Argentina: le speranze dei piqueteros


Ad un mese dalla conclusione dei lavori dell’ Argentina Social Forum , Nicola Bullard di Focus on the Global South, dalle pagine di Alainet raccoglie e descrive le varie anime della società civile argentina. Dalle Madri di Plaza de Majo che portano ricamati azzurro su bianco i nomi dei figli scomparsi. Blu e bianco: i colori dell’Argentina. Sono convinte che con o senza uniformi non si tornerà nuovamente agli anni ’70, ma rilevano che il progetto di costruzione di una democrazia economica e politica in Argentina è ancora lontano. ‘Prima ci uccidevano con le armi, ora con la fame’ è l’amara constatazione che primeggia su ogni discorso. Il settanta per cento delle famiglie nelle aree urbane e nel nord dell’Argentina vivono in povertà . Stanno morendo di fame anche se i supermercati sono riforniti, le famiglie non possono permettersi di comprare il necessario. A questo gruppo appartengono ‘i cartoneras’ – gente che sopravvive selezionando l’immondizia quotidiana di Buenos Aires. E poi il movimento delle ‘cacerolas’ che con il suono delle pentole e padelle turbano ormai da un anno il sonno di un’intera classe politica. La protesta argentina si distingue per la straordinaria creatività inventando ogni giorno le sue forme e, insieme, nuovi modi di produrre, consumare, vivere. Carta e Indymedia Italia hanno prodotto insieme un documentario proprio sul grande movimento dei piqueteros. Spazio vene dedicato agli scambi non monetari [trueque], ovvero reti di baratto diffuse in tutto il paese, alle assemblee popolari, alle esperienze di autogestione e ai picchetti di ostruzioni delle grandi vie di comunicazione del paese, per testimoniare come un popolo intero possa trovare forme di resistenza nuove che allargano sensibilmente i confini di un mondo ‘altro’.

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