Che aspettano?

Di chi e’ la colpa della crisi?

La colpa e’ da addebitare per intero all’egoismo di ciascun essere umano. Dove ognuno pensa ad abbellire e ad arricchire la sua celletta privata si destruttura e si spoglia il resto dell’alveare, che entra in crisi.

Non si tratta di una carestia generale, ma di un travaso di ricchezza, perche’ il PIL mondiale continua a crescere. Solo che, quelli che si abbuffano lo fanno nella penombra e passano inosservati, mentre quelli che stringono la cinghia, gridando la loro disperazione, fanno notizia.

Di chi e’ dunque la colpa della crisi?

Sicuramente degli egoisti di grossa taglia, ma non meno colpevoli sono i piccoli egoisti che gridano rassegnati la loro impotenza anziche’ superare il loro egoismo ed ergersi potenti in forma associata contro i pochi soverchiatori. Sono o non sono numericamente la stragrande maggioranza? E allora, che aspettano a dominare il loro egoismo (se’ stessi) e difendersi in gruppo?

Poniamo di partire da una situazione di equilibrio in cui tutti abbiano beni in misura uguale, ed introduciamo l’egoismo. Subito i piu’ forti si appropriano dei beni dei loro vicini, e questi non riescono ad opporsi alla rapina a causa del loro individualismo egoistico che li rende incapaci di fare lega tra di loro. Cosi l’egoista forte si rafforza sempre di piu’ e l’egoista debole si indebolisce sempre di piu’. L’egoista debole, benche’ stremato, dovrebbe smettere di cercare soluzioni da solo, pensando in primo luogo a salvare se’ stesso; la soluzione passa obbligatoriamente attraverso la forza del gruppo. L’equilibrio fondato sull’egoismo e’ dunque instabile: ogni piccola perturbazione innesca oscillazioni divergenti che si amplificano fino a portare al collasso il Sistema. L’altruismo, invece, genera forze che favoriscono lo smorzamento delle perturbazioni e il mantenimento del controllo. Il predominio e la schiavitu’ sono gli approdi naturali degli esseri egoisti, sono le due facce opposte dello stesso male.

 

(Tratto da: http://www.ariannaeditrice.it)

Be the first to comment on "Che aspettano?"

Leave a comment