Il Berlusconi Argentino e le elezioni della Capitale

Maurizio Macri, considerato il Berlusconi argentino, domenica 3 giugno, alla fine del primo turno delle elezioni a sindaco di Buenos Aires ha ottenuto il 45,6 % dei voti. Il suo rivale al secondo turno sarà Daniel Filmus, che ha ottenuto il 23,7%, mentre Jorge Telerman col 20,6 %, è fuori gioco [Antonio Graziano].

 


Esce di scena l’attuale Jefe de Gobierno ed ex vice sindaco della capitale federale. Aveva beneficiato delle conseguenze della strage della discoteca di Cromagnon, che nel dicembre del 2004 provocò 194 morti e 700 feriti. L’ex sindaco Anibal Ibarra, pur non essendo stato sottoposto a giudizio, venne accusato delle responsabilità del caso, trasformato in un cadavere politico e destituito dall’incarico.

Candidato per la Propuesta Repubblicana (PRO), Mauricio Macri ha una lunga biografia da impresario alle spalle. Figlio dell’italiano Francisco Macri, che fece fortuna negli anni della dittatura e durante il successivo governo di Alfonsín e fu rappresentante della Fiat in America Latina per oltre vent’anni, Maurizio ha continuato la fortuna del padre. Azionista ed ex vice presidente del gruppo SOCMA (Sociedad Macri), un impero costituito da 50 imprese e da una holding di servizi. È presidente del Boca Junior, il club calcistico che conta più vittorie al mondo, seguito dal Milan di Berlusconi. Secondo la norma, che prevede la candidatura del sindaco insieme al suo secondo, Macri ha scelto (come candidata a vice) Gabriela Michetti, una politologa divorziata, paraplegica a causa di un incidente e considerata da altri esponenti politici come la persona con maggiore spessore umano ed intellettuale tra i personaggi legati all’attuale corsa al governo della città. Rappresenta dunque il volto umano di un candidato che cerca anche il voto di gay, lesbiche e transessuali e quello delle chiese evangeliche.

Daniel Filmus, parte della squadra di governo di Kirchner, viene definito come il miglior ministro dell’educazione degli ultimi 100 anni. Originario della provincia di Santa Cruz, è migliore come tecnico che come politico. Lavora nell’ambito dell’educazione da sempre e, sebbene non abbia un grande carisma, nelle ultime tre settimane di campagna elettorale ha migliorato notevolmente la sua immagine, grazie alla strategia preparata da Alberto Fernández, capo di gabinetto di Kirchner. Ha scelto come vice sindaco Carlos Heller, presidente dell’istituto di credito cooperativo Credicoop, definito il banchiere guevarista. Il duo Filmus-Heller costituirebbe una svolta a sinistra rispetto alla gestione di Tellerman, e garantirebbe il miglioramento delle politiche sociali ed educative.

Marco Morani, responsabile per il Mercosur della ONG Italiana ICEI, un italiano che vive da 10 in Sud America, di cui gli ultimi 5 passati in a Buenos Aires, commenta i risultati del  primo turno: “I tre maggiori candidati hanno impostato la propria campagna sulla base della gestione della città. Nessuno di loro ha generato un vero discorso politico. Non sono stati definiti dei valori nè un’ideologia di riferimento. La loro strategia elettorale è basata sulla soluzione dei principali problemi urbani: il traffico, la violenza, la sanità”. Morani spiega che le motivazioni principali di questo atteggiamento si ritrovano nel fatto che “come in Italia anche in Argentina si è generata una disaffezione per la politica”. È chiaro il riferimento al crack finanziario del 2002 ed alle masse riversatesi nella cittá al grido Que se vaya todos! (che se ne vadano tutti) riferendosi alla classe politica del paese. Per questo “la gente guarda a personaggi alternativi che nascano dal mondo dell’impresa, dello sport o dello spettacolo – continua Morani –  ed un’eventuale vittoria di Macri andrebbe nella direzione opposta alla quale stiamo lavorando sul territorio. Il nostro lavoro è impostato sulla creazione di una coesione sociale e della sicurezza dei cittadini come risultato di una politica di partecipazione dei cittadini nel proprio quartiere e nella propria comunità”. Con questa filosofia viene portati avanti un progetto di turismo responsabile ed uno di appoggio ai classificatori di residui urbani, per favorire la creazione di esperienze cooperative. In tutt’altra direzione andrebbe la gestione della cosa pubblica se l’impresario argentino vincesse il secondo turno, in quanto “la famiglia Macri ha trovato proprio nei rifiuti un nuovo business per cui una sua vittoria potrebbe significare la scomparsa di esperienze alternative di questo tipo. Anche dal punto di vista della sicurezza cittadina, prevarrebbe il principio della tolleranza zero, con la moltiplicazione della presenza delle forze dell’ordine e della repressione” 

La politica del paese dipende solo in parte dal governo della capitale, che conta tre milioni di abitanti, mentre sarà legata maggiormente alle elezioni provinciali, che avverranno il prossimo ottobre in concomitanza alle presidenziali. La sola provincia di Buenos Aires, conta con  dieci milioni di abitanti, più di un quarto di tutta la popolazione del paese. Facendo i conti, Macri ha ricevuto più voti dei due maggiori sfidanti messi insieme. I risultati del ballottaggio del 24 di giugno sembrerebbero essere scontati. Esistono però una miriade di candidati minori, i cui voti, al ballottaggio, saranno decisivi per l’elezione del prossimo Governatore di Buenos Aires.

Antonio Graziano

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