L’uomo che tradì i poveri

Crollano le promesse del G8, ma Geldof resta zitto. A meno di due mesi dal vertice G8, quasi non resta altro che cenere. Anche gli scettici più incalliti sono rimasti sorpresi dalla rapiditàƒ con cui le promesse sono state infrante [George Monbiot, Z-Net].

Vero è che non era stato promesso molto. Il World Development Movement definàƒÂ¬ l’accordo “un disastro per i poveri del mondo”.(1) ActionAid denunciàƒÂ² che “il G8 non è assolutamente riuscito a ottenere giustizia nel commercio”.(2) Christian Aid disse che l’8 luglio era “un giorno triste per i poveri dell’Africa e di tutto il mondo”.(3) Oxfam si lamentàƒÂ² che “nàƒÂ© il necessario senso di urgenza nàƒÂ© il potenziale storico di Gleneagles sono stati compresi dal G8”.(4) Ma c’è un uomo che l’ha vista diversamente. Bob Geldof, che aveva organizzato gli eventi del Live8, annunciàƒÂ² che “è stata fatta una grande giustizia. […] Sugli aiuti, 10 su 10; sul debito, 8 su 10. […] Missione compiuta, francamente”.(5)

Se non vi avesse apposto la sua firma in questo modo, se non avesse descritto un attivista sudafricano che aveva criticato l’accordo come “una vergogna”(6), Geldof avrebbe potuto uscirsene dal vertice libero da ulteriori responsabilitàƒ . Avrebbe potuto passare il resto della sua vita in vacanza, e a nessuno sarebbe importato più di tanto. Ma poichè ha apposto il suo sigillo di approvazione sul G8, poichè ha detto a tutti noi, in effetti, che saremmo potuti andare a casa senza più preoccuparci dell’Africa, adesso ha la responsabilitàƒ di parlare apertamente.

L’utilitàƒ di Geldof è tutto sommato limitata. Prima del vertice, era considerato ingenuo, mal informato ed inaffidabile dagli attivisti. Ma puàƒÂ² fare dichiarazioni pubbliche che hanno la possibilitàƒ di imbarazzare i politici. Se da un lato queste non vanno molto oltre il livello di “dateci i vostri soldi, gazzo”, dall’altro possono catturare l’attenzione della stampa. Ma anche se quasi tutto ciàƒÂ² per cui diceva di stare combattendo è crollato a pezzi, lui non l’ha ancora detto al pubblico.

Subito dopo il vertice, mentre l’attenzione del mondo si spostava sulle bombe di Londra, Germania e Italia annunciarono che non sarebbero state capaci di far fronte agli impegni appena presi, per via di “vincoli di bilancio”.(7) Una settimana dopo, il 15 luglio, il World Development Movement riuscàƒÂ¬ a ottenere documenti riservati che mostravano che quattro dei direttori europei del FMI stavano cercando di annullare l’accordo del G8 sul debito.(8) Quattro giorni dopo, Gordon Brown sganciàƒÂ² la bomba. Egli ammise che il pacchetto di aiuti promessi dai leader del G8 “includono le cifre per la cancellazione del debito”.(9) I soldi in più promessi per gli aiuti e i soldi in più promessi per la cancellazione del debito sono in realtàƒ la stessa cosa.

Nove giorni dopo, il 28 luglio, gli Stati Uniti, che sembravano aver ceduto un po’ di terreno a Gleneagles, annunciarono un patto con Australia, Cina e India per minare alle fondamenta il protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici.(10) Il 2 agosto, documenti trapelati dalla Banca Mondiale mostrarono che il G8, in realtàƒ , non aveva cancellato il 100% del debito di 18 Paesi, ma aveva promesso solo denaro sufficiente a cancellare i pagamenti per i prossimi tre anni.(11) Il 3 agosto, le Nazioni Unite rivelarono che solo un terzo del denaro necessario per la carestia in Niger, e il 14% del denaro necessario per il Mali era stato promesso dai Paesi ricchi.(12) Circa 5 milioni di persone nel Sahel occidentale rimanevano a rischio di morte per fame.

Due settimane fa abbiamo scoperto che John Bolton, il nuovo ambasciatore USA alle Nazioni Unite, aveva proposto 750 emendamenti all’accordo che si intende concludere al prossimo vertice ONU. Questo, in effetti, cancella di un colpo gli obiettivi di sviluppo per il millennio su sanitàƒ , educazione e aiuti alla povertàƒ , che le Nazioni Unite avevano fissato nel 2000.(13) Action Aid ha rilasciato ieri un rapporto che mostra che il primo di questi obiettivi – pari accesso all’istruzione per ragazzi e ragazze entro il 2005 – era stato mancato in oltre 70 Paesi.(14) “Si prevede che l’Africa mancheràƒ tutti gli obiettivi”, secondo il rapporto. La motivazione a fare qualcosa a livello ONU è cosàƒÂ¬ bassa che il vertice potrebbe generare “risultati peggiori che la situazione antecedente al G8”. Eppure, Geldof rimane in silenzio.

“Siamo molto critici di ciàƒÂ² che Geldof ha fatto durante il vertice del G8”, mi dice Demba Moussa Dembele, dell’African Forum on Alternatives. “L’ha fatto per curare la sua immagine. àƒË† per questo che ha spinto ai margini i cantanti africani, puntando i riflettori su se stesso e su Bono, invece che sui problemi. […] Gli obiettivi dell’intera campagna Live8 avevano poco a che fare con la riduzione della povertàƒ in Africa. àƒË† stato un piano che aveva lo scopo di proiettare Geldof e Blair come figure umanitarie, che venivano a salvare gli Africani “poveri ed inermi”.(15)

“Fin dall’inizio”, dice Kofi Mawuli Klu del Forum of African Human Rights Defenders, “ha agito per interesse personale. àƒË† stata tutta una questione di autopromozione, di usurpare il posto degli Africani. Il suo messaggio era ‘stai zitto e guardami’. Senza neanche capire le cause prime dei problemi, ha usato il suo ruolo per coprire le voci degli Africani e sostituirle con la propria. C’erano molte persone esperte, sia africani che non africani, che avrebbero potuto dargli consigli, ma ha voluto fare da solo, inciampando nel suo io”.(16)

Ho ascoltato commenti simili da tutti gli attivisti africani con cui ho parlato. Bob Geldof sta cominciando a sembrare come Madre Teresa o Joy Adamson. Per le aziende mediatiche, e quindi per il grande pubblico, è un santo. Ma quelli che hanno qualche conoscenza dei problemi lo detestano. Questi altri santi da prima pagina sembrano aver capito che, nel dare fastidio ai potenti, i giornali da cui dipende la loro immagine pubblica gli si sarebbero rivoltati contro. In caso di conflitto tra la loro immagine e la loro causa, è stata l’immagine a vincere. Mi sembra che Geldof abbia giocato lo stesso gioco.

Geldof ha preso in mano una campagna che suscitava grande entusiasmo nel pubblico, che aveva la possibilitàƒ di mettere in imbarazzo Tony Blair e George Bush. Ci ha chiesto di prestare attenzione non al male che i leader del G8 stavano facendo, ma all’aiuto che avrebbero potuto dare. Quando essi non hanno dato quello che avevano promesso, Geldof li ha lodati comunque. Il suo appoggio, e la dimenticanza pubblica che ha generato, ha dato ai leader la licenza di fare marcia indietro sui loro impegni. Quando lo hanno fatto, lui non ha detto niente. Questo mi sembra qualcosa di più che ingenuitàƒ politica. Mi sembra piuttosto che stia lavorando per la parte avversa.

Non voglio dire che abbia fatto, o stia facendo, questo di proposito. Dico che ha finito con l’identificarsi con le persone su cui avrebbe dovuto fare pressione. Nel fare in modo che la campagna trattasse di lui almeno quanto trattava dell’Africa, ha fatto sàƒÂ¬ che se la campagna fosse fallita, sarebbe stato lui a fallire. Aveva bisogno di una storia a lieto fine.

Ora resta solo una cosa che Geldof puàƒÂ² fare per l’Africa: annunciare che il suo ottimismo era fuori luogo, che la missione non è stata compiuta, che la lotta per la giustizia è più urgente che mai. Ma intanto che tiene il silenzio, resteràƒ l’uomo che ha tradito i poveri.

NOTE:
(1) World Development Movement, 8 luglio 2005. “G8 condemn Africa to miss Millennium Development Goals”
(2) ActionAid, 8 luglio 2005. “ActionAid’s reaction to the G8 outcome”
(3) Christian Aid, 12 luglio 2005. “The G8 – in terms of build-ups it couldn’t have been bigger”
(4) Oxfam, 29 luglio 2005. “Gleneagles: cosa è successo davvero al summit?”
http://www.oxfam.org/eng/pdfs/bn050729_G8_final.pdf
(5) DATA (Debt AIDS Trade Africa), 8 luglio 2005. “Bono, Geldof Reaction to G8 Africa Communique”. Ewen MacAskill, Patrick Wintour, Larry Elliott, 9 luglio 2005. “G8: hope for Africa but gloom over climate” (The Guardian). Mark Townsend, 10 luglio 2005. “Geldof delighted at G8 action on aid” (The Observer)
(6) Matthew Tempest, 8 luglio 2005. “G8 leaders agree $50bn Africa package” (The Guardian)
(7) Oxfam, 29 luglio 2005, ibidem.
(8) WDM, 15 luglio 2005. “Leaks reveal IMF threat to already weak G8 debt deal”
(9) Atti dalla testimonianza resa al Treasury Committee, 19 luglio 2005. Verràƒ pubblicato come HC 399-i, Camera dei Comuni.
http://www.publications.parliament.uk/pa/cm200506/cmselect/cmtreasy/uc399-i/uc39902.htm
(10) Ad esempio, ABC Online, 27 luglio 2005. “Australia, US form climate change pact: report”.
http://www.abc.net.au/news/newsitems/200507/s1423298.htm
(11) World Development Movement e Jubilee Debt Campaign, 2 agosto 2005. “Leaks reveal G8 debt deal faces funding shortfall”.
(12) BBC Online, 3 agosto 2005. “Hunger in Mali is being ‘ignored'”. http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/africa/4741877.stm
(13) Ad esempio, Julian Borger, 26 agosto 2005. “Bolton throws UN summit into chaos” (The Guardian)
(14) Patrick Watt, 5 settembre 2005. “Development Under Attack: will the 2005 poverty agenda unravel at the UN World Summit?” (ActionAid)
(15) Demba Moussa Dembele, 3 settembre 2005.
(16) Kofi Mawuli Klu, 4 settembre 2005.

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