A FIRENZE LA CASA CHE CATTURA ENERGIA

Maurizio Bacci, ingegnere e proprietario di un casale del Trecento: «Ho creato la casa che cattura l’energia. Risparmiamo fino al 70% sulle bollette». Un casale del Trecento nelle campagne del Chianti. Pietre e mattoni rossi, piccole arcate, un’aia con giardino e invisibili tecnologie a prova di blackout.


Il casale, 150 metri quadrati, si trova nel borgo di Cerbaia Val di Pesa, in provincia di Firenze. Lo ha ideato Maurizio Bacci, 42 anni, pisano, una laurea in Ingegneria ambientale al Politecnico di Milano [fu la prima d’Italia], oggi a capo di una società che opera nel settore dell’ hi-tech ecologico. L’ingegnere ci abita da 15 anni con la moglie Laura e i due figli Francesca e Iacopo, 10 e 14 anni, «felicemente e con un certo orgoglio – dice – perché risparmiare energia fa bene alla mente, al cuore e al portafoglio. Abbiamo già ammortizzato i costi». La famiglia Bacci è diventata un simbolo in paese, soprattutto da quando ha stravinto il concorso delle «migliori» bollette di luce, gas e acqua, organizzato dalle scuole elementari dimostrando di aver risparmiato il 70%. Il segreto? «Pannelli solari, camini termici, erogatori di acqua ed elettrodomestici a basso consumo, arredamento pensato per risparmiare energia – spiega Bacci -. E una filosofia di fondo: la lentezza. Una lavatrice può lavare tutto in un’ora e consumare moltissimo, ma può farlo anche silenziosamente per tutta la notte assorbendo dieci volte meno di energia». La «casa taglia bollette» non è ancora indipendente dalla rete nazionale e, se manca la luce, i pannelli solari e gli altri accorgimenti consentono un’autonomia di poche ore. Però in futuro potrebbe diventarlo, perché Bacci sta lavorando a un progetto per trasformare l’isola di Gorgona in un luogo energeticamente autonomo, con dispositivi solari, eolici e con lo sfruttamento di onde e biomasse. Nel casale di Cerbaia le tecnologie si mimetizzano nel panorama. Il lucido prototipo di pannello solare ad alto rendimento [produce il doppio di energia di un comune pannello] rispecchia cielo e nuvole e anche il serpentone di tubi trasparenti, che riciclano l’acqua calda, si fonde all’architettura. Il camino nasconde un sistema per imprigionare calore e, grazie a un ventilatore, lo eroga in casa, insomma una sorta di riscaldamento ad aria con un risparmio sul metano del 30-40%. Il soffitto è stato isolato con pannelli di sughero, la tinta usata per imbiancare le pareti è naturale, isolante e blocca umidità , gli infissi sono di legno naturale, il migliore isolante in assoluto. Anche i rubinetti sembrano nella norma e l’acqua scorre veloce. «Su tutti i rubinetti e sulla doccia sono stati montati erogatori idrici che mescolano aria e acqua simulando una forte pressione» spiega l’ingegnere. Mancano i lampadari tradizionali. Al loro posto abat-jour con lampade a basso consumo. E il riscaldamento? C’è una caldaia a metano, anch’essa a basso consumo, ma viene utilizzata come integratore. «L’accendiamo poco, anche perché in inverno ci siamo abituati a vivere a una temperatura di 16-18 gradi magari indossando un golf – spiega ancora Bacci -. L’isolamento, l’energia solare e il riciclo ci garantiscono un bel po’ di autonomia». Corriere della sera, 30 giugno 2003

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