Recuperare la democrazia con il "referendum propositivo"

Il cittadino sovrano delle decisioni dei suoi amministratori locali, attraverso i referendum. Non è un pensiero sovversivo, ma un diritto che in molte città italiane e persino in alcuni comuni della nostra provincia è già realtà , e che nel comune di Vicenza ancora latita (Laura Pilastro, Il Gazzettino, 03/06/2005).


àˆ il gruppo Bilancio Partecipativo-Più Democrazia a farsene portavoce, affermando la necessità che il cittadino sia al centro della vita socio politica della realtà in cui vive. Lo ha ribadito anche mercoledì all'assemblea convocata ai Chiostri di Santa Corona alla presenza di una sessantina di persone. Tra i relatori anche alcuni testimoni delle esperienze svizzere e altoatesine. Sì perché, come spesso accade, c'è qualcuno che ci supera e non sempre occorre andare molto lontano: «Ci sono tante occasioni in cui i cittadini di Vicenza vorrebbero poter esprimere la propria opinione e che questa fosse vincolante per gli amministratori – spiega Paolo Michelotto di Bilancio Partecipativo – In Baviera, a Bolzano, a Venezia e in tante città italiane per permettere ai cittadini di scegliere le soluzioni che preferiscono per i problemi della città , viene utilizzato il referendum propositivo, detto iniziativa, e per bloccare le scelte degli amministratori che non piacciono ai cittadini, si usa il referendum abrogativo. Anche Thiene, Gallio e Malo lo prevedono».

E che non si tratti di fantascienza, lo chiarisce l'esistenza di alcune leggi nazionali che regolano lo strumento del referendum a livello locale. Lo statuto del comune di Vicenza, una specie di costituzione in miniatura stilata nel '91, prevede solo il referendum consultivo: una consultazione popolare in cui un comitato può chiedere ai concittadini di rispondere sì o no ad un quesito (senza che il suo esito abbia potere vincolante sulle decisioni finali degli amministratori, per questo viene detto strumento debole). Nel frattempo, nonostante la legge nazionale abbia introdotto la possibilità anche per i comuni di indire referendum propositivi e abrogativi, lo statuto comunale vicentino non è mai stato rivisto in tal senso. Ma proprio il referendum consultivo (l'unico ammesso a Vicenza) potrebbe essere la chiave per aprire la porta agli altri strumenti di democrazia diretta. Il primo passo spetta ora al comitato che si è costituito nei giorni scorsi e che martedì 7 giugno alle 20,30 nella sede della Casa per la Pace definirà il testo del referendum consultivo. Il documento dopo l'autenticazione da parte di un notaio, sarà consegnato al sindaco. Il lungo iter burocratico prevede inoltre che si raccolgano 4.000 firme, prima che il sindaco fissi la data della consultazione popolare. In contemporanea verrà utilizzato lo strumento della delibera di iniziativa popolare per regolamentare i referendum e renderli facilmente applicabili. Nella primavera del 2006 i vicentini potrebbero già decidere se utilizzare o meno l'iniziativa e il referendum abrogativo. Dopodiché, se saranno i sì a vincere i temi non mancheranno: verde urbano, piste ciclabili e tutto ciò su cui chi vive a Vicenza vorrà pronunciarsi. Per informazioni chiamare il 3470907427 o scrivere a info@verademocrazia.it.

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