Paul Krugman a proposito della Grecia

 (Fonte: znetitaly.altervista.org)Grecia: pensare in termini di flussi, non di capitale

di Paul Krugman ”’ 26 gennaio 2015

Che cosa dovremmo pensare del negoziato che ora potra’ aver luogo o no tra il nuovo governo greco e la Troika? (Niente negoziato se la Troika fondamentalmente dice: niente concessioni). La maggior parte del dibattito e’ incentrato in termini di che cosa succede del debito. Ma come hanno segnalato sia Daniel Davies sia James Galbraith ”’ con giudizi di valore di fatto molto diversi, ma per il momento non e’ importante ”’ a questo punto il debito greco, misurato nel totale, non e’ un dato molto importante. Dopotutto il grosso del debito e’ oggi in mani istituzionali, il tasso d’interesse ha scarso rapporto con i prezzi di mercato e il pagamento degli interessi e’ coperto in parte da fondi prestati dai creditori. In un certo senso il debito e’ una finzione contabile; e’ qualsiasi cosa decidano che sia i governi che cercano di imporre condizioni alla Grecia.

OK, so che non e’ proprio cosi semplice: il debito come importo ha importanza politica e psicologica. Ma io penso che mettere da parte tutto cio’ per un momento aiuti a concentrarsi sull’aspetto della situazione che non e’ una questione di definizioni: l’avanzo primario greco, la differenza tra quanto incassa dalle imposte e quanto spende in cose diverse dagli interessi. Tale avanzo ”’ che e’ un flusso e non un capitale ”’ rappresenta l’importo che la Grecia paga effettivamente, sotto forma di risorse reali, ai propri creditori, diversamente dall’indebitamento per pagare interessi.

La Grecia ha un avanzo primario dal 2013 e secondo i suoi accordi con la Troika dovrebbe avere un surplus del 4,5 per cento del PIL per molti anni a venire. Che cosa comporterebbe ammorbidire tale obiettivo?

Non comporterebbe pretendere che i creditori gettino moneta buona su quella cattiva; tutti hanno gia’ implicitamente riconosciuto che il debito non sara’ mai rimborsato interamente a tassi di mercato, ma la Grecia sta operando un trasferimento ai propri creditori conseguendo un avanzo primario, e stiamo appunto discutendo ora quanto cospicuo sara’ tale trasferimento.

Dunque ipotizziamo un caso massimalista in cui la Grecia smetta del tutto di avere un avanzo primario (non si tratta di una proposta). Si potrebbe pensare che cio’ consentirebbe ai greci di spendere un ulteriore 4,5 per cento del PIL, ma i vantaggi per la Grecia sarebbero in realta’ molto superiori. Si ricordi che il motivo principale per cui l’austerita’ e’ stata cosi dura e’ che tagliare la spesa porta a una contrazione economica, che porta a minori entrate, che costringe a ulteriori tagli per conseguire l’obiettivo di bilancio. Un ammorbidimento dell’austerita’ invertirebbe questo processo; la spesa extra si tradurrebbe in un’economia piu’ forte, cioe’ maggiori entrate, cioe’ una caduta non corrispondente dell’avanzo primario.

Si supponga che il moltiplicatore sia 1,3 ”’ che e’ quanto sembrano suggerire le stime del FMI ”’ e che la Grecia riesca a incassare in entrate il 40 per cento di un aumento del PIL (grosso modo conseguendo una corrispondenza tra entrate e PIL medi). Allora un miliardo di euro aggiuntivo di spesa genererebbe circa metto milione di euro di entrate, riducendo l’avanzo primario di solo mezzo milione di euro.

E se si va fino in fondo alla cosa, si scopre che abbandonando la prescrizione che la Grecia abbia un avanzo primario del 4,5 per cento del PIL si consentirebbe un aumento della spesa del 9 per cento del PIL ”’ due volte tanto ”’ e cio’ aumenterebbe il PIL del 12 per cento rispetto a quanto sarebbe altrimenti aumentato. La disoccupazione scenderebbe di circa dieci punti percentuali rispetto a un mancato ammorbidimento.

OK, questo non accadra’; anche nella situazione migliore Syriza sara’ in grado di ottenere un’attenuazione della prescrizione dell’avanzo primario, non un’abrogazione totale. Ma anche una mossa parziale nella direzione che ho descritto potrebbe avere effetti positivi molto significativi sul benessere in Grecia.

Il punto e’ che mentre i problemi del sollievo del debito sono in larga misura argomenti riguardanti una finzione contabile, la questione della misura dell’avanzo primario della Grecia e’ reale e ha forti implicazioni per le prospettive economiche. Tenete d’occhio questo punto.

 

Svalutazione interna in Grecia

26 gennaio 2015

Un punto di cui sembra importante parlare a proposito della Grexita’ (l’uscita della Grecia dall’Euro) e di tutto il resto: a questo punto non e’ chiaro che la Grecia ha bisogno di una forte spinta alla competitivita’. La ‘svalutazione interna’, mediante la caduta dei salari, e’ incredibilmente costosa, ma la Grecia ha pagato costi incredibili e ha realizzato una forte caduta dei salari relativi.

Fonte: Eurostat

Perche’, dunque, potrebbe aver luogo l’uscita dall’euro? La risposta principale sarebbe le banche greche, che dipendono dalla disponibilita’ di un prestatore di ultima istanza, un ruolo che il governo greco non puo’ svolgere, perche’ non ha la proprieta’ della moneta.

Ma cio’ che questo ci dice e’ che se la Grecia e’ spinta fuori dall’euro lo sara’ perche’ Bruxelles e Francoforte hanno in effetti scelto di tenere in ostaggio il sistema bancario greco e che la Grecia si e’ rifiutata di pagare il riscatto. Una prospettiva un po’ diversa, vero?

 

Quei VIP radicali

26 gennaio 2015

Mentre ci avviamo al grande confronto greco, Francesco Saraceno sostiene una tesi che anch’io ho sostenuto in numerose occasioni: anche se molti degli articoli di stampa descrivono Syriza come di ‘estrema sinistra’, essa predica in realta’ un’economia piuttosto convenzionale, mentre i dirigenti presumibilmente responsabili di Bruxelles e Berlino si sono basati su dottrine radicali, quali l’austerita’ espansiva e un picco di crescita al 90 per cento. Lo stesso e’ successo, in una certa misura, nel contesto staunitense.

Ancora una volta: la macroeconomia da manuale afferma che concentrarsi sulla riduzione del deficita’ in un’economia depressa, in cui il vincolo inferiore zero blocca l’efficacia della politica monetaria, e’ un’idea molto sbagliata. E anche se nessuno lo credera’, la macroeconomia da manuale e’ stata di fatto un’ottima guida per l’economia dopo la crisi finanziario, come sottolinea anche Jared Bernstein.

Questo e’ uno dei motivi per cui mi irrito quando quelli che hanno governato la Grecia, o quelli a Bruxelles, sono descritti come ‘tecnocrati’. ‘Crati’ della tecnologia un cavolo; i veri tecnocrati avrebbero (e hanno) avvertito circa il lato negativo dell’austerita’, invece di impossessari ansiosamente di ricerche alla moda mirate a sostenere la tesi di politica che probabilmente volevano per altri motivi.

E mentre andiamo alla stagione dello scontro, Saraceno coglie esattamente nel segno: non dovremmo considerare sensato e non radicale accettare la posizione di chi, pur avendo grossolanamente sottovalutato gli effetti negativi dell’austerita’, ne chiede ancora altra; di chi insiste nel promuovere riforme sul lato dell’offerta per affrontare una mancanza cronica di domanda; e di chi vanta di aver conseguito il pareggio di bilancio con un anno di anticipo rispetto alle previsioni, quando l’Europa trarrebbe beneficio da una ripresa della domanda interna in Germania.

 

L’accordo greco di stand-by

25 gennaio 2015

Per l’articolo di domani sono tornato all’accordo di stand-by originale, del maggio 2010, della Grecia, per vedere che cosa chiedeva e prevedeva la Troika all’inizio della spinta all’austerita’ e come cio’ si confronta con quanto e’ accaduto in concreto.

Innanzitutto incontro molto spesso persone che affermano che la Grecia non ha realmente praticato l’austerita’. Immagino che cio’ si basi su stereotipi nazionali o qualcosa del genere, perche’ i numeri sono davvero impressionanti.

Ecco la spesa, interessi esclusi, cosi come proiettata nell’accordo originale confrontata con la spesa effettiva dal 2010. Poiche’ la Troika ha continuato ad aumentare le sue pretese, la spesa Greca e’ finita’ molto piu’ in basso ”’ l’austerita’ e’ stata molto piu’ intensa ”’ di quanto immaginato all’inizio.

Fondo Monetario Internazionale

Fonte: Fondo Monetario Internazionale

Dunque com’e’ possibile che la Grecia abbia ancora problemi di debito? L’accordo originale presupponeva una breve recessione, piuttosto contenuta, seguita dalla ripresa; nulla di simile alla realta’ della depression e della deflazione. Ecco il PIL nominale come previsto rispetto al risultato reale. Naturalmente il crollo del PIL ha ridotto le entrate e ha aumentato il rapporto debito/PIL.

Fondo Monetario Internazionale

Fonte: Fondo Monetario Internazionale

Oh, e la disoccupazione doveva raggiungere il massimo un po’ sotto il 15 per cento, non toccare il 28.

Come hanno fatto a sbagliare cosi di grosso? Nella primavera del 2010 sia la BCE sia la Commissione Europea sposarono interamente l’austerita’ espansiva; tagliare la spesa non avrebbe danneggiato l’economia greca, perche’ la fata della fiducia sarebbe arrivata in soccorso. Il FMI non si e’ mai spinto fino in fondo al riguardo, ma ha utilizzato un moltiplicatore irrealisticamente basso, cui e’ arrivato esaminando esempi storici di austerita’ ma ignorando contemporaneamente la differenza quanto alle condizioni monetarie.

Il fatto e’ che noi oggi abbiamo essenzialmente a dare lezioni ai greci sulla necessita’ di essere realistici quelle stesse persone che hanno cosi totalmente sbagliato nel giudicare gli impatti dell’austerita’.

[krugman.blogs.nytimes.com]

 

(Tratto da: http://znetitaly.altervista.org)

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