Globocolonizzazione: la testimonianza di Frei Betto a Padova

Frei BettoQuella che segue è la traduzione della testimonianza che Frei Betto, consigliere speciale del Presidente del Brasile Lula e storico esponente della Teologia della Liberazione, ha rilasciato a Padova lo scorso 29 maggio. L'incontro è stato organizzato dal Gruppo di Lavoro sulla Partecipazione nell'ambito del nodo padovano della Rete di Lilliput.

Traduzione a cura di Nicola Pellicchero.


Vorrei iniziare facendo una piccola riflessione sulle vicende che stiamo vivendo a livello mondiale.
Iniziamo raccontando tre fenomeni.

Il primo è che noi non stiamo vivendo oggi un periodo di cambiamento, bensì un”epoca che sta cambiando; l”ultima volta che ho visto un cambiamento simile è quando si è passati dal periodo medievale al periodo moderno. Adesso stiamo vivendo un periodo di crisi della modernità , un periodo postmoderno o ipermoderno.

Il periodo moderno è stato l”età della ragione; il periodo medievale centrato su Dio, il periodo moderno centrato sulla possibilità della ragione. Si immaginava che la ragione umana poteva risolvere tutti i nostri problemi. Succede invece che tutti noi che siamo in questa sala siamo arrivati alla fine dell”età moderna e il saldo non è dei migliori. Siamo 6 miliardi e 200 milioni di persone, 4 miliardi vivono sotto il livello della povertà e fra questi 1 miliardo e 200 milioni sotto il livello della miseria; secondo i criteri dell”ONU è infatti povero chi vive con meno di 60 $ al mese, misero chi con meno di 30 $ al mese. Il problema principale del ventunesimo secolo è infatti la differenza, la disuguaglianza che c”è nel pianeta. Noi abbiamo 840 milioni di persone che soffrono la fame.

I tre fattori che minacciano principalmente la nostra vita sono aids, terrorismo e guerra; molte campagne giuste e meritorie vengono fatte contro questi tre fattori. Risulta che la somma di questi tre fattori non raggiunge la metà delle persone che muoiono di fame ogni giorno. Ogni giorno al mondo muoiono di fame 100 mila persone, delle quali 30 mila sono bambini dai tre ai cinque anni di età . A New York nell”attentato terroristico dell” 11 settembre sono morte 3 mila persone. Ogni giorno muoiono 10 torri gemelle piene di bambini e nessuno protesta, nessuno piange. E” per questo che il presidente Lula colloca la questione della fame al primo posto non solo in Brasile ma nel mondo intero.

Dobbiamo chiederci perché ci sono tutte queste campagne contro il terrorismo, la guerra e l”aids e non c”è una campagna contro la fame, con la fame che appunto uccide molto più delle altre tre cause. A questa domanda io ho trovato un”unica risposta, è cinica. Aids, guerra e terrorismo non fanno distinzioni di classe, la fame invece sì. E come se noi ben nutriti dicessimo che dei miserabili che  muoiono di fame non ci interessa niente.

Un secondo fattore che vediamo nella situazione mondiale attuale è la fine del bipolarismo tra capitalismo e socialismo reale. Oggi viviamo una unipolarità , sotto l”egemonia di un unico paese che sono gli Stati Uniti. Quello che stiamo vivendo non è un processo di globalizzazione, bensì un processo di globocolonizzazione; è l”imposizione al pianeta di un unico modello di società , il modello anglosassone. E” la mcdonaldlizzazione del pianeta.

Le politiche neoliberali hanno aumentato di molto le disuguaglianze nel mondo. Solo per dare un esempio, ci sono 4 cittadini negli Stati Uniti che detengono una fortuna equivalente alla ricchezza dei 42 paesi più poveri che equivalgono a 600 milioni di persone.

Il terzo fattore è la mercantizzazione del pianeta. Tutti i beni, non solo quelli materiali, vengono considerati beni di mercato e l”umanità è divisa tra le persone che hanno accesso al mercato e le persone che non hanno accesso al mercato. Un grande problema è il fatto che la pubblicità oggi è rivolta a tutti indistintamente, perché i mezzi di comunicazione non fanno distinzione di classe e lo stimolo del consumismo è uguale per tutti. Viene presentato un modello ben determinato di essere umano e di umanità e tutti quelli che non corrispondono al modello presentato dalla pubblicità sono considerati cittadini di seconda classe. Una delle caratteristiche della pubblicità è la glamourizzazione del corpo. Stiamo vivendo una filosofia dove non conta l”essere ma conta l”apparire, come non interessa la qualità dei prodotti, interessa l”imballaggio. L”estetica del prodotto è diventato più importante della qualità ; da poco tempo si è scoperto che la Coca Cola in Inghilterra vendeva coca cola con acqua minerale contaminata, ma l”imballaggio era molto apprezzato e privo di riferimenti sulla qualità dell”acqua. Questo purtroppo vale anche per le nostre relazioni umane.

Dentro questo processo di entrata nella post modernità , ci sono due fenomeni che ci interessano direttamente.

Il primo è la destoricizzazione del tempo; nella nostra vita non si possano fare progetti, dare senso alla nostra vita se noi non abbiamo un”idea del tempo come storia.    Una delle idee forti della cultura ebraica è che il tempo è storia. Questo è così forte nella cultura ebraica che nella prima pagina della Bibbia la Creazione del mondo è storica. Ci vogliono sette giorni. La storicità ebraica è presente addirittura prima dell”essere umano.  Per i greci la dichiarazione che Gesù sia figlio di Dio dimostra che il dio degli ebrei non è un dio vero, perché un dio vero è onnipotente e lui crea come il Nescafè, …. istantaneo. E dio non ha bisogno di sette giorni. I greci non hanno capito che gli ebrei hanno impresso nel tempo un modo storico. I tre padri della cultura occidentale guardano fortemente come paradigma all”idea del tempo come storia. Sono tre ebrei: Gesù, Marx e Freud. Non si può capire il pensiero di loro tre senza intendere la dimensione della storia. Oggi stiamo invece perdendo l”idea del tempo come storia. Prima perché la nostra cultura è passata dal paradigma della letteratura al paradigma dell”immagine. In un libro c”è un inizio e una fine, nella televisione passato, presente e futuro possono essere mescolati. Oggi voi potete vedere il funerale di Agnelli al lato delle immagini di quando lui era vivo. Nella testa delle nuove generazioni è difficile percepire il tempo come storia, hanno una frammentazione del tempo e questo rende difficile pensare ad un progetto, avere un”utopia, imprimere nella vita un senso storico.

Voglio spiegare questo con un esempio: in Brasile oggi la durata media di un matrimonio è di 7 anni, i miei genitori hanno festeggiato 60 anni di matrimonio. Quando gli chiedono cosa gli ha fatti stare insieme per 60 anni,rispondono che per loro la famiglia è un progetto.

Quando noi teniamo un progetto, nella vita coniugale, nella vita professionale, nella vita politica, noi sappiamo che ci possono essere difficoltà e gioie, ma il progetto assicura un nostro itinerario. Con questa destoricizzazione è difficile per tutte le nuove generazioni stabilire un progetto. Voi sapete che la medicina in 5 mila anni ha cercato di risolvere due problemi. Il primo per la testa, per le calvizie, ed ad oggi non ha ancora risolto (evidente il riferimento a due persone al suo fianco ndr) ma come dice un mio amico che è calvo, se i capelli fossero così importanti crescerebbero dentro la testa … 
Un”altra cosa che la medicina ha sempre cercato, ed ora ha trovato, è l”elisir dell”eterna giovinezza. Adesso voi sapete che l”infanzia si prolunga dai 0 ai 15 anni, e l”adolescenza va dai 15 ai 40 e poi la giovinezza va dai 40 alla morte. Moriremo tutti giovani!! Non è ancora possibile non morire, ma è possibile morire giovani.

Tra poco i sindaci proibiranno agli anziani brutti e grassi di camminare per le strade per non pregiudicare la bellezza del paesaggio. Siamo entrati in questa sindrome dell”estetica senza etica, dove la causa di questo è la televisione dove tutto è mercato, comprese,  purtroppo, le relazioni umane.
Dentro questo processo di espansione del mercato uno dei fenomeni più gravi è la privatizzazione dello Stato. Lo Stato finisce di essere qualcosa al servizio del bene comune, per progressivamente servire l”interesse privato. E” un fenomeno mondiale e i più grandi politici non sono politici, ma impresari perché  portano avanti la privatizzazione dello Stato e sempre più non si crede alla politica come strumento di rappresentazione degli interessi del popolo. E” il fallimento dei partiti politici, i partiti politici stanno perdendo credibilità . Ma per i politici peggiori questo non è un problema, questa è la soluzione. I politici peggiori hanno piacere che la gente volti le spalle alla politica, odi la politica, in modo da poter agire con maggiore libertà . E” per questo che Margharet Thatcter ha portato avanti la depoliticizzazione della politica. Disse che la società si riduce ad un unico nucleo, il nucleo familiare. E che sindacati, ong, associazioni, niente di questo è importante. Ciò che è importante per essere felici è vivere nella propria famiglia, curare la propria famiglia. Cos”ha voluto dire la Thatcter con questo? Se ognuno si dedica solo alla propria famiglia, è più facile per i politici dirigere la società senza proteste da parte dei cittadini.

E” esattamente quello che oggi sta succedendo nella coalizione che ha invaso l”Irak. Un”operazione politico-militare dove nessun popolo è stato consultato e la decisione dei capi di Stato che viola ogni legge internazionale viene presentata dai mezzi di comunicazione come normalità . Ad esempio nessuno di noi in questa sala può immaginare una base cubana nascosta nella California. Potete immaginare una base cubana nascosta nella California degli Stati Uniti ? Sarebbe una cosa incredibile a livello mondiale, ma intanto esiste una base americana a Cuba che serve come campo di concentramento per i terroristi, senza alcun controllo. E riescono a farlo percepire alla gente come una cosa naturale.

Se questa è la globocolonizzazione , la proposta neoliberale del consesso di Washington, dov”è la speranza? La speranza a mio vedere è in molti luoghi, ma in modo più rappresentativo io la vedo nel World Social Forum di Porto Alegre. Il WSF di Porto Alegre riesce ad unire tutte le tendenze di speranza che ci sono nel mondo e con una caratteristica molto interessante; nessun partito controlla il Forum, il Forum è di fatto lo spazio politicamente più ecumenico che sia esistito, perché i lavori non hanno una conclusione, non c”è una carta su cui tutti devono essere d”accordo. Quello che riunisce tutte queste realtà e queste persone è credere che un altro mondo è possibile.

Questo mondo possibile passa per un fenomeno politico estremamente importante, che è l”organizzazione della società civile. Nel Brasile del governo Lula questo succede in molti modi. Ad esempio la mia presenza specifica all”interno del governo è per la mobilitazione sociale. Tutti i governi preferiscono una società civile immobilizzata; è la prima volta che io vengo a sapere che un governo ha un assessorato per la mobilitazione della società .

Molte persone mi chiedono come il governo brasiliano reagisce alle proteste e alle pressioni del Movimento dei Sem terra, perché tradizionalmente i governi reagiscono in due modi.  Il governo capitalista, di fronte alla pressione dei movimenti sociali, cerca di criminalizzarli e risponde con la polizia. Il governo socialista, di fronte alla pressione dei movimenti sociali, cerca di cooptare trasformandolo in strumento di trasmissione fra governo e società . Il governo Lula sta invece rispettando l”autonomia dei movimenti popolari perché è frutto di questi movimenti popolari. Una seconda attitudine del governo Lula è politicizzare le esigenze sociali. Noi abbiamo imparato che un problema sociale esiste quando diventa una questione politica; in Brasile abbiamo l”esperienza di schiavitù più lunga di tutte le Americhe … 358 anni. Questo vuol dire che per più di 300 anni la schiavitù in Brasile era considerata una normalità come è normale il giorno dopo la notte e anche la Chiesa cattolica prendeva la difesa degli indios ma non dei neri. La schiavitù fini nel 1888 perché 30 anni prima era iniziata la politicizzazione del fenomeno della schiavitù.

Questo il governo Lula sta facendo con il problema della fame. Deve diventare un problema politico e questo avviene attraverso la mobilitazione della società . E” per questo che il Programma Fame Zero non è una maratona per la distribuzione di alimenti di base, ma è un programma di inclusione sociale attraverso le organizzazioni popolari. Si tratta di saziare di fame e di bellezza; la fame di pane è saziabile, la fame di bellezza è infinita. Cosa significa questo? Creare le condizioni affinché i poveri possano avere un lavoro e generare un reddito e in secondo luogo permettere a queste persone più povere di organizzare e di imprimere alla propria vita una dimensione storica. Alcuni mi chiedono: E” possibile trasformare un miserabile in un protagonista politico? In Brasile abbiamo molta esperienza di questo, grazie al metodo di Paulo Freire. Prima a questa domanda potevo avere qualche dubbio,  io adesso ho la certezza che è possibile perché un miserabile è il nostro presidente del Brasile. Perché Lula non proviene dai poveri, proviene dai miserabili; dei 12 figli di sua madre, 4 sono morti di fame e in questi giorni che si trova  a Shanghai al seminario della Banca Mondiale sulla fame nel mondo ha aperto il suo discorso dicendo: Può darsi che io sia l”unico governante al mondo che sa cos”è la fame perché l”ho vissuta

Quindi oggi il cammino è l”organizzazione della società civile. Tutti i diritti che lo Stato ha riconosciuto è perché è stato pressato dalla società civile; la protezione degli anziani e dei bambini, il voto delle donne …. Se vogliamo passare dalla democrazia rappresentativa alla democrazia partecipativa dobbiamo organizzare la società .

Esistono fondamentalmente due categorie di politici: i politici che provengono dalla lotta sociale e i politici che hanno scelto di fare della politica una professione. Molte volte votiamo un politico perché non conosciamo nessun altro che partecipa al nostro fianco alle lotte sociali, ma tutte le volte che abbiamo la possibilità di scegliere fra la propaganda elettorale e un compagno o una compagna che sta al nostro fianco nella lotta, normalmente scegliamo il secondo.

Il Forum di Porto Alegre crea un nuovo paradigma nella vita politica e più reti riusciamo a creare, maggiore è la possibilità di mutare il profilo della politica. Solo così possiamo riscattare due dimensioni che abbiamo perso nell”ultima decina di anni. La prima è il sentire il tempo come storia, la seconda è l”utopia come speranza positiva. Per noi in America Latina parlare di utopia è una cosa molto profonda; ad esempio chi ha visto in questo periodo l”ultimo film su Che Guevara, Diario di una motocicletta capisce cosa intendo. Per noi l”utopia non è una speranza, l”utopia è quando Gesù parla del regno di Dio. Per Gesù il regno di Dio non era astratto, era di fronte a lui. Gesù non è morto di epatite in una camera da letto, non è morto cadendo da un cammello sulle strade di Gerusalemme. E” morto come prigioniero politico. Io non capisco come un cristiano possa definirsi cristiano ma non un politico, perché tutti i cristiani sono discepoli di un prigioniero politico. Gesù è stato catturato, torturato e condannato alla pena capitale. Per due ragioni  non mi piace il film di Mel Gibson; primo perché presenta la passione di Gesù nel dolore e non nell”amore, secondo perché io non ho conosco un padre e una madre a cui piaccia vedere il proprio figlio soffrire. Dio non si compiace della sofferenza del figlio, Dio soffre. La Redenzione non è un teatro, è un fatto storico. Cosa voglio dire con questo? Gesù muore come prigioniero politico perché parlava del regno di Dio dentro al regno di Cesare. Parlava di un altro regno, era un sovversivo. Quindi noi dobbiamo riscattare questa dimensione sovversiva della speranza.

Io credo che quanto più riusciamo a lavorare nelle organizzazioni di questa società civile, più riusciremo ad avere potere dentro questa vecchia società . E generarne una nuova. E” come una donna incinta, quello che sembra vecchio dentro ha il nuovo. Non andiamo a distruggere ciò che è all”esterno per creare il nuovo. Il socialismo ci ha provato e non c”è riuscito; il socialismo è fallito perché ha compiuto l”errore al contrario del capitalismo. Il capitalismo privatizza i beni materiali e socializza il sogno; uno vive in una favela e patisce la fame ma si gusta le meraviglie che mostra la televisione. Il socialismo al contrario ha socializzato i beni materiali e ha privatizzato il sogno; solo il potere politico poteva sognare. Quindi noi dobbiamo partire da questa vecchia società e generarne una nuova per costruire donne e uomini nuovi e, secondo me, sarà un figlio di questo matrimonio: Santa Caterina da Siena con Ernesto Che Guevara.

Be the first to comment on "Globocolonizzazione: la testimonianza di Frei Betto a Padova"

Leave a comment