Calcio / Il Liverpool sull’orlo della bancarotta

I Reds sono in profondo rosso. Riuscirà il Liverpool a iscriversi al prossimo campionato? E’ questo l’interrogativo che circola sui tabloid britannici, dopo la pubblicazione dei conti-disastro della società che lo controlla. Il deficit è salito a 563 milioni di sterline. Una cifra astronomica, che addensa nuvoloni neri sul futuro del club e della Kop Football Limited, di proprietà dei tycoons statunitensi Tom Hicks e George Gillet junior.


L’allarme è stato innescato dal rapporto della società di revisione Kpmg Llp, ripreso dal quotidiano Guardian. Entro il 24 luglio prossimo, termine improrogabile per la chiusura del prossimo bilancio, si tratta di rifinanziare il club iniettando l’altrettanto astronomica cifra di 350 milioni di sterline. Tutto ciò nonostante il fatturato record di 159,1 milioni con cui era stato chiuso l’esercizio nel luglio dell’anno scorso a fronte di un utile di 10,2 milioni.
 
Secondo l’indagine contabile la macroscopica esposizione della Kop Football sarebbe legata al pagamento degli interessi sul debito grazie al quale Hicks e Gillet hanno acquistato il Liverpool nel febbraio del 2007. Da parte degli amministratori della società sarebbero in corso trattative con gli istituti di credito per il rientro dai prestiti.
 
Questo è il calcio al tempo della crisi. Davanti a cifre che fanno impallidire, non è più ammissibile pensare di andare avanti così. In Italia, come in tutto il resto d’Europa, soffiano venti di bancarotta. Anche se non è mai facile cambiare, il tempo della mutazione di un’azienda che spende troppo più di quanto incassa sembra ormai alle porte. La bolla calcio è pronta a scoppiare.
 
Come la finanza internazionale – dopo lo tsunami che l’ha investita – si sta preparando a una rivoluzione copernicana fatta di regole e sanzioni certe, analogamente avverrà nel pianeta calcio. Nulla sarà più come prima, anche se nessuno ancora si decide ad ammetterlo nè a prendere le decisioni conseguenti. 

Tutto sta per cambiare. Ormai è solo questione di tempo. In qualsiasi ambito la “nuova normalità” sarà profondamente diversa dalla “vecchia normalità”, della quale prenderà inesorabilmente il posto. Il calcio, come il mondo che lo circonda, non può continuare a vivere in un eccesso di eccessi. I veri tifosi non aspettano altro. Solo il ritorno a condotte sobrie, e dettate dal buon senso, lo riporterà ai fasti che merita.

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