I nostri mari: la fine di Mare Nostrum significa morte nel Mediterraneo

 (Fonte: znetitaly.altervista.org) I nostri mari: la fine di Mare Nostrum  significa morte nel Mediterraneo

Di Danica Jorden

11 febbraio 2015

Delle 105 persone  a bordo di un barcone, recuperate dalla Guardia Costiera italiana  tra la Libia e l’isola di Lampedusa il 9 febbraio 2015 in condizioni di clima rigido e durante una tempesta  violenta, 7 erano gia’ morte. In seguito, altre 29, tutti ragazzi e giovanotti,  sono morte per ipotermia  durante il lungo viaggio verso la salvezza  sul ponte  di due motovedette. Non sappiamo al momento se ci saranno altri cadaveri, ha spiegato Piero Bartolo, il Direttore sanitario di Lampedusa. Speriamo che il bilancio delle vittime si fermi qui. Non voglio vedere un altro massacro come quello del 3 ottobre 2013.

Come scrive Il Sole 24 Ore, Bartolo ha continuato: Sono devastato da questa  ennesima tragedia, questo ultimo incubo che potrebbe essere stato evitato con Mare Nostrum; se andranno a soccorrere i migranti a 100-120 miglia da Lampedusa, non e’ possibile poi trasportarli verso la Sicilia in condizioni proibitive di tempo. Mare Nostrum permetteva alle navi della Marina di raggiungere i disperati, prenderli a bordo e dare loro cibo e rifugio. Ora invece e’ piu’ difficile. [1] Secondo l’Agenzia di stampa Reuters, le persone salvate oggi  sono state costrette a passare altre 18 ore sui ponti delle due barche della Guardia Costiera dopo essere stati trovati in un gommone in mare. E’ stato riferito che le onde erano alte 8-9 m., con venti forza 7-8 che soffiavano da nordovest.[2]

Mare Nostrum, l’espressione latina per mare nostro’, era l’antico nome che i Romani davano al Mediterraneo. Era anche il nome dell’operazione congiunta militare e umanitaria, istituita subito dopo la tragedia del 2013 a cui si riferiva Bartolo, quando 155 persone a malapena sono sopravvissute a un naufragio che ha provocato la morte di 360 dei loro compagni. Altri 34 sono morti una settimana dopo come conseguenza di un secondo naufragio. Nel primo caso circa 500 persone erano stipate in un peschereccio che aveva lasciato il porto libico di Misurata. La maggior parte erano eritrei. Gli occupanti della seconda barca erano principalmente siriani.

Il 1° novembre 2014, pero’, la Commissione Europea ha dato inizio a Triton, la nuova operazione a guida dell’Unione Europea tramite l’agenzia Frontex di controllo dei confini, e hanno chiuso Mare Nostrum, che e’ stato completamente smantellato nel gennaio 2015. Triton ha promesso di non operare oltre le 30 miglia nautiche dalla costa. Inoltre, al contrario di prima, quando si metteva a disposizione di Mare Nostrum la marina italiana, Triton impiega soltanto due imbarcazioni d’alto mare, due navi, quattro barche per il pattugliamento, due aeroplani e un elicottero. [3]

Esprimendo un’amara accusa rispetto a Triton, il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini ha denunciato la situazione, in piedi davanti ai corpi senza vita sistemati su teli di plastica. Eccoci qui, ancora una volta, davanti a un’altra tragedia, a piangere per dei bambini che sono morti in cerca di un futuro¦.Tutti hanno detto che Mare Nostrum ha fatto aumentare il numero degli arrivi. Forse e’ cosi. Pero’, almeno sono arrivati vivi. Ora arrivano morti. Triton, sostituto di Mare Nostrum, non e’ un’operazione umanitaria, ma opera  soltanto a protezione delle frontiere. Non serve ad alcuno scopo: non salva delle vite ne’ dichiara alcuna allerta. Sono stati questi poveri migranti che hanno inviato l’SOS. E quello che e’ accaduto loro e’ il perfetto esempio di quello che succedera’ chissa’ quante altre volte in futuro.[4]

Altrove, in  Italia, molti si sono lamentati dell’onere che Mare Nostrum poneva all’Italia. Il giornale The Economist ha calcolato il costo dell’operazione in 9,5 milioni di euro al mese. Pero’ i tentativi di condividere le spesa con il resto d’Europa, durante il Vertice dell’Unione Europea,  non hanno avuto successo nel 2014, un anno in cui abbiamo visto 5,000 persone  soccorse in mare. [5]

Mare Nostrum, puo’ non essere stata la panacea che molti politici e gruppi umanitari affermavano che fosse. Antonio Mazzeo, dell’organizzazione civica Askavusa dichiara: Continauamente non comprendo e non condivido ne’ i rimpianti ne’ le lodi per Mare Nostrum espressi dalle ONG, dalle associazioni per i diritti umani, o dalle associazioni di tipo sociale. In un’intervista con la giornalista Alessia Capasso, Mazzeo dice: Con il piano di Mare Nostrum non in grado di funzionare dal punto di vista aeronautico, il governo mirava a impedire quante piu’ partenze possibili dalle coste dell’Africa, proiettando i confini nazionali il piu’ possibile a sud (testimone ne e’ l’uso dei droni italiani fino ai confini di Libia, Chad e Sudan) legittimando il ruolo delle Forze Armate in termini di ordine pubblico e di contenimento della minaccia dell’immigrazione. [6]

Secondo Giacomo Sferlazzo, artista e anche attivista di Askavusa, i luoghi dove si tengono gli immigrati sono centri di profitto. Crediamo che l’Europa tragga beneficio dal far funzionare i centri per immigrati, luoghi che profittano di queste persone e degli abitanti dei luoghi dove vengono aperti. Crediamo che la gestione dell’emigrazione, nella forma che conosciamo, assicuri lavoro clandestino,     sfruttabile, estorcibile e sottopagato. Negli ultimi 20 anni sono stati spesi milioni e milioni di euro per controllare militarmente i confini e penalizzare i migranti che, nel migliore dei casi, si trovano in una situazione di trappola assistenziale che non offre loro uno straccio di dignita’ o di autodeterminazione. Sferlazzo dice che la presenza preponderante sull’isola e’ quella militare, non gli immigrati, e collega il fatto che ci siano 7 installazioni radar con l’aumento di percentuali di cancro tra gli abitanti di Lampedusa [7].

L’organizzazione appropriatamente denominata Welcome to Europe [w2e], Benvenuti in Europa, indica un’alternativa fattibile per salvare le vite delle persone che fuggono dalla guerra e dai conflitti. Ricordando al mondo il suo obbligo umanitario di fornire assistenza alla gente in questa situazione, offrono, nella loro traduzione, la seguente soluzione sul loro sito web:

Il porto sicuro piu’ vicino sarebbe Malta. Sarebbe facile accogliere la’ i profughi. Sarebbe semplice dare loro un lasciapassare per trovare il modo di andare verso un altro posto sicuro in Europa ” un modo semplice di condividere la responsabilita’. L’Europa dovrebbe accoglierli con tutte le abilita’ e storie che portano con loro, la semplice e sola risposta alle tragedie causate dalle guerre e dai disastri economici abbastanza spesso provocati dagli interessi economici dei governi europei. [8]

Danica Jorden e’ scrittrice e traduttrice dall’inglese, francese, italiano, portoghese e spagnolo.

[1] [www.ilsole24ore.com]=AB0aWlrC Author’s translation

[Traduzione dell’autrice].

[2][www.reuters.com] [29 migranti muoiono di freddo sulle barche della Guardia costiera italiana]

[3] [www.cafebabel.co.uk] [Da Mare Nostrum a Triton che cosa e’ cambiato nel Mediterraneo].

[4] [www.repubblica.it]

Author’s translation [traduzione dell’autrice].

[5] [www.economist.com] [Onda di marea ” Altre orribili morti nel Mediterraneo]

[6] [www.cafebabel.co.uk] [Voci da Lampedusa: intervista con Antonio Mazzeo]

[7] [www.cafebabel.co.uk] [Voci da Lampedusa :intervista con Giacomo Sferlazzo].

[8] [w2eu.net]

Da: Z Net ” Lo spirito della resistenza e’ vivo

www.znetitaly.org

Fonte: [zcomm.org]

Originale: Non indicato

Traduzione di Maria Chiara Starace

Traduzione © 2015 ZNET Italy ” Licenza Creative Commons  CC BY NC-SA 3.0

 

 

 

(Tratto da: http://znetitaly.altervista.org)

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