La proposta socialista del Vangelo di Marco

BUENOS AIRES-ADISTA. Era scomparso quasi senza lasciare traccia il dibattito sul rapporto tra cristianesimo e socialismo, schiacciato sotto il peso del trionfante pensiero unico, cacciato nelle catacombe dall’impe-rante – in tutto il mondo – modello neoliberista. Ci ha pensato il presidente venezuelano Hugo Chávez, con il suo invito a costruire il “socialismo del XXI secolo”, a riproporre, nell’agenda latinoamericana, la sfida di un nuovo progetto socialista, subito raccolta e rilanciata dal Forum Sociale Mondiale (v. Adista n. 80/05). Da allora la riflessione sulla costruzione di un sistema contrapposto al capitalismo ha ripreso quota, anche nell’ambito della Teologia della Liberazione, dove pure aveva lungamente latitato. Ad affrontare il tema del rapporto tra socialismo e cristianesimo è ora il teologo argentino Rubén Dri, docente di Filosofia e Scienze dell’Educazione alla Facoltà di Scienze Sociali dell’Università Nazionale di Buenos Aires, e autore, tra l’altro, del libro “Processo alla Chiesa argentina: le relazioni tra la gerarchia ecclesiastica e i governi di Alfonsín y Menem”. “Una società cristiana è necessariamente socialista nel senso profondo della parola – scrive il teologo –, cioè una società in cui il valore fondamentale sia quello della condivisione”. Una società la cui proposta economica, in contrapposizione con l’economia di accumulazione individuale, si trova ampiamente illustrata, secondo Dri, nel vangelo di Marco, in particolare nell’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci (claudia fanti).


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