Sfratto a treviso: doveri pretesi e diritti negati

Atteggiamento inumano, palleggiamento di responsabilitàƒ politiche, polemiche su chi ha preso la decisione di sfratto degli immigrati che vivevano nell'ex ospedale Sant'Artemio a Treviso. Ora, tutti ci appelliamo a pretendere legalitàƒ , specialmente dagli immigrati. A Treviso si è arrivati anche ad affermare il diritto alla pulizia della cittàƒ ; neanche le panchine devono esserci per persone non a modo. E la legge è stata applicata, inesorabile.

Don Albino Bizzotto
Beati i costruttori di pace


L'alloggio per nessuno è un lusso, ma una necessitàƒ , un diritto fondamentale indispensabile perchè ogni persona venga messa nella condizione di espletare i propri compiti ed esercitare le proprie responsabilitàƒ . Diritto vuol dire che di fronte alla necessitàƒ dell'alloggio, io e l'altro, qualsiasi altro, siamo pari. Quindi sul piano pratico lui puàƒÂ² essere al mio posto e io al suo, diritto dice reciprocitàƒ . Che sia vero?

Ma quelle persone hanno occupato abusivamente! E' vero, ma non perchè vogliono andare contro la legge, ma semplicemente perchè in stato di necessitàƒ . Se dovessimo percorrere la via crucis di quasi tutti gli immigrati per trovare un alloggio, non importa quale, in affitto, saremmo molto più indignati di loro. E' un percorso di umiliazioni, per trovarsi alla fine con un niente di fatto, per rimanere nel ricatto di 300 euro al mese per un letto a ore e a turno, oppure con l'auto per dormire.

Chi ha dato l'ordine di sfratto sa che lo stato di necessitàƒ è un principio che il nostro ordinamento riconosce. E quei cittadini hanno agito in stato di necessitàƒ .E' più importante salvaguardare il diritto di proprietàƒ privata di due stabili o evitare di ledere il diritto fondamentale di 130 persone?Mi ha fatto male leggere le dichiarazioni dell'economo dei sacramentini per il quale il degrado e la conseguente perdita economica del valore dello stabile contano più delle condizioni delle persone. Quando noi cattolici parliamo del Crocefisso ci rifacciamo alla realtàƒ o ci rifugiamo in un simbolo?

Non esiste alcun luogo di questo mondo – neanche il seminario dei sacramentini – che sia un paradiso, è ogni persona vivente il Paradiso del Dio di Gesù Cristo. Per fortuna che con la solidarietàƒ spontanea e concreta, altri cristiani hanno posto ben altro segno.C'è anche una questione di ordine pubblico. Non è stato turbato gravemente con simile provvedimento, attuato con quelle modalitàƒ (dispiegamento di forze), in quelle circostanze (lutto nazionale, Ramadam) mettendo sul lastrico cosàƒÂ¬ tanti cittadini senza offrire alcuna soluzione alternativa per una situazione cosàƒÂ¬ grave?

Se tutti i diritti fondamentali delle persone trovassero protezione penale, tanti soggetti, anche con alta responsabilitàƒ istituzionale, dovrebbero essere denunciati alle procure della Repubblica. Avremo degli arrestati eccellenti al di sopra di ogni sospetto.In questi giorni la Magistratura sta prendendo provvedimenti nei confronti di persone e gruppi che hanno aiutato gli immigrati ad occupare alloggi sfitti o dismessi per far fronte alle loro necessitàƒ più urgenti. E' una celta di campo: il diritto di proprietàƒ privata (anche se inutilizzata) vale più e viene prima dei diritti fondamentali della persona. I muri vanno rispettati per legge, le persone per niente.Facciamo troppi dibattiti sui diritti umani e facciamo poche scelte a favore delle persone più svantaggiate in carne ed ossa.La legge è uguale per tutti e va rispettata, si dice. Allora tutti dovremmo godere di pari opportunitàƒ per i diritti fondamentali.

Le autoritàƒ civili, invece di rimpallarsi reciprocamente le responsabilitàƒ , abbiano almeno il coraggio di requisire gli spazi pubblici o privati necessari per affrontare la situazione di grave emergenza, creata con l'esecuzione degli sfratti, come avviene quando succedono delle calamitàƒ .Sono convinto che se fosse accaduto a cittadini italiani si sarebbero trovate delle soluzioni. E' successo altre volte, anche per semplici sfratti. Sempre augurandoci che gli immigrati, a suo tempo, non ci rendano pan per focaccia.

La Chiesa non soltanto riaffermi i principi della destinazione universale dei beni e della funzione sociale della proprietàƒ privata, ma impegni tutta la comunitàƒ in percorsi di condivisione e di impegno civile perchè il diritto alla casa trovi le prioritàƒ politiche necessarie per risposte sociali ugenti e adeguate.

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