A proposito degli ostaggi di Baghdad: chi vuol gettare ombre sulle Ong?

Il dubbio è apparentemente semplice e, perfino, ovvio. Ma con il passar delle ore sta diventando qualcosa più di un dubbio. PerchàƒÂ© gli elementi e gli indizi su cui si basa cominciano ad essere parecchi e allora il sospetto è che il rapimento di Simona Pari, Simona Torretta, Mahnaz Bassam, collaboratrice di Intersos e Raad Abdul Aziz altro non sia il preludio di una offensiva più generale contro le Organizzazioni non governative, soprattutto quelle più serie e impegnate. Scenario inquietante, ma purtroppo realistico.

Di Gianni Cipriani


PerchàƒÂ© le ultime analisi stanno evidenziando come le Ong siano à¢â‚¬Å“scomodeà¢â‚¬? da qualsiasi parte dello scacchiere irakeno venga vista la loro attivitàƒ . Eà¢â‚¬â„¢ possibile, anzi probabile, che con una sapiente mistura di disinformazione e intimidazione qualcuno voglia delegittimare la loro presenza in Irak e, anzi, creare le condizioni politiche e militari per un loro disimpegno.

Come? E perchàƒÂ©? Va detto subito che questo à¢â‚¬Å“sospettoà¢â‚¬? à¢â‚¬ che, appunto, è qualcosa di più di un semplice dubbio à¢â‚¬ sta emergendo a margine delle attivitàƒ per far luce sul rapimento delle due Simone, comprenderne i retroscena e intavolare una eventuale trattativa, sempre che ci siano le condizioni per portarla avanti e che i sequestratori si manifestino in maniera credibile.

Si è scoperto, infatti, che in alcuni ambienti di Baghdad è stata alimentata e diffusa (chissàƒ se volutamente…) la voce secondo la quale le Ong, o molte di esse, si sono trasformate in questi mesi di occupazione militare da organizzazioni umanitarie, in luoghi di copertura per le attivitàƒ coperte dei vari servizi segreti, che utilizzano il à¢â‚¬Å“volto buonoà¢â‚¬? dellà¢â‚¬â„¢occidente à¢â‚¬ pacifisti e volontari à¢â‚¬ per riuscire a portare avanti le loro operazioni. Una tesi del genere, come ben si puàƒÂ² comprendere, è completamente falsa e destituita di fondamento.

Eà¢â‚¬â„¢ fuori dalla realtàƒ . Ma una voce del genere, se diffusa, alimentata o ingigantita, puàƒÂ² diventare unà¢â‚¬â„¢arma letale per le Ong. Chi puàƒÂ² efficacemente convincere gli irakeni che si tratta di pura disinformazione? Soprattutto in una realtàƒ come quella dellà¢â‚¬â„¢Irak attuale, dove non tutti sono disposti a soffermarsi su ragionamenti raffinati o secondo i parametri di casa nostra, ma dove gli occidentali sono sempre più visti come rappresentazione del male, indipendentemente da ciàƒÂ² che fanno concretamente? Il punto, peràƒÂ², è che queste voci sono state alimentate. Questo è un dato di fatto, a quanto sembra. E la loro diffusione, che è giàƒ avvenuta, puàƒÂ² rappresentare un grave fattore di rischio per le Ong, soprattutto se non vi si pone rimedio.

Tra là¢â‚¬â„¢altro, i ragionamenti che circolano (e che per questo sono stati captati) sono piuttosto articolati. Si basano su una serie di elementi che partono da una considerazione di fondo: svolgendo la loro opera umanitaria, le Organizzazioni non governative sono una delle fonti di normalizzazione dellà¢â‚¬â„¢Irak del dopo Saddam e quindi, volenti o nolenti, funzionali allà¢â‚¬â„¢occupazione.

Se cosàƒÂ¬ non fosse, le Ong non sarebbero finanziate dai governi. Nello specifico, dal governo Berlusconi. Altra questione, appunto, è che le Ong sono state utilizzate come schermo dai vari servizi segreti che attraverso la facciata umanitaria à¢â‚¬ si dice artatamente – organizzano i loro sporchi giochi. Una voce cosàƒÂ¬ falsa, ma di facile presa, davvero puàƒÂ² essere peggio di un ordigno. Anche per questo in queste ore viene riguardato là¢â‚¬â„¢ultimatum à¢â‚¬ verosmilmente falso – dellà¢â‚¬â„¢8 settembre del sedicente Ansar al Zawairi nel quale Simona Pari e Simona Torretta erano definite à¢â‚¬Å“agenti dei servizi segretià¢â‚¬?, mentre là¢â‚¬â„¢incipit del messaggio recitava: à¢â‚¬Å“Il rapimento delle italiane spie in Iraq è il primo dei nostri attacchi contro là¢â‚¬â„¢Italiaà¢â‚¬?.

Come se, appunto, quel falso messaggio fosse soprattutto funzionale ad alimentare e diffondere maggiormente questa falsa voce. In breve: è certo che qualcuno stia spargendo veleni e falsitàƒ contro le Ong; è assai probabile che questa attivitàƒ di disinformazione sia funzionale ad un disegno di delegittimazione e di attacco contro la presenza delle Ong in Irak. Ma chi cà¢â‚¬â„¢è dietro queste manovre? Difficile dirlo, al momento.

Ma le Ong sono scomode un poà¢â‚¬â„¢ per tutti, per cui i à¢â‚¬Å“mandantià¢â‚¬? potrebbero essere in qualsiasi parte. Là¢â‚¬â„¢operazione, tuttavia, appare abbastanza delineata. Sembra quasi ricordare un à¢â‚¬Å“classicoà¢â‚¬? della disinformazione, realizzato dai servizi segreti tedeschi durante la seconda guerra mondiale, quando falsi delatori fecero correre la notizia che alcuni generali sovietici erano in trattative con i nazisti per tradire la patria.

I sovietici caddero nel tranello, cedettero alle calunnie e fecero fucilare i generali. Con il risultato di decapitare mezzo stato maggiore sovietico, a tutto vantaggio delle armate tedesche. Alcune domande non hanno ancora una risposta, anche perchàƒÂ© à¢â‚¬ al momento à¢â‚¬ il buio circonda il sequestro delle due Simone. Eà¢â‚¬â„¢ stata unà¢â‚¬â„¢operazione à¢â‚¬Å“singolaà¢â‚¬? o, come si teme, rientra in una strategia complessiva di attacco alle Ong?

 Quale tipo di protezione offrire agli operatori umanitari, che sembrano in questo momento particolarmente esposti e à¢â‚¬Å“bombardatià¢â‚¬? dalle calunnie? Queste voci sono il risultato perverso di una scoordinata opera di à¢â‚¬Å“corvià¢â‚¬? o rispondono ad un disegno preciso? Dubbi inquietanti.

Che devono mettere tutti in guardia da un nuovo fronte che si sta aprendo: il terrorismo psicologico. Che, al pari delle bombe, rischia di provocare molte vittime innocenti.

Gianni Cipriani (giornalista, scrittore, editorialista di “Avvenimenti”)
redazione@reporterassociati.org

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