Una università dell’acqua

L'amministrazione aponense appoggia la proposta di creare una facoltà dell'acqua in una nuova università : “Lontana dai filoni politecnici, incapaci di parlare agli altri” come l'ha definita Riccardo Petrella


La “nuova università “, il cui progetto è stato illustrato nel corso di un incontro tra il sindaco Giovanni Ponchio e l'economista Petrella, dovrebbe essere “post-graduated”. Ossia di specializzazione post-laurea e avere per studenti  funzionari, imprenditori e associazioni onlus. Quattro le facoltà pensate per la nuova università : oltre a quella dell'acqua, la facoltà dell'immaginazione;  dell'alterità e infine quella della mondialità .La prima a partire dovrebbe essere la facoltà dell'acqua. Il Sindaco Ponchio detto di appoggiare la sua realizzazione. I tempi si conosceranno ad ottobre e, se dovesse essere, Abano diventerebbe la città simbolo d'Italia per l'acqua. assieme all'Università gesuita in Brasile, la maison pour l'universitè nel Quebec, l'università della Corsica in Francia, l'università di Lovanio in Belgio e l'Università in New Dehli – India.

L'idea della nuova università nasce dall'azione del Comitato Internazionale per il contratto mondiale dell'acqua e del Gruppo di Lisbona. Stanno lanciando l'idea di un'Università del bene comune, per formare “nuovi cittadini” che mettano la conoscenza al servizio della crescita della comunità , per imparare a vivere insieme”, ha affermato Petrella.

Sul perché della nuova università e della facoltà dell'acqua ha spiegato Petrella che le ragioni derivano da due constatazioni. La prima riguarda il modo di intendere l'acqua nella cultura dell'economia, ovvero, l'acqua non è più un diritto, bensì un bisogno. Dai bisogni scaturiscono i servizi e quindi l'acqua diventa non un bene di tutti, ma una fonte di economia. Lla seconda deriva dalla prima: l'acqua non è più un bene, a una merce.

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