di Gaspare Armato .
Mentre alcuni affermano che negli ultimi sessant’anni, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, è cambiato ben poco, che non vi sono state rivoluzioni degne di nota, a mio avviso, viceversa, siamo entrati in una nuova epoca. Solo per fare qualche esempio: il ’68, la caduta del muro di Berlino della fine anni ’80, il ridimensionamento del comunismo, gli anni di pontificato di papa Giovanni Paolo II, tutta la serie di guerre europee e asiatiche (Kosovo, Iraq, etc.), il crollo delle Torri gemelle, Obama negli Stati Uniti, ultimamente la forte crisi economica…
E i morti, ahimè, ci sono stati, magari lontano dalle nostre terre, magari in Africa o in Asia, magari in quelle zone dove la notizia è fermata ancor prima di nascere, morti magari in numero minore rispetto a cento anni fa. E che dire della nuova rivoluzione gutenberghiana? La rete, internet! L’informazione, il veloce scambio delle idee, il diffondersi delle notizie in maniera repentina, una cultura che non è più quella di una volta, l’essere umano che sta prendendo coscienza della sua capacità individuale, nel bene e nel male. L’universalizzazione del sapere, gli acquisti che molti oramai fanno tramite un computer, i nuovi lavori una volta impensabili, la forza di certi blog che possono influenzare l’opinione pubblica e magari una scelta politica, o il successo di un libro, di un film, di un nuovo mezzo tecnologico, il singolo che con le proprie idee raccoglie attorno a sé migliaia di consensi senza muoversi di casa, e via dicendo. Non sono frutti secondari, non sono eccezioni, non sono minuzie. Ed è importante essere coscienti di questi cambiamenti, essere consapevoli che i tempi sono mutati e mutano in un modo tanto rapido che ci è difficile seguirne il corso, anche perché li stiamo vivendo e non ce ne rendiamo conto.
La Storia, alla fin fine, per continuare deve rinnovarsi e se poi sembra ripetersi, be’, fa parte del suo ciclo. Rino, in poche parole
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