Dati Istat su inflazione a luglio. I commenti dei Consumatori

Dopo la pubblicazione, da parte dell’Istat, del tasso di inflazione (sceso a luglio a +1,6%), non sono tardati i commenti delle associazioni dei Consumatori. Secondo Adiconsum si tratta di una rilevazione che non corrisponde alla reale percezione dei prezzi avvertita dai cittadini. Anche per Adusbef e Federconsumatori i dati contrastano con le difficoltà economiche affrontate dalle famiglie italiane. Codacons sottolinea che, nonostante il calo dell’inflazione, si registrano notevoli aumenti nel settore alimentare, specialmente per i prodotti freschi [HelpConsumatori.it].


I dati Istat non fotografano la realtà. Questo il parere di Adiconsum. “Siamo alle solite! L’Istat – dichiara l’associazione – continua a fornire un quadro del Paese che non esiste. L’inflazione percepita dalle famiglie va ben oltre l’1,6%. Ancora una volta i dati pubblicati dall’Istat si discostano dalla reale percezione delle famiglie. Lo dimostra l’aumento dei prodotti alimentari (+2,4% in un anno), dei mobili e degli articoli per la casa (2,6%), ma soprattutto lo dimostra l’inattendibilità dell’aumento dell’1,2% della voce abitazione, acqua, elettricità e combustibile, quando la sola benzina è aumentata di almeno il 10%”. “Per Adiconsum – prosegue l’associazione dei Consumatori – è il problema di sempre. Non si tratta di contestare scientificamente il paniere, ma di costruire panieri sulla reali spese quotidiane dei cittadini. L’Istat, come da anni promesso, deve rendere pubbliche le rilevazioni suddivise per singole classi di cittadini (pensionati, single, ecc.): solo in questo modo non esisteranno più contestazioni sul reale andamento dell’inflazione che, come dimostrano le rilevazioni di luglio della stessa Istat, viaggia per i beni primari effettivamente utilizzati da tutte le famiglie oltre il 2,5%”.

Inflazione in calo? Secondo Adusbef e Federconsumatori i dati Istat contraddicono i disagi delle famiglie italiane, sempre più indebitate con mutui e credito al consumo. Quest’ultimo “è aumentato del 14%, – evidenziano le due associazioni – con rate sempre più grandi che non si riescono più ad onorare, nemmeno ricorrendo ai normali circuiti del credito, 450.000 mutuatari su 3,5 milioni,hanno già avuto procedure esecutive per l’eccessiva onerosità sopraggiunta dall’aumento dei tassi variabili,consigliati dalle banche al 91% dei richiedenti; l’aumento nelle grandi città del 150% degli sfratti, accompagnato dal più 220% delle richieste, molte di esse eseguite per morosità, disagi sociali indescrivibili,mentre la speculazione petrolifera (scarsamente rilevata dall’Istat) continua a mordere gli automobilisti,specie in occasione degli esodi,avvalorata dall’euro forte sul dollaro che dovrebbe al contrario ben ammortizzare l’aumento del brent”.

Per il Codacons il ribasso dell’inflazione a luglio appare poco credibile ed “è caratterizzato da aumenti consistenti nel settore alimentare, con i prodotti freschi aumentati del +3,1%, frutta +6,5%, pesce +3,4%”. “Tutti prodotti il cui consumo evidentemente cresce nel periodo estivo – afferma il Presidente Codacons, Carlo Rienzi – circostanza che spinge molti venditori ad aumentarne il prezzo, così da incrementare i guadagni grazie alla maggiore domanda da parte dei consumatori. Contro le speculazioni e gli aumenti ingiustificati dei prezzi dell’ortofritta e dei prodotti alimentari in genere servono più controlli e severe sanzioni – conclude Rienzi – soprattutto perché si tratta di beni primari di cui le famiglie italiane non possono fare a meno”. 

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