Lo “tsunami montano” del Brasile: un disastro che attendeva di verificarsi

Uno “tsunami montano” è il nome che i vigili del fuoco di Mariana, a Minas Gerais, nel Brasile sud-orientale, hanno dato alla diga di contenimento del minerale di ferro della Samarco Santarem, esplosa il 5 novembre.

Marcos de Eufrasio, uno scalpellino trentottenne che stava tagliando roccia il quel pomeriggio assolato ha detto che, dal nulla, ha sentito un “potente ruggito”.

La diga ha impiegato 30 minuti a seppellire metà del villaggio di Bento Rodrigues sotto 18 metri di scarti ferro, fango rossastro e liquami ferrosi. Il sindacato dei minatori ha inizialmente riferito che erano rimaste uccise 15-16 persone e che 45 erano disperse.

Ma le notizie sul numero dei morti e delle persone disperse minimizza la dimensione di questo disastro, che molti dicono avrebbe potuto essere evitato.

Un vigile del fuoco, uno dei primi sul luogo, ha raccontato l’11 novembre all’Australian Financial Review come la fanghiglia sia scesa alla velocità di 70 chilometri l’ora, tagliandosi un percorso di furia largo centinaia di metri già dalle colline e sino alla valle di Bento Rodrigues.

“Sembrava una scena infernale. Addirittura puzzava di zolfo”, ha detto Eufrasio, ora senzatetto.

Più di cinquanta milioni di metri cubi di fanghiglia mineraria – sufficienti a riempire 20.000 piscine olimpioniche – sono scesi giù dalla montagna diffondendosi per 800 chilometri raggiungendo il Rio Doce, e, il 26 novembre, l’Oceano Atlantico.

Bento Rodrigues, un villaggio di 600 persone, non esiste più. Almeno 635 comunità, o circa 250.000 persone, sono prive di acqua potabile.

La Samarco ha inizialmente insistito che la fanghiglia non era tossica. Altri, tuttavia, non sono stati così ottimisti.

Ricardo Baitelo, di Greenpeace Brazil, ha dichiarato a Green Left Weekly che mentre i risultati ufficiali dei test sull’acqua si avranno la prima settimana di dicembre, numerosi gruppi, compreso l’Istituto di Gestione dell’Acqua di Minas Gerais, hanno attuato test propri. Hanno rilevato metalli pericolosi, tra cui arsenico, mercurio, cromo e manganese, a livelli superiori a quelli previsti per l’acqua potabile.

“L’acqua non è adatta al consumo umano. C’è un totale di nove tonnellate di pesce morti in conseguenza della torbidezza dell’acqua e c’è un impatto sulle tartarughe e su altra fauna”, ha affermato Baitelo.

Klemens Laschefski, un ricercatore dell’Università Federale di Minas Gerais, ha affermato che, visto che il Brasile non ha mai dovuto affrontare un simile enorme disastro ambientale, “è impossibile calcolare oggi l’impatto reale”.

Laschefski ha affermato che i cambiamenti nelle correnti del fiume e le nuove condizioni geochimiche nei sedimenti fluviali avranno un impatto avverso su talune specie, forse determinandone l’estinzione. Ha detto che le piante acquatiche dell’area sono ora a rischio, perché il fango che le ricopre si indurirà come cemento a causa dell’elevato contenuto di ferro.

Aloysio da Silva Ferrao Filho, della Fondazione Oswaldo Cruz, ha detto che “l’intero ecosistema è minacciato”. Ha detto che il disastro colpirà la catena alimentare marina, comprese forse le barriere coralline di Abrolhos.

Ferrao ha detto che l’elevata concentrazione di metalli pesanti nei campioni d’acqua del Rio Doce potrebbe determinare l’accumulo di metalli nella catena alimentare, forse raggiungendo livello tossici in alcuni organismi. “La biodiversità del fiume è totalmente perduta. Numerose specie, tra cui certe endemiche, finiranno estinte”, ha detto.

Ora sorgono domande su cui abbia dato l’ordine di aprire le dighe sul Rio Doce per consentire che la contaminazione tossica arrivasse all’Oceano Atlantico, minacciando tartarughe liuto e altra vita acquatica nel suo cammino.

Di chi la colpa?

I tentativi iniziali della Samarco di convincere comunità in ansia a non preoccuparsi dello tsunami di fango rosso evidenziano una grossolana negligenza.

La Samarco è una partecipazione paritaria tra la BHP Billiton di proprietà australiana e la Vale brasiliana. Ha inizialmente cercato di attribuire la causa a fattori ambientali, affermando che numerose piccole scosse sismiche potevano aver causato la spaccatura delle pareti della diga.

Tuttavia l’Istituto Geologico statunitensi non ha registrato nessun sisma importante nella regione e questa parte del Brasile non è soggetta a grandi scosse. Gli scienziati affermano che ci sarebbe voluto un terremoto molto più vasto per far cedere una diga.

La causa più probabile del cedimento della parete della diga di contenimento è la negligenza della Samarco-BHP.

Un rapporto del 2013 dell’istituto indipendente Pristino indica che la Samarco era stata avvertita riguarda all’integrità del bacino di contenimento e del suo rapporto precario con la diga Fundao.

L’istituto aveva raccomandato un controllo più frequente delle dighe della Samarco e aveva affermato che c’era un elevato potenziale di destabilizzazione della diga Fundao.

Aveva anche raccomandato al governo di non rinnovare la licenza alla Samarco.

Secondo il pubblico ministero per l’ambiente di Minas Gerais: “(Il crollo della diga) non è un incidente. E’ un errore di gestione e una negligenza nel controllo”.

Laschefski ha affermato che il rifiuto della Samarco di agire su rischi noti, tra cui la possibile rottura della diga Fundao, la sua mancanza di un piano d’emergenza o di qualsiasi sistema di allarme per il villaggio di Bento Rodrigues, nonché il fatto che in mesi recenti aveva aumentato la sua produzione di scarti, significano che la società è colpevole e che il governo aggrava il disastro.

Baitelo ha dichiarato al Green Left Weekly che “le compagnie minerarie devono essere interamente responsabili degli scarti che generano e dovrebbero avere un piano di emergenza in caso di incidenti. Chiaramente non è stato così in questo caso”.

“Questi piani di emergenza dovrebbero essere inclusi nel calcolo degli investimenti, anziché essere esternalizzati alla società e ai fondi pubblici una volta che i disastri si verifichino”, ha detto.

Baitelo ha detto che “le comunità colpite stanno tuttora lottando, chiedendo accesso all’acqua e aiuto a ricostruire le loro proprietà”.

“Ma la città di Mariana è divisa, considerata la grande influenza della Samarco sull’economia e sull’occupazione locali. C’è stata addirittura una manifestazione a sostegno della Samarco. Il sindaco locale appoggia la società poiché se essa cessasse di operare nell’area la città ‘dovrebbe chiudere’”, ha detto Baitelo.

Un disastro che attendeva di verificarsi

L’11 novembre l’amministratore delegato della BHP Billiton, Andrew Mackenzie, e l’amministratore delegato della Vale, Murilo Ferreira, si sono rifiutati di rispondere a una domanda su se la Vale avesse dirottato in settimane recenti acqua extra da un’altra miniera al bacino di contenimento dietro la diga.

All’assemblea generale della BHP-Billiton a Perth l’11 novembre Mackenzie ha di nuovo evitato di rispondere a una domanda di Nikola Casule, di Greenpeace Australia, riguardo agli avvertimenti contenuti nel rapporto 2013 dell’istituto Pristino che affermavano che la diga non era sufficientemente sicura per continuare a operare.

“Negli anni scorsi la produzione e il livello di scorie sono aumentati del 18 per cento e del 32 per cento rispettivamente, inducendo il procuratore pubblico a dichiarare pubblicamente che il disastro era un incidente che avrebbe potuto essere evitato”, ha dichiarato Baitelo a Green Left.

Altri additano la negligenza e la corruzione del governo come elementi causali di questo disastro.

Mauricio Guetta, un avvocato dell’organizzazione ambientalista Instituto Socioambiental, ha affermato l’11 novembre in un editoriale che il Brasile è affetto non solo da mancanza di pianificazione ma anche da “disprezzo dei diritti dei vulnerabili”.

Da parte del governo e delle imprese c’è indifferenza riguardo alle leggi ambientali che regolano le risorse naturali, ha detto. Il Brasile “deve adottare pratiche di prevenzione progettate per prevenire (disastri) e così evitarli”.

Ha stroncato la passività del governo. Nonostante la portata del disastro, non è stato che una settimana dopo che la presidente Dilma Rousseff è voltata nell’area colpita. Il governo ha ora sospeso la licenza della Samarco, le ha comminato una sanzione di 62,5 milioni di dollari e ha affermato che la società deve coprire 262 milioni di dollari di costi di bonifica.

Guetta censura gli stretti collegamenti tra il governo brasiliano e l’industria mineraria, segnalando che la Vale ha offerto donazioni elettorali sia alla presidente sia al principale candidato dell’opposizione, Aecio Neves.

Il governatore dello stato di Minas Gerais è stato un altro beneficiario delle donazioni politiche della Vale.

“La multa inflitta dalla (agenzia ambientale del governo) Ibama è lungi dall’essere sufficiente a rimediare il danno irreversibile causato al fiume Doce, all’ecosistema e alle comunità colpite”, ha detto Baitelo. “Alle vittime è consentito di ritirare denaro dai loro fondi di previdenza sociale per far fronte alla perdita di proprietà, alle spese sanitarie e ad altre spese. Ma tale costo dovrebbe essere imposto direttamente alla Samarco-BHP anziché essere messo a carico delle vittime”.

La Deutsche Bank stima che il costo totale della bonifica potrebbe arrivare a un miliardo di dollari.

Baitelo è furioso perché il governo sembra non aver imparato nulla dal disastro. Questa settimana è stata approvata al Senato una proposta di legge che ridurrebbe le protezioni ambientali in “progetti infrastrutturali strategici di interesse nazionale”, comprese le miniere.

“Questa legge consentirebbe dighe e progetti pianificati ancor peggio. Ciò, aggiunto all’assenza di piani d’emergenza delle imprese, aumenterà il rischio di altri disastri simili”, ha affermato.

I precedenti di inquinamento della BHP

La BHP ha un passato di mancato trattamento sicuro delle sue scorie tossiche. Nel 1984 scorie contenenti cianuro dalla sua miniera a cielo aperto di rame e oro in Papua Nuova Guinea danneggiarono i sistemi fluviali dei fiumi Ok Tedi e Fly, danneggiando 50.000 persone in 120 villaggi a valle della miniera.

Altri problemi inclusero l’erosione del sistema fluviale indotta dalla miniera, l’uccisione e contaminazione di pesci con un conseguente danno ad altre specie dell’area. Un’inondazione causata dalla salita del letto del fiume rilasciò fango contaminato sulla piana alluvionale, colpendo le piantagioni di taro, banane e di sago, beni alimentari primari per le comunità. Furono danneggiati in tutto 1.300 chilometri quadrati.

Proprietari terrieri locali condussero una causa collettiva contro la BHP che alla fine portò all’ammissione che la società aveva scaricato 90 milioni di tonnellate di scorie minerarie l’anno nel fiume Ok Tedi per più di dieci anni.

La BHP Billiton è la maggiore compagnia mineraria del mondo, con un valore di 69,5 miliardi di dollari. Deve essere chiamata a rispondere.

Pip Hinman è un attivista comunitario australiano.

 

Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/brazils-mountain-tsunami-a-disaster-waiting-to-happen/

Originale: teleSUR English

traduzione di Giuseppe Volpe

Traduzione © 2015 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.0

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