La guerra delle impronte fra Usa e Brasile

Foto segnaletiche e impronte digitali: il Brasile impone ai cittadini Usa in arrivo le stesse misure che le autoritàƒ statunitensi hanno imposto ai cittadini dell'America latina che sbarcano negli aeroporti degli Stati uniti. Ma Bush non tollera la reciprocitàƒ .

di Maurizio Matteuzzi


La guerra delle impronte impazza fra gli Stati uniti di Bush e il Brasile di Lula. Che riesumando per un attimo contro gli amati/odiati gringos la faccia feroce di quando era il rude sindacalista di sinistra – il à‚«sapo barbudoà‚», il rospo barbuto, lo definàƒÂ¬ Leonel Brizola – al posto di quella ripulita e amabile del à‚«Lulinha paz e amorà‚» dell'ultima fase, sta pompando l'appoggio quasi entusiastico dell'opinione pubblica brasiliana.

Quasi l'80% approva la decisione di imporre ai cittadini Usa in arrivo le stesse misure che le autoritàƒ statunitensi hanno imposto ai cittadini dell'America latina che sbarcano negli aeroporti degli Stati uniti. Impronte digitali e foto segnaletiche. Ieri la guerra si è surriscaldata con l'arresto del comandante di un volo della American Airlines proveniente da Miami all'aeroporto internazionale di Guarulhos, a San Paolo. Il comandante Dale Robbin Hersh ha reagito con un gesto osceno nel momento in cui la Polizia federale brasiliana gli ha preso la foto segnaletica.

Mr. Hersh è stato arrestato ed è attualmente detenuto negli ufficidi della Pf di Guarulhos. Con l'accusa di non aver rispettato una disposizione della giustizia brasiliana. Pena prevista, da 6 mesi a un anno di prigione. Che il comandante Hersh probabilmente non sconteràƒ perchàƒÂ© il consolato Usa di San Paolo sta gestendo l'incidente e il governo di Lula certo non andràƒ alla rottura diplomatica con Washington per una simile baggianata. Anche gli altri 11 membri dell'equipaggio del volo Aa, che hanno rifiutato i controlli, sono stati fermati e impediti di entrare in Brasile. In attesa del primo volo che li riporti a casa loro.

Punture di spillo, quisquilie rispetto al ruolo giocato dal Brasile nei vertici di Cancun (Wto) e Miami (Alca). Ma che mandano in sullucchero l'orgoglio del Brasile e dell'America latina, troppo abituati a ogni genere di sopraffazioni e umiliazioni – anche superficiali – da parte dei grandi e poderosi Usa.

Un piccolo segnale che il Brasile di un Lula quanto mai ragionevole e moderato nel suo primo anno di mandato presidenziale ha deciso che i tempi dell'allineamento automatico sono finiti. I tempi in cui un ministro degli esteri brasiliano diceva che à‚«ciàƒÂ² che va bene per gli Stati uniti va bene per il Brasileà‚» o quelli, più recenti, in cui l'argentino Menem e i suoi ministri parlavano di à‚«relazioni carnalià‚» con gli Usa.

La guerra delle impronte tuttavia è una piccola cosa giàƒ sufficiente per far impazzire di rabbia gli statunitensi. Tanto che era stata uno degli oggetti dell'incontro a quattr'occhi di lunedi fra Bush e Lula a Monterrey, in Messico, in occasione del vertice straordinario delle Americhe. Il segretario di stato Colin Powell aveva avuto addirittura la faccia tosta di protestare con il suo omologo brasiliano Celso Amorim per à‚«la discriminazioneà‚» a cui sono sottoposti i cittadini Usa in arrivo in Brasile.

Ai primi di gennaoio un giudice federale brasiliano ha disposto la reciprocitàƒ delle procedure ai primi di gennaio. Cesar Maia, un ex di sinistra passato a destra, il sindaco di Rio de Janiero, la destinazione privilegiata del turismo, ha protestato. Un altro giudice ha sospeso à‚«la discriminazione anti-americanaà‚». LunedàƒÂ¬ scorso è intervenuto lo stesso governo Lula con una misura provvisoria ma esecutiva per mantenere la reciprocitàƒ .

L'Assemblea legislativa di Rio, in pratica il consiglio comunale, sotto la spinta di Maia, ha deciso di mandare belle ragazze all'aeroporto intitolato al grande Tom Jobim che offrono fiori e cotillons ai turisti Usa, esausti per le attese e le file fino a 9 ore per le foto e le impronte. E ieri anche ballerine e percussionisti delle scuole di samba. Ma – un altro segnale – una delle più celebri scuole di samba di Rio, quella verde-rosa della Mangueira, ha diffuso una nota ufficiale negando di avere mandato sambisti e mulatte all'aeroporto per accogliere à‚«i turisti americanià‚».

La piccola guerra delle impronte impazza mentre i giornali portano a titoli cubitali il fallimento delle pretese di Bush al vertice delle Americhe, grazie al ruolo del Brasile di Lula.

à‚«Il blocco guidato dal Brasile costringe gli Usa a cedereà‚», titolava oGlobo; à‚«Il Brasile unisce i paesi latini e costringe gli Usa a un dietrofront diplmaticoà‚», gli faceva eco il Jornal do Brasil.

Fonte: Il manifesto

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