26.000 bambini sotto i 5 anni muoiono ogni giorno

Sono più di 26.000 i bimbi sotto i cinque anni che muoiono ogni giorno nel mondo, soprattutto per cause evitabili. Lo afferma il “Rapporto Unicef 2008” su “La condizione dell’infanzia nel mondo – Nascere e crescere sani” presentato a Roma il 22 gennaio [HelpConsumatori.it].    


Qual è dunque la situazione della mortalità infantile oggi? Nonostante le drammatiche cifre, l’Unicef parla di un margine di miglioramento. Il numero annuale di morti infantili si è infatti dimezzato, passando da circa 20 milioni nel 1960 a 9,7 milioni nel 2006.

In particolare, il Rapporto 2008 sottolinea risultati positivi di alcuni paesi in via di sviluppo come Cuba, Sri Lanka e Siria e punta il dito contro paesi come Sierra Leone, Angola e Afghanistan. Questi ultimi “continuano ad avere i più alti tassi al mondo – ha commentato il Presidente dell’UNICEF Italia Antonio Sclavi – di mortalità infantile e anche di mortalità da parto, chiara indicazione di come le conseguenze dei conflitti si protraggano per molti anni anche dopo la fine delle ostilità”.

Ma quali sono le cause della mortalità infantile? Accanto agli effetti di lungo periodo dei conflitti, tra le cause della mortalità infantile emergono con nettezza le malattie delle vie respiratorie e le conseguenze dirette e indirette delle cattive condizioni di gravidanza e parto (gravidanze precoci, parti non assistiti, mancanza di servizi e personale sul territorio).

Le principali cause di morte per i bambini sotto i 5 anni sono: complicazioni neo natali (36%); polmonite (19%), diarrea (17%); malaria (8%); morbillo (4%); AIDS (3%). Una persona su 5 non ha accesso a forniture di acqua potabile e circa la metà sono prive di adeguati servizi igienico-sanitari . Infine, il numero di bambini che muore per malattie diarroiche è stimato a circa 2 milioni l’anno, circa il 17% di tutte le morti infantili 0-5 anni.

“Per arrivare – ha detto l’Unicef – all’Obiettivo di Sviluppo del Millennio n. 4, che prevede la riduzione di due terzi della mortalità infantile entro il 2015, servono analisi costanti delle situazioni più a rischio e nuove modalità d’intervento, più articolate, sistematiche e complesse. La sfida è garantire che i bambini possano accedere a un’assistenza medica continuativa, sostenuta da solidi sistemi sanitari nazionali”.

Secondo il Rapporto, le regioni che non sembrano avviate a raggiungere il quarto Obiettivo sono Medio Oriente e Nord Africa, Asia Meridionale e Africa Subsahariana. Quest’ultima è la detentrice di record negativi: nel 2006 quasi la metà di tutti i decessi sotto i 5 anni si è verificata proprio in questa parte di mondo.Qui, un bambino su 6 muore prima dei cinque anni. Le cause? Guerre, disastri naturali, Aids, miseria e scarse strutture medico-sanitarie. “E’ evidente – ha sottolineato l’Unicef – che questa zona necessiti di adeguate strategie salvavita”.

“L’integrazione a livello comunitario – ha detto il Direttore generale dell’UNICEF Ann Veneman -di servizi essenziali per madri, neonati e bambini piccoli, insieme a un miglioramento sostenibile dei servizi sanitari nazionali, può salvare la vita di molti dei 26.000 bambini sotto i 5 anni che muoiono ogni giorno”.

In conclusione, “il Rapporto descrive l’impatto di misure salvavita – ha continuato la Veneman – semplici ed economicamente sostenibili, quali l’allattamento esclusivo al seno, le vaccinazioni, l’utilizzo di zanzariere trattate con insetticidi, la somministrazione d’integratori di vitamina. A, ciascuna delle quali ha contribuito negli ultimi anni a ridurre la mortalità infantile”.

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