Diritto alla comunicazione: una nuova frontiera verso il Summit mondiale sulla societàƒ dell’informazione

A metàƒ dicembre, in Svizzera, si apriràƒ il primo Summit delle Nazioni Unite dedicato alle nuove tecnologie e allo sviluppo (umano?). Scopo: definire una visione comune della cosiddetta Societàƒ dellà¢â‚¬â„¢Informazione e un conseguente piano di azione. Apparentemente un appuntamento dedicato agli addetti ai lavori, in realtàƒ tratteràƒ questioni e tematiche che toccano e toccheranno tutti noi – in tutto il mondo – molto da vicino. Ecco perchàƒÂ© una parte della societàƒ civile si sta mobilitando per prepararsi allà¢â‚¬â„¢evento, ma soprattutto per diffonderne sfide, pericoli e opportunitàƒ nei prossimi anni.

di Jason Nardi


A Perugia, in occasione dellà¢â‚¬â„¢ONU dei popoli, è stato presentato il manifesto della Piattaforma della societàƒ civile sulla comunicazione. Promossa dalla Campagna CRIS (Communication Rights in the Information Society, capitolo italiano) in collaborazione con le ONG italiane impegnate sui temi del divario digitale, esperienze di stampa alternativa, iniziative per unà¢â‚¬â„¢informazione indipendente dal basso, la Piattaforma nasce in preparazione del primo Summit mondiale che discuteràƒ delle trasformazioni globali della societàƒ dovute allà¢â‚¬â„¢avvento delle tecnologie di informazione e comunicazione e delle sfide che ne derivano: il divario digitale, il persistere di squilibri e di povertàƒ , il raggiungimento degli obiettivi del Millennium Round delle Nazioni Unite, ma anche e soprattutto là¢â‚¬â„¢individuazione delle risorse e degli strumenti attraverso cui elaborare programmi in settori strategici per lo sviluppo delle societàƒ nei prossimi anni.

Unà¢â‚¬â„¢opportunitàƒ per la societàƒ civile…

Come affermato nei documenti preparatori del Summit, il contributo della societàƒ civile è fondamentale, tanto nella sostanza delle discussioni (partendo dalle molteplici esperienze realizzate in questi anni sui temi del divario Nord-Sud, dellà¢â‚¬â„¢informazione indipendente e comunitaria e dei diritti di comunicazione), quanto nella partecipazione ad un processo che rende esplicita la necessitàƒ di una maggiore partecipazione dal basso alla definizione dello politiche internazionali.

à¢â‚¬Â¦ e un rischio

Il rischio è che prevalga, anche in questa sede, una visione della societàƒ della conoscenza chiusa e tecnologicamente determinata, unà¢â‚¬â„¢idea della cultura e della conoscenza, come beni e merci da produrre, acquisire e scambiare come altre; un approccio chiuso e corporativo ai problemi relativi alla proprietàƒ intellettuale, un modello standardizzato di societàƒ “al singolare”, le cui regole sono dettate dal mercato e dagli interessi privati e là¢â‚¬â„¢accesso è garantito soltanto a chi ha risorse da spendere.

 
Tutto questo come e quanto ci riguarda come singoli cittadini o comunitàƒ ? Come la si voglia chiamare, la Societàƒ dellà¢â‚¬â„¢Informazione è ormai una realtàƒ , al punto che ne siamo coinvolti, volenti o meno, sempre più. Dai canali satellitari al computer per lavoro (e nelle attivitàƒ politiche come nel tempo libero), dal telefonino al rapporto con enti pubblici (e-government) e privati (e-commerce), dallà¢â‚¬â„¢uso di carte di credito e dellà¢â‚¬â„¢e-banking, a tutte le innovazioni nei vari campi, dalla medicina alle biotecnologie, dai codici a barre nei supermercati ai sistemi di videosorveglianza e riconoscimento digitaleà¢â‚¬Â¦ Le nuove tecnologie hanno cambiato radicalmente il modo con cui gestiamo il nostro tempo, comunichiamo, lavoriamo (e nel mondo del lavoro, qui come nei paesi impoveriti, sta ridefinendo tutti i rapporti e creando nuove interazioni, come quella del telelavoro).

Riflettori spostati

Eppure, mai Summit delle Nazioni Unite è stato meno visibile di questo che si occupa di Tecnologie della Comunicazione e Informazione (il primo vero e proprio evento globale del genere). Come se i conglomerati dei media e i governi si fossero accordati per mantenere al minimo là¢â‚¬â„¢attenzione su questi temi (e le loro implicazioni sociali, economiche, sulle strutture di potere e decisione) e relegarle ai soli addetti ai lavori. Ma gli utenti, i consumatori, sono anche e soprattutto i cittadini di oggi e di domani – ed è fondamentale che siano non solo informati, ma abilitati ad esercitare il diritto attivo e passivo di comunicare e di influire sulle decisioni che riguardano la loro vita.

Ecco perchàƒÂ© nel documento della Piattaforma, si dice: “Nel riconoscimento dei fondamentali valori di libertàƒ , dignitàƒ , giustizia e rispetto della diversitàƒ , la nostra visione della Societàƒ dellà¢â‚¬â„¢informazione si fonda sul diritto a comunicare, come mezzo per promuovere e proteggere i diritti umani e rafforzare la vita delle persone e delle comunitàƒ , da un punto di vista sociale, economico e culturale. Pensiamo che informazione e conoscenza siano unà¢â‚¬â„¢ereditàƒ comune, una risorsa fondamentale per la vita di ogni persona in ogni paese, quindi un diritto da affermare sulla scena internazionale.”

Oltre i divari digitali: la frontiera dei saperi

Cosa si puàƒÂ² fare dunque? Molto. E a molti livelli. Anzitutto affermare che una societàƒ sostenibile, rispettosa della dignitàƒ e dei diritti delle persone non saràƒ solo fondata sullà¢â‚¬â„¢informazione, ma sulla comunicazione, la conoscenza, la condivisione e là¢â‚¬â„¢accesso ai saperi. Questo passaggio non è scontato. Proprietàƒ intellettuale, concentrazione della proprietàƒ e dello sviluppo delle tecnologie e privatizzazione dei mezzi di trasmissione dei saperi vanno contrastate a favore della “liberazione” delle tecnologie e della libera circolazione dei saperi.

Lavorare attivamente per la costruzione della societàƒ della conoscenza significa
– affermare che la discussione in atto non si puàƒÂ² restringere solamente al ruolo della tecnologia e allo sviluppo di infrastrutture: tecnologie, infrastrutture e servizi devono essere il mezzo e non il fine di ogni processo di rinnovamento della societàƒ ;
– riconoscere che là¢â‚¬â„¢accesso – universale, a costi ridotti, basato su risorse comuni – non deve essere inteso solo come accesso alla tecnologia, ma come opportunitàƒ per tutti di avere a disposizione tecnologie appropriate (con particolare riguardo ai gruppi svantaggiati), informazioni rilevanti, opportunitàƒ di sviluppo, educazione necessaria;
– promuovere quindi una gestione del potere partecipata, decentralizzata, democratica e diffusa nei diversi settori della comunicazione – telecomunicazioni, informatica, media – che riconosca i bisogni delle popolazioni e sviluppi le potenzialitàƒ di partecipazione alla definizione stessa delle politiche.

Le richieste al Governo italiano

La Piattaforma chiede al governo italiano, in occasione del summit di Ginevra e dei suoi sviluppi futuri:
– di riconoscere le posizioni della societàƒ civile e di sviluppare modalitàƒ per un dialogo continuo fra i soggetti interessati
– di inserire formalmente una rappresentanza della Piattaforma della societàƒ civile nella delegazione ufficiale al Summit
– di agire in maniera trasparente e favorire la massima apertura di tale processo, rendendo disponibili al pubblico informazioni e documentazioni rilevanti in un linguaggio comprensibile a tutti
– di coinvolgere attivamente la societàƒ civile nella definizione dei documenti rilevanti, nellà¢â‚¬â„¢attuazione degli impegni assunti a livello internazionale e nella definizione di politiche nazionali ed europee rilevanti
– di contribuire a rafforzare il contributo attivo della Assemblea Plenaria della societàƒ civile al WSIS e delle sue articolazioni, rendendosi disponibile – in occasione degli incontri preparatori e del Summit stesso – a fornire informazioni, ricevere input e a riportarne le posizioni nelle sedi della negoziazione intergovernativa

Tavoli di confronto – azioni comuni

Il Summit di Ginevra offre insomma unà¢â‚¬â„¢occasione rilevante per sollevare un dibattito pubblico fino ad ora limitato. Le tematiche sono complesse e coinvolgono mutamenti che hanno impatto sul nostro operato quotidiano nel breve e nel lungo periodo. La mobilitazione della societàƒ civile sui temi dellà¢â‚¬â„¢informazione, della comunicazione, dellà¢â‚¬â„¢uso delle tecnologie, dellà¢â‚¬â„¢accessibilitàƒ agli strumenti per la riduzione dei divari dentro e fra le comunitàƒ umane, prosegue comunque in diverse sedi, dal Forum Sociale Europeo e Mondiale, alle diverse iniziative internazionali.

In Italia, la Piattaforma della societàƒ civile italiana verso il WSIS si propone come tavolo di confronto per favorire una più ampia conoscenza reciproca, la valorizzazione delle molteplici esperienze e la possibilitàƒ di elaborare posizioni e iniziative comuni. Terreni di questo confronto possono andare dal movimento delle telestreet al disegno di legge Gasparri sul riassetto del sistema delle telecomunicazioni, dal software libero al media watch (osservatorio sui media). La Piattaforma intende, inoltre, mantenere e rafforzare i legami con le iniziative della societàƒ civile transnazionale allà¢â‚¬â„¢interno del Summit, in particolare con la campagna CRIS, Communication Rights in the Information Society.

Un invito a partecipare

Tutte le associazioni, gli individui e le diverse iniziative che riconoscono là¢â‚¬â„¢importanza di attivarsi su questi temi sono invitate ad aderire a questa Piattaforma per ampliare la partecipazione della societàƒ civile nel processo del Summit e nella costruzione di occasioni di dialogo e riflessione a livello della realtàƒ italiana. Sono partiti 4 gruppi di lavoro sempre aperti a nuovi partecipanti, ed è possibile iscriversi alla mailing-list di collegamento: cris-italia@unimondo.org. Per ulteriori informazioni: www.cris-italia.info; www.crisinfo.org

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