di Cinzia Agostini
«Nel tuo programma elettorale abbiamo letto che vuoi arrivare a un mondo libero da armi nucleari – continuano i partecipanti all’iniziativa – Ne siamo felici e per questo ti chiediamo di arrivare con rapidità alla ratifica del trattato per la messa al bando delle sperimentazioni nucleari, a cancellare i piani per lo scudo in Europa, alla revisione della dottrina nucleare della Nato».
Rispetto alle passate edizioni, il numero di persone partite da Pordenone per percorrere a piedi i 15 chilometri che la separano dalla base Nato (a causa della pioggia incessante e del freddo, una parte del percorso è stato compiuto in auto) quest’anno era minore: complice il clima invernale e, chissà, quello sociale. Ma la via crucis, intitolata “Tu non uccidere” da uno scritto di don Primo Mazzolari, del quale ricorre il cinquantesimo anno dalla morte, nelle sue cinque tappe di riflessione e preghiera ha toccato gli ambiti da cui maggiormente si erge l’urlo dei crocifissi di oggi: il carcere, l’immigrazione, la crisi economica, le armi, la lotta tra il male e il bene.
«Non dirci che siamo sognatori. E’ la tredicesima volta che in tanti a piedi percorriamo il tratto dalla città di Pordenone alla base militare di Aviano, prendendo coscienza e collegandoci alle sofferenze di quanti devono soccombere per le nostre scelte di potenza e di privilegio, ma anche pregando perché rimanga tenace la speranza che il diritto alla giustizia e alla pace dei popoli trovi risposte concrete e adeguate.
Con grande sincerità dobbiamo confessarti che questo tipo di strutture militari, assieme alla montagna di risorse gettate via per la produzione di armi, per noi rimangono una ferita inferta ai popoli e al pianeta, segno e strumento di ingiustizia e di prepotenza. Sappiamo che sarà un percorso durissimo e pericoloso e sarà ostacolato da gruppi potenti, che vogliono imporre i loro interessi – concludono nel loro appello – Trovando l’energia nei figli che crescono e che aspettano da noi un futuro diverso e rispondendo alle attese pressanti della maggioranza dell’umanità, pensiamo sia possibile rivedere la nostra posizione complessiva di gendarmi del mondo».
Cinzia Agostini
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