Oms: l’ingiustizia sanitaria

Nuovo rapporto sulla salute mondiale dell'Oms (Organizzazione mondiale della Sanitàƒ ). Presentato a Ginevra, il rapporto rileva le ingiustizie fra paesi ricchi e poveri


Una bambina nata in Giappone puàƒÂ² vivere in media fino all'etàƒ di 85 anni, ma per una bimba nata in Sierra Leone la speranza di vita non supera i 36 anni: è un divario “inaccettabile”, ha dichiarato il Direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanitàƒ (Oms) Lee Jong-wook. Ma è un divario purtroppo in crescita, secondo le conclusioni del 'Rapporto sulla salute nel mondo 2003' presentato a Ginevra.

Mentre negli ultimi 20 anni la speranza di vita media alla nascita è globalmente cresciuta nel mondo raggiungendo i 65,2 anni (79,7 per l'Italia), in alcuni paesi africani e dell'ex Unione Sovietica è diminuita. E la speranza di vita media di un uomo nato nell'Africa sub-sahariana non supera oggi i 46 anni. Inoltre – deplora il rapporto annuale dell'Oms – per il 35% dei bambini africani il rischio di decesso è oggi globalmente più alto rispetto a dieci anni fa.

“CosàƒÂ¬ come si presenta attualmente la situazione sanitaria mondiale è segnata dall'ingiustizia. Infatti, mentre in alcune parti del mondo si continua a sperare di vivere più a lungo e meglio, in molte altre, suscita disperazione l'incapacitàƒ di combattere malattie per le quali esistono cure e mezzi”, afferma l'Oms che denuncia “il fossato sempre più largo” scavato dalle disparitàƒ sanitarie. Riprendendo l'esempio delle bambine nipponica e della Sierra Leone, l'Oms illustra tale divario: la giapponese saràƒ infatti adeguatamente vaccinata, nutrita ed istruita e, se si ammaleràƒ o se saràƒ incinta, potràƒ godere di prestazioni sanitarie tra le migliori al mondo. E' invece probabileche la sierraleonese non vedràƒ mai nàƒÂ© un medico, nàƒÂ© un'infermiera, non saràƒ vaccinata. Si sposeràƒ adolescente e daràƒ alla luce sei bambini senza l'aiuto di un'ostetrica. La prima potrebbe ricevere medicine per un valore medio di 550 dollari l'anno e più se necessario, per la seconda la somma non eccederàƒ i 3 dollari l'anno.

Il divario sanitario è particolarmente scioccante nel caso dell'accesso alle terapie per l'Hiv/Aids: attualmente solo il 5% degli abitanti dei Paesi in via di sviluppo che ne avrebbero bisogno ricevono gli antiretrovirali, ricorda l'Oms. L'Aids ha inoltre ridotto di venti anni la speranza di vita di milioni e milioni di persone nei Paesi dell'Africa sub-sahariana ed è diventato la prima causa mondiale di decesso nella fascia di etàƒ tra i 15 e i 59 anni.

Le disparitàƒ tra Paesi ricchi e poveri sono inoltre illustrate dai dati scioccanti sulla mortalitàƒ legata al parto e alla gravidanza. Secondo l'Oms, le principali cause della tragedia dei Paesi africani e delle popolazioni più povere del pianeta sono l'assenza di progressi nella riduzione della mortalitàƒ nei settori della maternitàƒ e dell'infanzia, la pandemia dell'Aids e il doppio peso che fanno gravare le malattie trasmissibili e non trasmissibili, e cui si sommano gli effetti dell'epidemia del tabagismo ed altri decessi evitabili.

Tuttavia, nei Paesi in via di sviluppo, le malattie trasmissibili sono ancora preponderanti e responsabili di sette decessi su dieci tra i bambini. Si tratta in particolare delle infezioni respiratorie (1,9 milioni di morti), delle malattie gastroenteriche (1,6 milioni di morti) e della malaria (1,1 milioni). Per il Direttore generale dell'Oms Lee Jong-wook, un mondo caratterizzato da queste disuguaglianze è destinato ad avere gravissimi problemi: “dobbiamo trovare le forze sul piano mondiale per dare forma ad un futuro più sano”, scrive Lee Jong-wook nel messaggio che accompagna il Rapporto, il primo da quando ha assunto la carica di direttore generale. L'Oms ritiene che il perdurare della pandemia dell'Aids, la comparsa di epidemie come quella della Sars e i problemi posti dalla lotta per l'eliminazione della poliomielite, dimostrano che non si è saputo investire abbastanza nel settore della salute. Per fronteggiare la situazione, l'Oms ritiene ora “urgente” procedere alla ricostruzione dei sistemi sanitari. “La lotta contro i principali problemi di salute ha insegnato che il sostegno finanziario sommato a miglioramenti
mirati dei servizi di salute consentono di evitare a milioni di persone una morte prematura e anni di invaliditàƒ “, conclude il Rapporto.

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