Quelli che il Papa è cosa loro

Quelli che il Papa è cosa loro. Quelli che «c'ero anch'io». Quelli che «io e Ratzinger siamo Papa Benedetto XVIinseparabili». Uno sciame di mosche cocchiere volteggia nei cieli del giornalismo e della politica. Chi tira fuori un'intervista inedita già pubblicata, chi ricorda che modestamente lui l'aveva detto, chi insegna al Papa come si fa il Papa, chi cerca affannosamente nel suo albero genealogico un prozio prete o una cugina suora.


Il Giornale e il Foglio sembrano gli inserti noiosi dell'Osservatore romano:solitamente intenti a beatificare Bellachioma con la sua corte di corrotti,corruttori e stallieri,scoprono i «valori» (bollati, s'intende) contro il«relativismo etico». Pare quasi che Ratzinger l'abbiano inventato loro,anche perché dimenticano accuratamente un piccolo particolare: mentre loroinneggiavano alla guerra in Iraq, papa Wojtyla scagliava l'anatema controchi la faceva («Ne risponderete dinanzi a Dio!»). Anatema fondato sulladistinzione fra guerre giuste (difensive) e ingiuste (offensive) codificataproprio da Ratzinger. Il quale, infatti, ha scelto di richiamarsi aBenedetto XV, celebre per l'anatema contro «l'inutile strage» della I guerramondiale. Ma queste non son cose da impressionare un Belpietro o unPlatinette: basta sorvolare, e Ratzinger diventa il cappellano di Bush eBellachioma.

Intanto, a Porta a Porta, la Vespa cocchiera ancora in fase di levitazionepontifica come se avessero eletto un po' anche lui l'altra sera, in piazzaSan Pietro, descriveva tutto eccitato un amplesso fra insetti contronatura:«Migliaia di formiche felici si avvicinano e si abbracciano: hannoabbracciato anche il sottoscritto!».

Lo tallona a poche lunghezze ilvaticanista del Tg1 Giuseppe De Carli, che ha confessato in direttal'ingrato compito affidatogli dal direttore Mimun: intervistare, mentreWojtyla ancora agonizzava, tutti e 118 i cardinali papabili (compresi i treche si sono poi ammalati), per esser sicuro di beccare comunque il futuropapa.Dopo la guerra preventiva, l'intervista preventiva: il povero De Carli se liè fatti tutti e 118, al ritmo di una ventina al giorno, pregandoli difingere di essere diventati papi. Alla fine, solo l'intervista a Ratzinger èandata in onda. Le altre 117, quelle ai papi trombati, sono da buttare. Inattesa di trovare un inceneritore abbastanza capiente per lo smaltimento(Antonio Socci s'è già offerto volontario), pare che l'immenso materialeinutilizzato sia ora stoccato in un grande stanzone di Saxa Rubra, doveMimun e Vespa organizzeranno avvincenti proiezioni per i cultori del VaticanShow. Prenotarsi singoli e comitive, astenersi perditempo.

Grazie al Giornale
, abbiamo anche il commento a caldo di una pensatricefresca di conversione: la principessa Alessandra Borghese, «umileammiratrice, e non da ora» del nuovo Papa col quale cenò mesi fa incompagnia dell'amica del cuore Gloria Thurn und Taxis, appena licenziatadalle acciaierie di Terni. Quella sera, con loro grande sorpresa, le duepenitenti scoprirono che Ratzinger si nutre proprio come i comuni mortali.Utilizza la bocca. E non per sgranocchiare ossa di streghe medievali ocandelabri lignei del '700, ma – absit iniuria verbis – banali «fette dipompelmo e petti di pollo».

Dalla Banca d'Italia
fanno sapere che un altro uomo schivo, semplice e allamano ha presenziato all'annuncio in piazza San Pietro «mescolato tra lafolla»: il governatore Antonio Fazio, in vacanza per qualche minuto dalladevastazione del mercato bancario. Il richiamo ai «valori» ha rapito anchelui.

E poi c'è Rocky Horror Buttiglione. Per incrementare la simpatia e lacompassione dei fedeli per il nuovo Papa, ha reso noto che lui gli stadietro da 33 anni: «L'ho conosciuto nel 1972 quando fondò con Von Balthasarla rivista Communio. Ratzinger era un professore e io un umile assistente,ma sono lieto di poter dire che c'ero». Non è dato sapere se ci fosse ancheil suo capogabinetto Giampiero Catone, poi balzato agli onori delle cronacheper un arresto e due rinvii a giudizio per truffa e bancarotta fraudolenta.Ma è bello immaginare il Catone nel lontano '72 mentre si aggira circospettonel guardaroba della facoltà di teologia di Tubinga, in cerca di valori.

Ora Rocco Horror pronostica che il nuovo Papa si batterà contro «il suicidiodell'Europa» e il «relativismo», in nome della pace e dei valori. Quanto alsalvataggio dell'Europa, il più sembra fatto da quando è sfumata la suacandidatura a commissario europeo, con il figurone rimediato a Bruxelles eil foglio di via: il che, per il futuro del Vecchio Continente, è un belvantaggio.

Quanto alla pace e ai valori, Rocco Horror è ministro uscente e aspiranterientrante in un governo che ha trascinato l'Italia in guerra («nerisponderete a Dio!») e s'è battuto indefessamente per la corruzione. Quanto alla dittatura del relativismo, purtroppo ha contagiato anche lui: il suopensiero sottovuotospinto varia con il tempo, le lune e le maree. Dopo ilpensiero debole e quello forte, ecco il pensiero marzolino. In dieci anniRocco Horror è stato di centro, di sinistra, di destra, di nuovo disinistra, adesso di nuovo di destra, ma non si sa mai. Più che un ministro,un vuoto a prendere.

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