Le Banche e il tranello chiamato conto corrente

Aprire un conto corrente bancario e chiuderlo dopo pochi giorni puàƒÂ² costare fino a 120 euro. Ricevere informazioni trasparenti e dettagliate presso uno sportello puàƒÂ² costringere il risparmiatore ad avventurarsi in una tortuosa “gimkana” per capire come depositare e come prelevare il proprio denaro. Avere un bancomat senza un reddito fisso àƒÂ© praticamente un miraggio. Anche con “Patti Chiari” si rischia, quindi, di restare al buio.


II consorzio di 185 banche italiane, nato per rispondere alle esigenze d imiglioramento del rapporto tra istituti di credito e clienti e per introdurre una nuova cultura della competitivitàƒ e della trasparenza in materia di servizi finanziari, non ha ancora raggiunto il suo scopo.

L'idea del ministro
. Ma il ministro per I'Economia, Domenico Siniscalco, àƒÂ© convinto che l'offensiva per il contenimento dei prezzi non debba coinvolgere solamente negozi e supermercati, ma anche il mondo del credito. E dunque sprona le banche a intervenire per la creazione di un accordo pilota per la riduzione dei prezzi.L'intesa riguarderebbe sia i costi applicati ai conti correnti sia l'accesso ai finanziamenti.Il Giomale ha quindi voluto verificare lo stato di avanzamento di uno dei progetti sui quali il consorzio “Patti Chiari” ha puntato maggiormente. Si tratta di “Conti correnti a confronto”, una delle otto iniziative del programma che attraverso Internet, depliant informativi, call center e, soprattutto, assistenza diretta allo sportello bancario dovrebbe consentire al cliente che intende aprire un conto di fare la scelta migliore e piu vantaggiosa orientandosi tra le diverse proposte. Alla guida del comitato di gestione del marchio “Patti Chiari” àƒÂ© stato nominato I'ex presidente della Corte Costituzionale, Giovanni Conso. In più per coloro che non hanno mai avuto rapporti con il sistema bancario àƒÂ© stato creato un nuovo prodotto, il “servizio bancario di base” (un'altra iniziativa di “Patti Chiari”), ovvero un conto corrente ibrido che con bassi costimensili consente di accreditare lo stipendio, effettuare pagamenti di utenze e avere a disposizione un bancomat o una carta prepagata. In pratica, I'ideale per coloro che sanno gia di dover operare per lo stretto necessario.

Dieci sportelli. Ma àƒÂ© veramente cosàƒÂ¬? Abbiamo fatto una prova con dieci sportelli bancari di Milano presentandoci come un neolaureato trentunenne in cerca di prima occupazione e desideroso di aprire un conto per accreditarvi i futuri stipendi. Siamo riusciti ad aprire cinque conti depositando 1.000 euro per ciascuno. Dopo pochi giorni, quando possibile, abbiamo chiuso la nostra posizione ricevendo, in alcuni casi, una sgradita sorpresa sul versante dei costi di chiusura. In nessun caso abbiamo fatto menzione del progetto “Patti Chiari” poichàƒÂ© ci aspettavamo che fosse il personale stesso, di volta in volta, a ragguagliarci. Oltre due milioni di ore di formazione per preparare i dipendenti a questo nuovo tipo dirapporto con la clientela saranno pur sempre servite a qualcosa. E invece no. Solo in due casi, Sanpaolo Imi e Banca di Roma, ci àƒÂ© stata presentata l'iniziativa. La banca romana suggerisce il “servizio bancario di base” come soluzione migliore per un neolaureato e ci riempie di materiale informativo. L'istituto torinese, oltre a un'ampia e dettagliata consulenza sui costi, ha consigliato di visitare il sito Internet www.pattichiari.it per capire quali fossero veramente le offerte pià‚§ rispondenti. Ma àƒÂ© proprio su Internet che si riscontrano le prime discrepanze. Tra le soluzioni di conto corrente proposte dal sito per il profilo personalizzato e lo sportello non c'è congruenza. Tranne che per Banca Intesa, che peràƒÂ² àƒÂ© da tempo impegnata a vendere principalmente un solo prodotto, il “Conto Intesa”.

Prima firmi, poi leggi. II Codice di comportamento del settore bancario e finanziario obbliga, comunque, gli istituti di credito a rendere pubblici i cosiddetti “fogli informativi analitici”. In teoria, prima di aprire un conto si àƒÂ© tenuti a sapere quanto verràƒ a costare. Ebbene, anche in questo caso, solo un istituto ha messo a disposizione il foglio informativo prima della stipula del contratto: UniCredit Banca. Banca Intesa, Bnl, Banca Popolare di Milano lo hanno consegnato solo successivamente. In particolare, la Banca Nazionale del Lavoro prima di aprire il conto ci ha fatto firmare una dichiarazione con cui abbiamo rinunciato al foglio informativo che ci ha fatto avere solo in seguito, Ma noi non abbiamo rinunciato ad alcunchàƒÂ©, non ci àƒÂ© stato semplicemente consegnato. II Credito Emiliano non ha rilasciato alcuna documentazione nè prima nè dopo.Eppure la delibera del Cicr del 4 marzo 2003 parla chiaro. All'articolo 5 comma 1 dice che “gli intermediari mettono a disposidone della clientela “fogli informativi” contenenti informazioni sull'intermediario, su tassi, spese, oneri e altre condizioni contrattuali nonch6 sui principali rischi tipici dell'operazine e del servizio”. L'articolo 8 sancisce che “prima della stipula del contratto il cliente ha diritto di ottenerne una copia completa per una ponderata valutazione” e che tale procedura “non impegna le parti alla conclusione del contratto”.

Quando un omonimo è protestato. PuàƒÂ² anche accadere che la banca non consenta al cliente di aprire immediatamente un rapporto. E stato il caso di Banca Antonveneta, Banca Popolare di Verona e Banca Popolare di Cremona. Le verifiche sull'elenco dei protesti e presso la Centrale dei rischi di Bankitalia (il registro generale dei grandi debitori) allungano la procedura. Nel nostro caso spiacevoli casi di omonimia hanno impedito la prosecuzionedi qualsiasi tipo di discorso. Comunque sia, se non si possiede un reddito o se si dichiara di non possederlo o di disporre di altri beni, a molto difficile poter usufruire dei servizi resi disponibili da un conto corrente. A parte Banca Intesa, che offre una carta di debito a tutti i titolari del Conto Intesa, le altre banche devono verificare il comportamento del cliente per qualche mese per decidere se esporsi su un versante delicato come quello del credito. Allo stesso modo, àƒÂ© meglio non accennare a scoperti di conto corrente e a finanziamenti se non si lavora, saràƒ molto difficile ottenere un'apertura di credito. Ed àƒÂ© anche possibile che la banca decida di chiudere il conto se il cliente non resteràƒ perennemente in attivo.Per un correntista, poi, il tasso creditore, ovvero gli interessi che vengorio corrisposti sul capitale depositato, si avvicina quasi sempre allo 0,1% se non allo 0,01%. In alcuni casi giacenze superiori ai 5.000 o ai 10.000 euro vengono remunerate meglio. Basta avere più di 50.000 euro e Bnl garantisce un 1% secco. Al contrario il tasso debitore, ovvero gli interessi che si pagano quando si va in rosso, spaziano nel campione esarninato dal 9% al 13,75%. Oltre non si puàƒÂ² perchàƒÂ© si supererebbe la soglia di usura.

Il labirinto “spese di gestione”. Identico discorso per le spese di gestione, un labirinto nel quale è difficile districarsi. Bisogna partire dal concetto di “operazione”, ossia ogni scrittura sia in “dare” che in “avere” che viene effettuata sul conto. In molti casi si paga un canone per avere diritto a un determinato numero di operazioni, un “forfait”. Nel caso in cui si oltrepassi questa franchigia il costo di ogni operazione (generalmente compreso tra uno e due euro) verràƒ addebitato al cliente. Con Banca Intesa si pagano 10 euro almese per un numero illimitato di operazioni ma i costi possono abbassarsi se si comprano altri prodotti. Se poi si aggiungono le spese di bollo mensili di 2,13 euro, il recupero delle spese per I'invio di documentazione come gli estratti conto e, nel caso, dell'utilizzo del bancomat presso gli sportelli di altre banche, i costi lievitano. Una ricerca di Cap Gemini Ernst & Young indica i conti correnti italiani come i più cari in Europa  con un costo medio annuo di 501 euro.

Sgradite sorprese. Ma àƒÂ© quando  si decide di chiudere il conto, che si possono ricevere sgradite sorprese. I costi di estinzione hanno uno spettro molto variabile. Si passa, infatti, dal costo zero di Banca Intesa ai 200 euro di Bnl passando per i 30 euro della Popolare di Milano ei 60 di Credem e di UniCredit Banca. E non finisce qui: solo Intesa e UniCredito hanno effettivamente chiuso il conto, negli altri casi àƒÂ© stato solo prelevato il capitale residuo dopo il computo delle spese affidando alle stesse banche il compito di chiudere il rapporto. Che cosa avvenga tra il prelievo della somma e la chiusura effettiva non àƒÂ© dato saperlo.

Be the first to comment on "Le Banche e il tranello chiamato conto corrente"

Leave a comment