Oltre il duopolio collusivo

“E' necessario aprire il mercato della comunicazione, ci vuole una vera riforma”. Lo spiega Salvatore Bragantini, economista, classe 1943, già commissario Consob, editorialista del Corriere della Sera. Intervista a cura di Piero Ricca per www.centomovimenti.com


Professore lei è intervenuto diverse volte sui quotidiani con analisi sul sistema dei media e i suoi interventi hanno suscitato un vasto dibattito. Che cosa intende per Duopolio Collusivo?
Non mi occupo specificamente di comunicazione. Ma so che è un tema centrale, non solo sul piano della democrazia, ma anche da un punto di vista economico. Per questo ho voluto dire la mia, spesso in contrasto con tesi davvero incredibili.Bene, il problema italiano è l”accentramento delle risorse pubblicitarie in capo a una tv gestita da un duopolio. In due c”è la forma perfetta della collusione. Questo è un grave problema, sia democratico sia economico.

La legge Gasparri rappresenta un”evoluzione?
Ha congelato l”esistente e proietta sul digitale gli equilibri dell”analogico. I canali verranno di fatto veicolati da Rai e Mediaset, oltre a Telecom, che è prudente in materia tv. Chi appena conosce la comunicazione sa che la tv vuol dire contenuti, pubblicità e audience. La moltiplicazione dei canali digitali non significa necessariamente estensione del mercato.

Conferma quel che ha scritto sul Corriere: è “una legge squilibrata e illiberale”?
Certo, e aggiungevo, parafrasando Talleyrand: “Peggio che un crimine è un grave errore…”. Anche gli imprenditori dovrebbero comprenderlo.

Lei ha parlato di un “tremulo silenzio” della Confindustria al riguardo.
Mi spiace dirlo, ma manca il coraggio. Sarebbe nell”interesse di tutti gli operatori economici creare un mercato della comunicazione e della pubblicità più ampio e concorrenziale. Eppure si preferisce stare zitti in attesa di tempi migliori e di un occhio di riguardo dal principe. Sarà un problema di autostima? Tronchetti Provera ha detto della Gasparri: “Nelle circostanze date è una buona legge”. Forse pensa di avergliela cantata.

Come si sblocca il sistema?
Intanto l”etere, bene pubblico, è sottovalutato: sfruttandolo meglio si potrebbero ricavare altri canali. I tetti pubblicitari dovrebbero essere rigorosi. Le concessioni non dovrebbero costare così poco. E dovrebbero essere affidate con criteri più severi e trasparenti. Ma il nodo è la messa sul mercato di due canali Rai e di uno Mediaset. Alla Rai rimarrebbe una rete di vero servizio pubblico, mentre potrebbero nascere anche due altri gruppi televisivi forti. Ho visto che Prodi sembra orientato a soluzioni del genere.

Avrà questa forza un futuro centrosinistra di governo?
Ha imparato la lezione. Sono tra quelli che non biasimano coloro che non tagliarono le unghie a Berlusconi. In quel momento poteva apparire una scelta faziosa. Ma ora basta, una vera riforma ci vuole. Vedremo però in quali condizioni si arriverà . E se la privatizzazione non la faranno prima gli altri e a modo loro…

C”è anche qualche imboscato, o forse ingenuo. Lei ha definito “Pangloss” il senatore Franco De Benedetti, alludendo all”inguaribile ottimismo del precettore di Candide, ridicolizzato da Voltaire…
De Benedetti sostiene in sostanza che la dislocazione delle risorse pubblicitarie deriva dalla natura del sistema industriale italiano. Sembra non vedere la realtà , o forse si fida troppo dei dati che gli forniscono gli uffici studi.

Correlato allo strapotere della tv cӏ la debolezza dei giornali.
In Italia si registra una proporzione inversa a quella dei Paesi omogenei. E” una questione importante per l”equilibrio del sistema. Alla base c”è forse l”assenza da noi della tradizione dei quotidiani tabloid. Non siamo un popolo di forti lettori, nemmeno di libri. In compenso parliamo molto, specie al telefonino.

Così si spiega il trionfo della telefonia mobile?
Togliere dieci euro al giorno a milioni di persone è molto più semplice che toglierne mille milioni in un solo colpo. L”Italia ha numeri da primato. Ero in una banca d”affari che ha partecipato al capitale di Omnitel. I partner stranieri rimanevano esterrefatti dalle previsioni di crescita.

Quali sono le sue abitudini di lettore?
Leggo Repubblica, Corriere della Sera e Financial Times, IL Sole 24 Ore o Finanza e Mercati, Il Diario e The Economist. Non guardo tv. Internet sto imparando a usarla.

La Rete globale cambierà il sistema?
In prospettiva avrà un grande impatto sull”accesso all”informazione e la condivisione delle conoscenze. Per ora mi sembra riguardi le fasce più evolute e in particolare i giovani.

Che rapporto ha con la pubblicità ?
Mi difendo dall”invasione della pubblicità , che spesso dà messaggi non positivi. Tipo quella ragazza delle barre di cioccolato Twix che vuole tutto per sé. A volte è un gioco, ma incessante. Fa danni alla psiche.

Quale messaggio “sociale” le piacerebbe comunicare?
Ce ne sarebbero. Direi: il bene pubblico è di tutti. E non di nessuno. Gli italiani sono carenti di senso del pubblico e di fiducia nel prossimo. Ma bisognerebbe partire dai bambini.

Be the first to comment on "Oltre il duopolio collusivo"

Leave a comment