state opera di Murdoch (i suoi giornali avevano iniziato il fuoco di sbarramento già da metà aprile), altre ancora forse hanno uno zampino a stelle e strisce e magari su tutto questo altri ancora (magari anche interni alla stessa maggioranza) si sono inseriti, cercando di sfruttare il momento. E che il cavaliere fosse in guai seri era vero, come confermavano i segnali di D’Alema e Cossiga, entrambi personaggi che pesano le loro parole e non si espongono facilmente ad essere sbugiardati dai fatti.

Dunque, tutto fa intendere che ci sia stato un momento in cui il leader della destra sia stato effettivamente sul punto di cadere.

Poi sono iniziati i segnali che l’offensiva si stava bloccando. Il Presidente Napolitano –subito imitato da Fini- invitava ad astenersi da attacchi al Presidente del Consiglio nei giorni del G8, ovviamente, per salvaguardare l’immagine internazionale dell’Italia. Tremonti dichiarava che un governo tecnico o di unità nazionale non aveva alcuna possibilità di riuscita perchè sarebbe durato “meno di uno yogurt”. Poi, subito dopo l’annuncio della firma dell’accordo per la realizzazione del gasdotto “Nabucco”, iniziava il G8 e Obama offriva la sua copertura a Berlusconi.

Tutto questo fa pensare che qualcosa sia intervenuto a mutare il corso delle cose. Forse un accordo durevole, o forse un armistizio o anche una semplice tregua d’armi non sappiamo, né, tanto meno, conosciamo l’oggetto di questa eventuale intesa. Forse una “pace dei gasdotti”? O altri impegni italiani su questioni come l’Afghanistan o l’Iran o, ancora, gli ex prigionieri di Guantanamo? O forse Berlusconi ha avuto qualche ruolo (non mi pare credibile, ma non si sa mai) nei negoziati russo-americani sul disarmo? Tutto possibile, anche se non ce lo vengono certo a raccontare.

Si ha la sensazione che la coalizione anti-cavaliere, tacitamente formatasi nei fatti e sulla base di interessi assai diversi fra loro, sia rapidamente entrata in crisi man mano che giungevano segnali distensivi da parte degli Usa. E’ probabile che qualcuno pensava di poter fare affidamento sulla rottura di quella intesa con Washington che aveva protetto i Cavaliere nell’era Bush e che l’elezione di Obama, non meno che la svolta putiniana dello stesso cavaliere, si immaginava avesse dissolto.

E’ evidente che l’uscita di Obama ha bagnato le polveri di molti: che peso volete che abbia la foto di un bacio lesbo sotto lo sguardo “vispo” del Cavaliere, quando questi riceve un riconoscimento di quel tipo da parte del Presidente degli Usa? Obama ha “blindato”, almeno per ora, Berlusconi e, non ne dubitiamo, ne avrà avuto il suo interesse.

Gli altri hanno dovuto battere in ritirata e adesso, con ogni probabilità, inizierà la controffensiva berlusconiana.

Ma non crediamo per questo ai pronostici di un governo di legislatura che passerà di “vittoria in vittoria”. A ottobre la Corte Costituzionale deve pronunciarsi sul lodo Alfano e, anche se dovesse confermarlo, poi ci sarebbe il referendum. Ma, soprattutto, è probabile che in autunno inizi una fase di lotte sociali che potrebbe rivelarsi intensa come non accade da moltissimi anni.

La partita è ancora aperta.

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