La moneta locale, o complementare, e’ fatta per essere convertita in beni, che hanno un valore ‘reale’. A Nantes, potrebbe favorire lavoratori e banche.
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CHE COS’E’ LA MONETA LOCALE -Una moneta locale o complementare all’euro? Non e’ una nuova proposta del MoVimento Cinque Stelle, ne’ uno dei soliti voli pindarici della Lega Nord (anche se, in occasione della campagna elettorale per le Regionali, Roberto Maroni ha proposto di introdurre in Lombardia una valuta locale da affiancare alla moneta unica). Si tratta di un progetto che sta per realizzarsi in Francia, in particolare a Nantes, in Bretagna. Portato avanti fin dal 2006, e’ un esempio di collaborazione tra l’allora sindaco della citta’, Jean-Marc Ayrault, attuale primo ministro socialista francese, e due professori della Bocconi di Milano, Massimo Amato e Luca Fantacci. Un terzetto abbastanza curioso, che dimostra come, in realta’, l’idea di una moneta locale non sia, di per se’, ne’ ‘di destra’ ne’ ‘di sinistra’: e’ una scelta che deve essere presa dalla comunita’ interessata, e che puo’ rivelarsi utile per incrementare gli scambi locali, favorendo la cosiddetta economia locale.
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UNA MONETA DIVERSA – Lo scopo primario della nuova moneta sarebbe quello di risolvere la questione dei debiti della pubblica amministrazione con le imprese. Anche per questo il suo utilizzo sarebbe limitato a coinvolgere i lavoratori, le imprese e i servizi pubblici: si tratta di una camera di compensazione, che serve a contabilizzare gli scambi di acquisti e vendite che le imprese compiono tra loro in un’unica contabilita’ chiusa, cosicche’ una vendita corrisponde a un credito e un acquisto a un debito (in modo multilaterale: ovvero, con la possibilita’ di risarcire un ‘debito’ contratto con un’impresa acquisendo un credito con un’altra impresa). Lo scopo e’ far tornare periodicamente i conti a zero, arrivando a non avere piu’ crediti ne’ debiti. Cosa c’e’ di interessante in questo modo di concepire la moneta? Che questa non considera il denaro una riserva di valore, ma conta solo il valore di scambio. In altre parole, il denaro necessita di essere convertito in beni, e l’idea stessa di risparmio verrebbe riferita non piu’ alla moneta in se’, quanto ai beni materiali, che hanno un valore ‘reale’.
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VANTAGGI RECIPROCI? – Non si tratta di una novita’ assoluta. La Svizzera, nel 1934, e’ stato il primo Paese a crearne una, il Wir. Attualmente gli Stati Uniti ne presentano un centinaio, e sia la Germania che la Spagna, Paesi che, nel bene e nel male, rappresentano due simboli della crisi finanziaria europea, ne hanno adottata una propria in determinate localita’. In questi casi, la moneta complementare ha avuto risultati per lo piu’ positivi sulle economie delle varie comunita’.
La novita’ di Nantes e’ che sono coinvolte non solo le imprese, ma gli stessi lavoratori. Questi avranno la possibilita’, dietro accordo con le imprese, di essere pagati in moneta locale in una certa percentuale. Questa ha un rapporto di cambio 1 a 1 con l’euro ma non puo’ essere convertita, avendo lo scopo di rimanere ‘chiusa’ nella camera di compensazione. Essendo una moneta elettronica, secondo Amato, evita anche il rischio di evasione fiscale.
Soprattutto, si tratta di un sistema che va a vantaggio non solo delle imprese e dei lavoratori, che potrebbero andare incontro a tutte queste facilitazioni di pagamento e guadagno, ma delle banche stesse. Basti pensare che sara’ proprio una banca pubblica comunale a gestire la nuova moneta, in modo da risolvere il problema del ritardo nei pagamenti dalle pubbliche amministrazioni alle imprese. Inoltre, la camera di compensaazione che si strutturerebbe non gestisce tutto il credito delle imprese, ma finanzia solo la parte del capitale circolante, quello che si utilizza in un periodo che va da 1 fino a 4 mesi al massimo. Dunque le banche continuerebbero a occuparsi di tutto il capitale rimanente, con il vantaggio di avere a che fare con aziende meno indebitate, e dunque piu’ affidabili. Meno rischio significa meno riserve bancarie, e quindi risparmio. In sostanza, secondo il prof. Amato, questa moneta locale propone una soluzione alternativa, non appellandosi a una rottura ‘traumatica’ con il sistema bancario nazionale ed europeo, ma ad una sorta di collaborazione basata sull’indipendenza e sulla collaborazione reciproca. Vedremo, quando partira’, se veramente contribuira’ a migliorare le condizioni delle imprese e dei lavoratori.
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(Tratto da: http://www.ariannaeditrice.it)
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