Democrazia in briciole

à‚«In tutti i tipi di regimi ci si è sempre occupati dellà¢â‚¬â„¢educazione dei governanti: si pensi a veri e propri manuali di formazione come la Ciropedia, il De Officiis, Il Principe. Per la democrazia non cà¢â‚¬â„¢è mai stato nulla di simile; non è mai esistita una à¢â‚¬Å“educazione alla democraziaà¢â‚¬?. Come se si pensasse che là¢â‚¬â„¢umanitàƒ ne sia naturalmente portata. Nulla di più falsoà‚». Comincia cosàƒÂ¬ il racconto del professor Gustavo Zagrebelsky, presidente emerito della Corte Costituzionale, di questa democrazia in briciole [CInzia Agostini].


Si tratta di un atteggiamento generale di scarsa consapevolezza. Pericoloso se si pensa che in democrazia i governanti sono gli stessi cittadini. Ma se da una parte si assiste alla sua estensione nel mondo come valore, come sinonimo di tutto ciàƒÂ² che è buono e bello anche al di làƒ della vita politica (nella famiglia, nella societàƒ ), una sorta di migliore dei mondi possibili, dallà¢â‚¬â„¢altra il popolo sembra essere diventato democratico per assuefazione più che per convinzione. Un poà¢â‚¬â„¢ come succedeva ne à¢â‚¬Å“I Cavalierià¢â‚¬? di Aristofane: Demos, la personificazione del popolo, è un vecchio brontolone, pieno di manie e poco sveglio, pronto a lasciarsi abbindolare da chi la spara più grossa tra i due aspiranti al potere, Paflagone e il Salsicciaio. Strana profezia quella del commediografo ateniese se duemila e cinquecento anni più tardi, sul suolo italico, il governo è conteso da personaggi che, con un veloce cambiamento di vocale finale, rimano con Paflagone o sono identificati da altri insaccati.

à‚«Come si deve operare se si vuole essere democratici? Suggerisco dieci punti essenziali, le condizioni base della democrazia à¢â‚¬ spiega Zagrebelsky à¢â‚¬ Innanzi tutto è necessaria la fede in qualcosa, un qualcosa peràƒÂ² di non dogmatico e assoluto. Il relativismo non fa parte della democrazia, perchàƒÂ© conduce a quel nichilismo che comporta al credere unicamente in se stessi, nella propria forza, nel proprio potere, con tutte le conseguenze immaginabili.

Poi la diversitàƒ di opinioni, lo spirito di dialogo con possibilitàƒ di cambiare parere, e lo spirito di uguaglianza. Il credere in un regime aperto e inclusivo, non esclusivo per chi porta identitàƒ diverse. La diffidenza verso decisioni irrimediabili, in contrasto con idee di veritàƒ assoluta: la democrazia è il regime della ricerca continua, che si coniuga con un atteggiamento sperimentale, la coscienza dei diritti della maggioranza e delle minoranze, un atteggiamento altruistico, che non permetta di cadere nel darwinismo sociale.

Infine, la democrazia richiede la cura delle parole nel numero e nella qualitàƒ : se poche parole significano poche idee, poche possibilitàƒ , poca democrazia, oggi conosciamo anche il loro tradimento. Una parola come politica, che nasce dai concetti di cittadinanza e suo ordinamento per là¢â‚¬â„¢armonia interna, oggi viene usata in locuzioni di senso diametralmente opposto: noi parliamo di politica della guerra, di politica della segregazione razzialeà¢â‚¬Â¦ Oggi diciamo governare e intendiamo depredare, parliamo di guerra preventiva e pensiamo allà¢â‚¬â„¢invasione, usiamo il termine mobilitàƒ per nascondere il concetto della disoccupazione. E libertàƒ ? Cinquantaquattro volte questa parola è comparsa nel discorso per la seconda rielezione di Bush. Ma per uno schiavo con i ceppi libertàƒ ha tuttà¢â‚¬â„¢altro significatoà‚».

Un consiglio: la democrazia ha bisogno di valori. Senza di essi è destinata a corrompersi.

à‚«Se in democrazia le aspirazioni dei governanti sono prive di valori, tendendo semplicemente alla bella vita, si consumano tutte le risorse materiali e morali hic et nunc, con enorme difficoltàƒ a guardare lontano. Per ottenere consenso si è pronti a promettere qualunque cosa nel campo della bella vita. Ma le promesse vanno mantenute, altrimenti si erodono le basi della convivenza democratica.

Conta essere tutti uomini e donne di principi: in democrazia non ci si affida a qualcuno, ma si condivide qualcosa di noi – risorse, attivitàƒ , capacitàƒ , tempo – per il bene comune. In questo senso essa è il regime delle rinunceà‚».

Cinzia Agostini

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