Direttore Misna: TV "che non c’è" e cioccolato fondente

Adriano celentanoL”insopportabilità della guerra – dall”Africa di oggi al Tibet di sempre – la difesa dei diritti umani, l”eliminazione del debito dei paesi poveri, le regole ingiuste del commercio mondiale, la difesa dell”ambiente naturale: e” quasi un”ironia dolce-amara, come una tavoletta o magari una tazza di vero cioccolato fondente, quelle con tanto cacao da essere più amare che dolci, doversi rendere conto che occorre un abile uomo di spettacolo – certamente sensibile e di successo ma, per così dire, ignorante, come si definisce lui stesso con civetteria e genuinità e come invece altri tentano di insultarlo – per far giungere a un pubblico di milioni di persone almeno qualche occasione fuggevole di riflessione su temi di questa portata. [Direttore Misna – www.misna.org]


Lo ha fatto ancora una volta ieri sera Adriano Celentano, nella quarta e ultima puntata dello stravagante programma televisivo Rockpolitik, che ha avuto un pubblico medio oscillante tra gli 11 e i 12 milioni di telespettatori, raggiungendo nella seconda puntata, quando ne è stato ospite l”attore/regista Roberto Benigni, una “share” di 12 milioni 544.000 pari al 49.42 % dell” audience; in parole più semplici, metà dei telespettatori possibili. Ma l”amaro più amaro viene dalla constatazione che nel grande dibattito tele-nazional-popolare che è infuriato e probabilmente infurierà ancora intorno allo spettacolo (sia sulla carta stampata che nella coda notturna di un salotto tv) nessuno dei riferimenti ai grandi temi è stato mai davvero preso in considerazione. Con qualche rara eccezione, si è preferito per lo più ridurre tutto a una chiacchiera sulle trite questioni della provincia italiana. Pur di restare nei confini provinciali, non è passato nemmeno un accenno di pur limitato discorso sull”insolita e sorprendente eco che ha avuto all”estero un programma definito nazional-popolare e qualunquistico. Quali che possano essere le critiche più o meno centrate e benevole – ma più spesso grette, velenose, gelose, livorose e per di più molto maldissimulate – è indubbio che effimere faville di pensiero sui grandi e gravi temi del mondo di oggi siano regolarmente scaturite ogni giovedì sera dell”ultimo mese da quel moderno focolare (così si usava dire anni addietro), ormai da troppo tempo poco sfavillante e men che tiepido, costituito dal piccolo schermo. Ieri sera, hanno trovato ospitalità , sia pur fugace, perfino argomenti che per molti restano tecnico-ostici (ma non dovrebbero esserlo per i salotti di notabili televisivi) come la cancellazione del debito per i paesi poveri del Sud del mondo e la creazione di un commercio veramente libero, spina nel fianco del prossimo vertice asiatico della World trade Organization (Wto), la contestata e, dopo la sessione di Cancun, alquanto sgangherata organizzazione mondiale per il commercio. (continua)

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