Il “Brexit”: un duro colpo contro l’Establishment

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di Robert Parry

Il Brexit del Regno Unito potrà causare a breve termine sofferenza economica e presentare nel lungo termine veri rischi geopolitici, tuttavia è un secchio d’acqua gelida sulla faccia dell’Occidente atlantista e dell’Establishment dominante, quello che si è sviluppato sempre di più come insulare, elitario e che non rende conto di quanti disastri  ha causato negli ultimi decenni.

Nell’Occidente atlantista, tanto negli Stati Uniti come nell’Unione Europea, troppo spesso si dimostra disprezzo per la democrazia reale, mantenendo soltanto un rispetto di facciata della volontà popolare, vista la continua manipolazione degli elettori nel momento delle elezioni con “bocconi pregiati”  politicamente e con promesse varie – prima di entrare nel loro  business che consiste nel  favorire le classi elitarie e lasciare che queste tartassino coloro che già vivono tartassati.

Questa è stata la triste e pesante eredità per i due partiti degli USA e per i burocrati della UE. L’americano medio ed il cittadino medio europeo hanno tutte le ragioni per vedere se stessi come costituiscano una preoccupazione molto minore per i politici e gli esperti i cui interessi speciali sono quelli che corrispondono al denaro ed a fare suonare la melodia della propaganda.

Nell’impressionante Brexit ha votato il 53% dei cittadini che hanno voluto abbandonare  l’Unione Europea delle 28 nazioni   e gli elettori del Regno Unito hanno rigettato la abituale politica occidentale, nonostante gli allarmi circa le gravi conseguenze che vi sarebbero state per l’uscita (“the Leave”). Hanno votato in effetti per affermare lae proprie necessità ed aspirazioni nazionaliste, rispetto al dover consegnare la prorpia sovranità ad una unità continentale estranea ed ai suoi obiettivi più universali.

Tuttavia nelle votazioni vi è stato anche un messaggio di sfiducia verso l’establishment occidentale che è cresciuto in modo corrotto ed arrogante, per voler imporre come da routine i suoi esperti tecnocrati sul popolo i quali  pretendono di apparire neutrali ed eruditi ma le cui tasche sono foderate con parcelle pagate dai prestigiosi Think tanks finanziati dal complesso Militare Industriale o dai lucrativi giornali finanziati da Wall Street o dalla City di Londra.

Brexit manifestanti
Brexit manifestanti

Nonostante la creazione di una auto-immagine come quella di una “meritocrazia”, i loro dannati esperti o burocrati arroganti non dimostrano di avere una competenza di base in più.  Si sono trascinati l’Europa e gli USA da una catastrofe all’altra, tanto economica come geopolitica. Ed  esiste un aspetto ancora più preoccupante di questo establishment: la loro totale indisponibilità a rendere conto del loro operato.

Negli Stati Uniti, le ricompense ed i castighi si sonto trasformati al contrario, con i politici ignoranti ed inesperti che hanno fatto pressioni per la guerra all’Iraq nel 2003 e che continuano a dominare il Governo ed i media, dalla Hillary Clinton con la sua imminente candidatura presidenziale democratica e gli autori delle pagine editoriali del New York Times y el Washington Post.

Il disastro della guerra in Iraq non è stato un avvenimento unico. I neocons e le loro marionette liberali di rincalzo, con manie inteventiste, hanno già messo le loro impronte digitali in altre operazioni di “cambio di regime”, dalla Libia, all’Ucraina, alla Siria (in corso) con le loro prevedibili raccomandazioni per portare più violenza e più belligeranza. In questo modo mantengono l’impunità per i loro crimini e per la loro incompetenza. Loro si sbagliano.

L’Establishment non conosce di meglio

Donald Trump può essere un personaggio buffone ed irruente ma egli sfida il gruppo di “pensatori neocons” circa la convenienza di ampliare la guerra occidentale nella Repubblica Araba di Siria ed il lancio di una costosa e rischiosa nuova Guerra Fredda contro le armi nucleari di Russia e Cina.
La Clinton si circonda di consiglieri neoconservatori e liberali, falchi guerrafondai e condivide la loro ossessione di voler rovesciare il Governo della Siria e provocare la Russia e la Cina con operazioni militari vicino alle loro frontiere.

Trump difende anche il Brexit ed anche coloro che rifiutano lo stabilire il consenso neoliberista del “libero commercio”, che ha massacrato i salari degli statunitensi e dei lavoratori europei, mentre accade che  i benefici si accumulano principalmente a favore delle elites finanziarie e politiche.  L’establishment oggi abbraccia i vincitori e manifesta il suo disprezzo per i perdenti e questo ha ancora di più infiammato il populismo.

Tuttavia ci sono senza dubbio dei rischi pesanti nelle frange populiste e radicali degli USA e in Europa. Alcune di queste spingono all’intolleranza verso i non bianchi, specialmente verso gli immigrati. Alcuni si ispirano alle teorie selvaggie e cospiratorie di una popolazione che, comprensibilmente, ha perso ogni fiducia in quello che si ascolta da Washington, da Bruxelles e da altre capitali.

Trump ha abbracciato la teoria seciondo cui il riscaldamento globale sarebbe una “bufala” della propaganda. Vi sono sempre dei segni inquietanti quando una rivoluzione in arrivo prende forma ed inizia a rovesciare il vecchio ordine. Quello che segue non sempre è il meglio.

Alla fine, la scelta dell’America – come il referendum per il Brexit – può venire meno se i votanti si sentono più comodi rimanendo nello status quo, almeno per un periodo più lungo o se vogliono  far saltare l’astablishment e scommettere sulle conseguenze.

In questo momento la Clinton ed i democratici portano la bandiera dell’Establishment, mentre  Trump ed i suoi insorti repubblicani viaggiano con la Bandiera pirata. In un anno politico, quando sembra che l’ondata di contestazione stia montando, i democratici possono rivendicare l’opzione di un candidato erede dello Stus quo.

Fonte: Consortium News

Traduzione: Manuel De Silva

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