Fratello sole

pannello fotovoltaicoTutti i Paesi avanzati stanno scommettendo sullo sfruttamento dell”energia solare. L”Italia, invece, la trascura. Perché?

[di Mirella Camera – Club3]


Ogni giorno il sole riversa sulla terra l”energia che il mondo consuma in un anno. Riuscire a raccogliere e sfruttare anche solo una piccola parte di questo bendidio sta diventando, più che una opportunità , una necessità : ci avviciniamo infatti all”anno di picco del petrolio, il 2012, che gli studiosi considerano la soglia oltre la quale i prezzi cominceranno irrimediabilmente a salire. Questo, infatti, comincerà a scarseggiare, a fronte di una crescente domanda energetica da parte di Paesi industrializzati vecchi e nuovi (e tra questi ultimi alcuni giganti in piena espansione: Cina, India, Brasile). Senza contare il problema dell”immissione nell”atmosfera di anidride carbonica (CO2), prodotta dalla combustione delle risorse fossili, che va fermata assolutamente. Chi ha il sole, dunque, può contare su una fonte di energia insieme pulita e inesauribile se sa sviluppare una tecnologia economicamente conveniente al suo sfruttamento. L”Italia potrebbe essere tra questi, ma pur avendo un grande potenziale – ben maggiore della Germania, il Paese più simile a noi per superficie e densità di popolazione – ha dalle dieci alle venti volte meno installazioni solari di quest”ultima.

Nel nostro Paese, infatti, ci sono in tutto gli impianti solari termici che la Germania ha installato in un solo anno e i nostri 23 MW di solare fotovoltaico appaiono ben miseri in confronto ai 400 MW dei tedeschi. Tenendo conto, oltretutto, che la radiazione solare da noi, ha una resa media superiore del 50%. In questo settore non solo siamo più scarsi di Spagna e Grecia, “Paesi del sole” come noi, ma anche dei nordici Austria, Svizzera, Danimarca. E non è l”unico paradosso; il 30% di tutto l”installato solare italiano si trova nelle Province autonome di Trento e di Bolzano. Tutto ciò quindi non dipende dalla quantità di sole ma dalla volontà politica.

«L”importante per compiere una vera svolta in queste tecnologie è avere politiche di lungo respiro», ci dice Leonardo Berlen di Ises Italia (la sezione nazionale dell”International solar energy society). «Non si può continuare con iniziative frammentate, regionali, discontinue e diverse, oltretutto appesantite da procedure burocratiche che fanno scappar la voglia di procedere. Bisognerebbe permettere a chiunque di installare in qualsiasi momento degli impianti solari, definendo in maniera stabile gli incentivi più opportuni: sicuramente una detrazione fiscale e poi la possibilità di rateizzare. In fondo, comprando l”impianto compro anche la possibilità di produrre energia per i prossimi venti o trent”anni e anche più: si tratta di un vero e proprio investimento». Quello che più conta, però, per diffondere la cultura dell”energia solare è l”informazione. Oggi pochi cittadini sanno che si tratta di tecnologie a portata di mano e non di fantascienza; e meno ancora sono informati sulle sue potenzialità , sui costi, sul risparmio possibile. Vediamoli insieme.

Scopriamo l”acqua calda
L”impianto solare termico a bassa temperatura è il più semplice, diffuso e il meno costoso. àˆ costituito da pannelli che catturano l”energia del sole e la utilizzano per scaldare l”acqua, che può raggiungere 60-70°C. Negli ultimi 30 anni infatti l”efficienza è aumentata del 30% e si stanno studiando sistemi ancor più performanti. Oltre alla produzione di acqua calda per usi igienico-sanitari o per piscine, esistono applicazioni anche per il riscaldamento dell”edificio, generalmente integrato con una caldaia. Per il fabbisogno medio di acqua calda di una famiglia bastano 3,5-4 mq di pannelli. Naturalmente ci sono delle variabili: l”irraggiamento, l”esposizione, il tipo di impianto. Nel Sud, per esempio, il solare termico può coprire oltre il 70% del fabbisogno di energia, che significa, per una famiglia di quattro persone, un risparmio tra i 250 e 350 euro l”anno; in 5 anni si ammortizza la spesa media dell”impianto. I pannelli solari non sostituiscono totalmente lo scaldabagno o la caldaia perché possono utilizzare il sole solamente quando c”è, ma contribuiscono a un cospicuo risparmio energetico. Tant”è che in un solo anno (2001) i tedeschi hanno installato 900.000 mq di pannelli solari, mentre nello stesso periodo gli italiani raggiungevano a stento i 55.000. Per diffonderne l”utilizzo oggi c”è la possibilità di detrarre dalle tasse il 41% in 5 anni dell”impianto, che si aggiunge a eventuali incentivi regionali che si aggirano sul 25-30% del costo.

Elettricità fatta in casa
Il fotovoltaico è la classica “ricaduta” per uso civile della ricerca aerospaziale: tutti i satelliti, i moduli e le sonde inviate nello spazio infatti catturano l”energia dal sole e la trasformano in elettricità . Il mercato fotovoltaico mondiale è passato dai 45 MW del 1990 ai 290 MW del 2000. I Paesi leader di questo settore sono Giappone, Stati Uniti e Germania, che l”hanno diffuso soprattutto grazie a programmi di incentivazione da parte dello Stato; il quale, oltre a scontare gli impianti, si pone anche come compratore dell”energia eccedente immessa in rete a un prezzo molto maggiore di quello di mercato, proprio per premiare e incoraggiare l”uso di questa energia rinnovabile.

Gli impianti installati in Italia col programma “Tetti fotovoltaici”, sono stati un migliaio in due anni e per una potenza di circa 5 MW, per un totale di potenza installata, calcolando le vecchie installazioni, abbiamo quindi una produzione complessiva di circa 21-23 MW (come detto, la Germania è a oltre 400 MW, dopo aver completato nel 2003 il programma di 100.000 tetti fotovoltaici).

Per dare ai numeri concretezza, teniamo presente che in Italia una famiglia media consuma 2.500-3.000 kWh all”anno, per produrre i quali, nel Centro Italia, basterebbero 16-20 mq di pannelli fotovoltaici da 2kW di potenza. Un impianto si ripaga, con gli incentivi, in circa 10 anni, dopo di che si ha l”energia gratis; visto che la sua durata varia dai 50 ai 70 anni, si tratta di un investimento a lungo termine e come tale va affrontato. Finora il programma italiano di incentivazione si è basato sul contributo a fondo perduto di circa il 60-70% del costo dell”impianto ma presto, seguendo l”esempio tedesco, si baserà sull”acquisto dell”energia solare prodotta e immessa in rete. Ogni famiglia potrebbe quindi diventare un piccolo produttore di elettricità che però non viene più acquistata al prezzo di tariffa ma fortemente supervalutata. L”acquirente dovrà badare anche alla qualità dell”impianto, perché gli interesserà produrre quanta più energia possibile. Liberiamoci dal petrolio.

Il sogno del professor Carlo Rubbia, Nobel per la fisica e direttore dell”Enea, è di coltivare il Sud a sole, raccogliendo frutti energetici capaci di liberarci dalla fame di petrolio, dal quale dipendiamo in maniera pesante; e che, oltretutto, inquina. Ma per produrre energia in quantità abbondante e soprattutto continua, bisogna ottenere dalla centrale solare le stesse prestazioni che si ottengono da una termoelettrica.

Ebbene, fin qui ci siamo arrivati: ispirandosi ai famosi specchi di Archimede con i quali i siracusani assediati bruciarono le navi dei romani, l”Enea ha sviluppato una tecnologia per lo sfruttamento intensivo dell”energia solare che, grazie a una fruttuosa collaborazione con Enel, si trasformerà in una centrale vera e propria, con una potenza di 20 MW, consentendo un risparmio equivalente a 12.500 tonnellate di petrolio l”anno ed evitare 40 mila tonnellate di emissioni di CO2. Gli specchi, parabolici, concentrano i raggi solari fino a 100 volte e un sistema di accumulatori a base di liquido salino permette di mantenere la temperatura fino a 550 gradi costanti, quindi anche quando il sole non c”è. Dopodiché la tecnologia ritorna a essere quella “classica”: il vapore ad alta pressione prodotto alimenta le turbine che generano l”energia elettrica.

I vantaggi di questa centrale rispetto a quelle fotovoltaiche sono: produrre in modo costante e avere una performance pari alle centrali termoelettriche, ragion per cui sarà possibile costruire accanto a esse un campo solare per trasformarle (o integrarle), senza dover cambiare le apparecchiature. L”investimento complessivo per la realizzazione del progetto, che andrà a regime nel 2006, è di circa 50 milioni di euro. «Con la nuova tecnologia solare termodinamica si apre una nuova via», dice Rubbia: «la produzione di grandi quantità di energia pulita, sempre disponibile e a costi pari con quella dei fossili, rappresenta un reale salto tecnologico che ci permetterà una maggiore indipendenza energetica».

Il professore, però, sta già guardando oltre: alla produzione di idrogeno dal solare, il massimo della sostenibilità . Per questo progetto è necessaria altra ricerca, perché le temperature vanno alzate ancora e l”intero sistema deve essere non solo ecologicamente ma anche economicamente sostenibile. Ma questa è un”altra storia.

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