I poveri si lasciano derubare, non se ne accorgono neanche; e quando se ne accorgono è tardi e, spesso, sono già alla fame. Quando i popoli sono alla fame non sanno nemmeno reagire, possono essere deportati a milioni sui vagoni merci. I ricchi lottano furiosamente anche tra di loro e, anzi, non soltanto difendono la loro proprietà, ma cercano di svenare l’avversario che ha osato aggredirli.
Queste tra ricchi sono lotte sanguinose, le altre sono semplici furti con destrezza: qualche amicizia, qualche modifica costituzionale, qualche illegalità, una guerricciola (ideata dai ricchi, ma combattuta dai poveri), qualche «gioco» in Borsa, qualche minaccia di antrace o di rivolta o di terrorismo, una piccola invasione preventiva, un contratto di sfruttamento del sottosuolo e via dicendo. In una società borghese, liberista e «pacifica», è sufficiente tarare di un millesimo in più o in meno un contatore del gas, dell’acqua, dell’elettricità, del telefono per riversare miliardi, rubati alle famiglie, su ristretti gruppi di ladri. Da questi furti nasce una seconda ondata: perché le ruberie si inventano e si realizzano l’una sull’altra con grande facilità.
In questo modo si spostano miliardi di euro da un’area, una nazione, un continente di poveri, a poche bande internazionali di ricchi. Per la difesa e l’accrescimento di queste montagne di beni, siamo arrivati al punto da essere terrorizzati dal «presunto» terrorismo: in molti paesi si possono imprigionare, torturare, condannare a morte anche persone su cui si abbiano soltanto sospetti, come nei mesi peggiori della Rivoluzione francese, quelli che appunto la storia ci ricorda con il nome di Terrore.
I sospetti si possono anche inventare, la fantasia non manca, i libri sono pieni di esempi, da Machiavelli a Stalin. Ci sono i moderni Robespierre, Saint-Just, Marat, Danton: vedono nemici in tutti coloro che la pensano in maniera diversa ed ecco in funzione carceri e ghigliottina. Oh, i diversi. I poveri sono «diversi». Basta una denuncia, e un individuo, una famiglia, una comunità, addirittura un paese, possono essere distrutti. Ci manca Dio. I Robespierre, i Marat, i Danton e via dicendo sono finiti anch’essi di morte violenta, ma non è una consolazione. I poveri devono conquistarsi il pane oggi, non aspettare la vendetta domani.
Mario Pancera
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