Bush raggira i politici europei «in nome della libertà »

«Il mio obiettivo è la libertà . Freedom!», ha dichiarato Bush nel discorso inaugurale del suo secondo mandato. «Ogni dirigente sarà sempre messo davanti alla scelta morale tra oppressione, scelta sempre sbagliata e libertà , scelta sempre giusta.» Dopo le armi di distruzione di massa e il terrorismo internazionale, «la libertà » diventa il nuovo pretesto per gli interventi americani nel mondo intero. Bush a Bruxelles per chiedere un sostegno ai suoi progetti [Pol De Vos – Stop USA Belgio].


Immagine tratta dalla manifestazione contro la guerra organizzata a Bruxelles  lo scorso 20 febbraio«Non possiamo tollerare l'esistenza della tirannia permanente», ha detto Bush nel suo discorso di investitura. «Il nostro obiettivo è di bandire la tirannia dal mondo.» Un'altra immagine del nemico, dunque. Ma anche questa volta Bush si investe del diritto divino di intervenire ovunque e in qualsiasi momento… Anche se deve costare la vita di più di centomila persone, come è successo in Irak. Dopo questo discorso il quotidiano britannico The Guardian ha scritto: «Fuochi d'artificio a Washington, disperazione nel mondo intero».

Dopo l' 11 settembre, la lotta contro il terrorismo ha fornito il pretesto alle forze statunitensi di estrema destra di applicare finalmente i piani che ribollivano da tempo. Dick Cheney, già ministro della guerra sotto Bush padre, ha fatto redigere un rapporto nel 1992: Defense Planning Guidance. Vi era scritto: «Il nostro obiettivo principale è di impedire l'insorgenza di un nuovo rivale. Questo implica di mettere in opera tutti i mezzi possibili per impedire che una potenza ostile domini una zona da cui potrebbe esercitare un'influenza mondiale. Si tratta di zone come l'Europa occidentale, l'Asia dell'est, il territorio dell'ex Unione Sovietica e l'Asia del sud-ovest.» Nel mese di settembre 2000, il gruppo che si riunisce intorno a Cheney ha interinato questa visione in “Ricostruire la difesa dell'America. Strategia, forze armate e mezzi per un nuovo secolo”: «Il ruolo dell'esercito è di impedire l'apparizione di una nuova super potenza rivale e proteggere le zone-chiavi dell'Europa, dell'Asia dell'est e del Medio Oriente.» Sono tre le potenze in grado di mettere in pericolo l'onnipotenza degli Stati Uniti: la Cina, la Russia e l'India. Il rapporto rivela che gli Stati Uniti non possono aspettare che questi paesi diventino “una minaccia reale”. Raccomanda la guerra preventiva per falciare l'erba sotto i piedi di un possibile rivale.

Da Bagdad a Pechino

Uno degli obiettivi delle guerre contro l'Irak, la Yugoslavia e l'Afghanistan era di istallare delle basi americane. Anche oggi la posta in gioco strategica è quella di espandere l'esercito americano in tutto il mondo. àˆ ciò che emerge dal rapporto recente della CIA, Project 2020 e dall'ultima lista delle «tirannie». Project 2020 prevede una grande perdita di influenza USA nei prossimi 15 anni. Le nuove economie – la Cina in testa – saranno sempre più in primo piano. Gli analisti si attendono ad una concorrenza maggiore per le risorse naturali ed anche ad una possibile penuria importante di petrolio.

La CIA consiglia ai politici americani «di proporre agli stati asiatici una sicurezza regionale e un ordine che possano concorrere, o addirittura superare, le proposte della Cina.» Oppure «è molto probabile che questi paesi si uniscano al carro di Pechino». Proporre la sicurezza regionale e l'ordine significa istallare delle basi militari americane.

Gli Stati Uniti si preoccupano molto anche della vendita di armi moderne della Russia alla Cina. Non vedono di buon occhio le buone relazioni che la Russia sta stringendo con l'Asia, con la Cina in particolare. Cercano ugualmente in tutti i modi di impedire all'Europa di abolire il suo embargo contro la Cina per quanto riguarda le armi e di collaborare a progetti di alta tecnologia quali il sistema di navigazione satellitare Galileo, concorrente del GPS americano.

Gli Stati Uniti hanno già minacciato di distruggere il sistema europeo Galileo se esso viene utilizzato da una potenza ostile quale la Cina .

Crisi e guerra mondiale

Il Medio Oriente resta la priorità . Bush non ha intenzione di ritirare le sue truppe dall'Irak. E l'Iran è il prossimo bersaglio. Ma non sarà facile.

In Irak gli USA si scontrano con una vera e propria insurrezione popolare. La coalizione americana si sgretola. Il giornale Foreign Affairs scrive: «L'Irak è al di sopra delle nostre forze. Abbiamo raggiunto i nostri limiti.» In Afghanistan, per il momento, la NATO controlla qualche città ma il resto del paese resta sotto il controllo della resistenza antiamericana.

Nel 2003, Bush ha minacciato la Repubblica Democratica del Congo (RDC) e la Repubblica cubana. Oggi è costretto a constatare che gli sarà impossibile mettere in pratica le proprie minacce in un futuro prossimo.

L'America latina avanza molto meno di quanto Washington aveva sperato. Il Piano Colombia contro la guerilla incontra una resistenza generalizzata. In Venezuela, la CIA non riesce a rovesciare il governo del presidente Chavez. Molti paesi sudamericani hanno eletto dei dirigenti democratici e nazionalisti come Lula in Brasile, Duarte in Paraguay e Kirchner in Argentina. E tutti questi paesi stanno riallacciando delle relazioni con Cuba.

Gli Stati Uniti si rendono conto di essere strategicamente deboli quando devono mandare numerosi soldati sul fronte e non ricevono il sostegno politico e militare dell'Europa, sostegno necessario per sottomettere il mondo ai loro ordini. Questo è il motivo della visita di Bush a Bruxelles.

Anche il movimento pacifista si mobilizza per impedire che Bush ottenga questo appoggio: chiede che l'Europa non appoggi l'occupazione in Irak. La resistenza del popolo irakeno Ã¨ importante, per gli irakeni stessi, ma anche per tutta la zona circostante e per il resto del mondo. Se gli USA si cacciano nei guai in Irak come successe nel Vietnam, i loro progetti di guerra saranno compromessi drammaticamente.

L'Europa non può sostenere neppure la lotta del governo americano contre le presunte tirannie. Questi paesi ricevono questo appellativo solo a causa della loro opposizione ai progetti di guerra americani.

Coloro che vogliono proibire la detenzione di armi nucleari a paesi come l'Iran e la Corea del Nord si occupino prima dello smantellamento generale di tutte le armi nucleari del mondo, sotto il controllo delle Nazioni Unite comiciando dai paesi che ne possiedono di più. Le truppe statunitensi e quelle della NATO devono abbandonare i Balcani, l'Afghanistan e l'Irak. La participazione alle missioni della NATO a servizio degli Stati Uniti deve cessare e gli accordi che impongono questa partecipazione devono essere annulati. Le basi americane devono lasciare l'Europa e l'Europa non deve tollerare nessuna ingerenza nelle sue relazioni con la Cina e con altri paesi minacciati dagli Usa. Bisognerebbe anche ristabilire completamente le relazioni con Cuba.

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