Aids, la fine del vaccino italiano: stanziati 49 milioni, ora e’ in mano ai privati

(Fonte: http://www.nocensura.com)
Secondo un’inchiesta del mensile Altreconomia, il brevetto del controverso ”vaccino terapeutico” elaborato fin dal ’98 da Barbara Ensoli all’Istituto superiore di sanita’ e’ stato ceduto a un’azienda posseduta al 70% dalla stessa ricercatrice

MILANO – Sedici anni fa l’Italia sembrava quasi arrivata a scoprire il vaccino anti Aids. Almeno stando ai titoli dei giornali di allora, che annunciavano l’avvio della sperimentazione di un antidoto alla "malattia del secolo", che ancora oggi colpisce nel mondo 35,3 milioni di persone (in Italia 94.146). Che fine ha fatto questo vaccino made in Italy? Secondo una stima del mensile Altreconomia, che ha condotto un’inchiesta sulla vicenda pubblicata sul numero di maggio, sono stati stanziati finora 49 milioni di euro di soldi pubblici. E di risultati se ne sono visti ben pochi. Con un epilogo che non e’ proprio esaltante: quel poco che si e’ scoperto e’ ora in mano a privati.

Nel 1998 Barbara Ensoli, direttore del Centro nazionale Aids in seno all’Istituto superiore di sanita’ (Iss), annuncia che il suo team di ricerca puntera’ tutto su una proteina virale, la Tat, grazie alla quale potranno ottenere un vaccino sia preventivo che terapeutico. Insomma un vaccino che impedisce ai sani di ammalarsi e guarisce chi ha gia’ l’aids. La sperimentazione non da’ i frutti sperati. "Il cosiddetto vaccino terapeutico – scrive Duccio Facchini su Altreconomia – e’ entrato nella seconda fase di sperimentazione in Sudafrica ed e’ attualmente in corso. Quello preventivo si e’ bloccato il 24 marzo 2014".

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