Biocarburante, insufficiente il piano nazionale

“E' insufficiente il piano nazionale per la produzione di biocarburanti ottenuti da coltivazioni agricole che l'Italia produce in abbondanza e che potrebbe ulteriormente incentivare per uscire dalle crisi ricorrenti causate dal caro petrolio e contribuire al raggiungimento degli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto con la riduzione delle emissioni di gas serra”.


Lo sostiene la Coldiretti, nel commentare i contenuti del Decreto Legislativo 128/2005 che attua la Direttiva 2003/30/CE relativa alla promozione dell'uso dei biocarburanti o di altri carburanti rinnovabili nei trasporti, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.160 del 12 luglio. Nonostante che, secondo l'Agenzia Internazionale per l'energia, i biocarburanti siano ritenuti competitivi con un prezzo del petrolio sui 60 dollari al barile, gli obiettivi fissati dal Decreto – sottolinea la Coldiretti – si pongono ben al di sotto del target fissato dall'Unione Europea che prevede di sostituire entro il 2005 il 2% dei consumi totali di benzina e gasolio da autotrazione con biocarburanti, per poi salire al 5,75% entro il 2010.

Inoltre viene prevista una distribuzione extrarete che ostacola fortemente le possibilità di diffusione del biodiesel e del bioetanolo che andrebbero invece integrati nei normali carburanti come peraltro avviene in altri paesi europei. Peraltro – ha continuato il segretario generale della Coldiretti – non viene adeguatamente valorizzato il contributo dei biocarburanti nel contenimento dei livelli di inquinamento delle città quando vengono superati i limiti nonostante che con il biodiesel sia possibile ridurre dell'80 per cento le emissioni di idrocarburi e policiclici aromatici e del 50 per cento quelli di particolato e polveri sottili mentre con il bioetanolo si riducono le emissioni di idrocarburi aromatici come il benzene del 50% e di oltre il 70% anidride solforosa mentre cali più contenuti si hanno anche per il particolato e per le polveri sottili.

Potenziando le coltivazioni dedicate alla produzione di biocarburanti (biodiesel e bioetanolo), l'utilizzazione di residui agricoli, forestali e dell'allevamento e l'installazione di pannelli solari nella aziende agricole – continua la Coldiretti – è possibile arrivare a coprire entro il 2010 fino al 13% del fabbisogno energetico nazionale, risparmiare oltre 12 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti e ridurre le emissioni di anidride carbonica di origine fossile di 30 milioni di tonnellate.

“Padova si sta già muovendo in questa direzione – ricorda Paolo Martin, direttore di Coldiretti Padova – Proprio questa settimana abbiamo presentato insieme a Camera di Commercio, Provincia, Università e altri partners il progetto “Azienda Agrienergetica per produrre olio vegetale per autotrazione dal girasole.

Potenzialmente in provincia di Padova potrebbero essere prodotti circa 30 milioni di litri di olio vegetale capaci di alimentare annualmente 25.000 autoveicoli con una mancata emissione di Co2 di circa 31mila tonnellate l'anno. Le imprese agricole dunque potrebbero incrementare il proprio reddito specializzandosi in questo tipo di coltivazione, contribuendo inoltre alla diffusione di energie alternative e meno inquinanti.

Cogliere le opportunità offerte da una agricoltura rigenerata – continua Martin – è una scelta di civiltà ma anche una responsabilità delle imprese agricole per contribuire allo sviluppo sostenibile. D'altra parte, dalla riforma della Politica Agricola Comune viene un deciso orientamento dell'attività agricola verso la sicurezza alimentare ed ambientale che significa anche una politica che valorizza le risorse naturali che il territorio offre per la produzione di energie rinnovabili”.

Coldiretti Padova, 18 luglio 2005

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