Nel 2005, per la prima volta nella storia, là¢â‚¬â„¢Asia ha consumato più energia del Nord America e dellà¢â‚¬â„¢Europa. Cina e India stanno costruendo un apparato industriale i cui consumi energetici, nel futuro prossimo, potranno non avere paragoni al mondo. E non puàƒÂ² essere snobbata la recente visita del re saudita, Abdullah, in Oriente. PerchàƒÂ© si tratta di unà¢â‚¬â„¢evidente intenzione di ridefinire i rapporti tra fornitore e cliente.
Nel frattempo peràƒÂ², là¢â‚¬â„¢offerta di greggio si riduce. Oltre che per motivi politici e legati ai continui terremoti diplomatici e militari che vive il Medio Oriente, anche per unà¢â‚¬â„¢effettiva riduzione delle disponibilitàƒ estrattive. àƒË† stato calcolato, infatti, che il mondo ha riserve petrolifere facilmente sfruttabili per soli 40 anni. Questo rischia di provocare un balzo ben oltre i 67 dollari al barile dellà¢â‚¬â„¢oro nero, con il pericolo che si arrivi anche a cento.
Legittimo, a questo punto, domandarsi cosa sia stato deciso a Davos. Nulla. Sostanzialmente non si è stabilito nulla. Se non altro, peràƒÂ², si è preso atto del problema. Ed è giàƒ qualcosa. Là¢â‚¬â„¢autocoscienza à¢â‚¬ per dirla in termini idealistici à¢â‚¬ è il primo passo per il raggiungimento dellà¢â‚¬â„¢atto.
Nel suo piccolo, inoltre, il ministro italiano dellà¢â‚¬â„¢Economia, Giulio Tremonti, ha presentato delle proposte. Da realizzarsi unicamente nel contesto europeo, che hanno suscitato aspre polemiche, ma comunque si è fatto sentire. Là¢â‚¬â„¢idea tremontiana è quella di emettere obbligazioni comunitarie per il finanziamento di progetti per lo spazio, la difesa e là¢â‚¬â„¢innovazione, come indicato nellà¢â‚¬â„¢agenda Lisbona. Quello di assegnare a Bruxelles un potere tributario appare originale e in parte trova spazio in parte nella personale riflessione del ministro sulla finanza creativa. Tuttavia, non è da snobbare. E per due motivi. Primo perchàƒÂ© si tratta della sola indicazione concreta che un ministro comunitario abbia avanzato. Secondo, perchàƒÂ© à¢â‚¬ e in questo caso la chiave di lettura diventa meramente legata alle questioni interne nazionali à¢â‚¬ il passo puàƒÂ² apparire come una velata conferma a quelle timide voci che danno Tremonti come candidato in pectore alla Farnesina, in caso di vittoria del centro-destra. Insomma, altro non sarebbe che il biglietto da visita, presentato in un consesso internazionale, da parte di un nostro eventuale capo della diplomazia.
Ciononostante, tornando alla situazione internazionale, bisogna sottolineare là¢â‚¬â„¢effettiva mancanza di una politica energetica alternativa da parte di tutta la comunitàƒ . Carbone pulito, gas naturali, ma soprattutto nucleare, queste sono le strade poco battute che il mondo industrializzato dovrebbe cominciare a intraprendere. Alcuni Paesi, soprattutto in Occidente, stanno cercando di farlo. La Cina, a sua volta, ha giàƒ manifestato là¢â‚¬â„¢intenzione di attivare una dozzina di nuovi reattori. Mentre là¢â‚¬â„¢India ha in cantiere una capacitàƒ nucleare di 40 mila megawatt entro sette anni. Ma tutto questo non basta.
àƒË† necessario un intervento di tipo politico e su scala internazionale, da parte dei singoli governi e super partes dalle autoritàƒ che fanno capo allà¢â‚¬â„¢Onu. La creazione di unà¢â‚¬â„¢agenzia, sul modello dellà¢â‚¬â„¢Aiea, per la definizione di un sistema economico mondiale non più à¢â‚¬Å“oro-nero-centricoà¢â‚¬? potrebbe segnare la svolta.
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