WTO – Ginevra, la prova di forza dei paesi più ricchi

Il logo della campagna TradeWatchUna vera ministeriale, mascherata da Consiglio Generale. Nella proverbiale riservatezza della sede di Ginevra, con le Ong messe fuori dalla porta, senza l'attenzione dei mass media che ha caratterizzato eventi come Seattle e Cancun, una trentina di ministri dei Paesi più potenti che aderiscono alla Wto hanno fatto il “colpo grosso”: rilanciare l'Agenda di Doha e dare nuovo impulso al processo di liberalizzazione del mercato dei prodotti industriali e dei servizi, difendendo il più possibile i propri privilegi nel settore agricolo.


Questa anomala ministeriale si è svolta secondo le vecchie abitudini: i negoziati sono stati condotti per una settimana, in maniera informale, dal cosiddetto “non gruppo dei cinque”: USA, UE, India, Brasile ed Australia. Solo il venerdàƒÂ¬ mattina, all'ultimo momento, tutte le delegazioni hanno ricevuto il frutto del lavoro della task force: proprio quello che i Paesi in via di sviluppo avevano chiesto il 23 luglio, alla riunione dei capi delegazione, di evitare. Rispolverato lo stile di Doha, archiviata la mascherata del dialogo tentata a Cancun, il negoziato è proseguito ad oltranza, con la parola d'ordine ” raggiungere un accordo”.

Dal 1 settembre, dunque, tutti al lavoro per arrivare alla ministeriale di Hong Kong, fissata per dicembre 2005, per arrivare alla definizione delle nuove regole del commercio internazionale. Regole che, dopo Ginevra, secondo Rete Lilliput, Campagna Riforma Banca Mondiale, Mani Tese e ROBA dell'Altro Mondo, organizzazioni animatrici di Tradewatch (http://tradewatch.splinder.it) Osservatorio sul commercio internazionale, rappresentano un rischio di ulteriore marginalizzazione per le economie più fragili e per i piccoli produttori dei Paesi poveri.

In AGRICOLTURA, se l'UE ha concesso che i sussidi all'esportazione siano eliminati “entro la fine di una data da concordare”,il grosso dei suoi sussidi interni, non quelli di aiuto ai piccoli coltivatori e alle colture di qualitàƒ , ma ad esclusivo uso e consumo del grande agro-business, saràƒ invece mantenuto in vita. I sussidi ammessi come “de minimis”, per il sostegno interno, in particolare nei Paesi in via di sviluppo, verranno gradualmente tagliati, e, anche se si prevedono eccezioni per le realtàƒ più povere, non si indicano casi, percentuali nàƒÂ© scadenze. Il lavoro di 7 anni dei Paesi poveri per creare un elenco di “Prodotti speciali” che fosse possibile proteggere, è stato cancellato con l'introduzione, per PVS come per Paesi sviluppati, di “prodotti sensibili”, tutti ancora da definire.

Rispetto al COTONE, al centro della nostra campagna “La via del cotone” (http://mondo.roba.coop/Cotone01.htm), l'accordo finale conferma che “gli aspetti commerciali di questo argomento saranno trattati nell'ambito dei negoziati agricoli”, quindi come possibile merce di scambio dell'intera partita. Unico “contentino” la creazione di una nuova sottocommissione ad hoc, puramente consultiva.

Anche riguardo alle tariffe dei PRODOTTI INDUSTRIALI l'accordo firmato a Ginevra riesce a far recepire ciàƒÂ² che Cancun aveva bloccato. Il testo recepisce integralmente il testo del ministro messicano Derbez del 2003 con l'aggiunta di un punto iniziale che stabilisce la necessitàƒ di ulteriori negoziati per concordare specifici elementi. Da anni i paesi africani e quelli del blocco ACP fanno notare che una ulteriore riduzione delle tariffe sui prodotti industriali si tradurràƒ in una ulteriore riduzione di entrate per sostenere la giàƒ limitata spesa pubblica e nella fine delle loro industrie, incapaci di reggere alla concorrenza delle imprese multinazionali.

Da ultimo i SERVIZI: entro maggio 2005 tutti i Paesi della Wto dovranno presentare le proprie offerte di liberalizzazione di pezzi – “consistenti, sostanziali” ha chiesto a Ginevra la WTO – dei propri servizi pubblici.  Acqua, istruzione, sanitàƒ , energia, sono in pericolo, perchàƒÂ© la WTO si è posta l'impegno di raggiungere in maniera progressiva maggiori livelli di liberalizzazione in ogni settore e in ogni modalitàƒ di servizio, senza alcuna esclusione a priori. Unica consolazione la sospensione, sino alla fine del Doha Round, dei negoziati sulle cosiddette NEW ISSUES: investimenti, regole di concorrenza e trasparenza negli appalti pubblici.

A questo punto è urgente intensificare, come societàƒ civile, il nostro lavoro quotidiano di informazione, di mobilitazione e di collaborazione con ong e movimenti sociali del Sud e del nord perchàƒÂ© questo pericoloso meccanismo, come è successo a Cancun, si inceppi. Cominciamo a lavorare insieme, anche in Italia, per la costruzione della Settimana di mobilitazione globale per un commercio giusto, che verràƒ celebrata in tutto
il mondo dal 10 al 16 aprile 2005.

Be the first to comment on "WTO – Ginevra, la prova di forza dei paesi più ricchi"

Leave a comment