Jp Morgan si prepara alla cura-Cipro anche negli Usa?

Collasso imminente del sistema bancario e rischio-Cipro anche per gli Usa? Non e’ ancora calato il sipario sul teatrino dell’innalzamento del tetto del debito pubblico, che gia’ i media americani rilanciano la notizia dello scandalo della Jp Morgan Chase, il colosso finanziario che detesta le Costituzioni antifasciste europee cosi piene di fastidiosi vincoli democratici. Attenzione: a vacillare ”’ mettendo in pericolo anche l’economia reale ”’ e’ la piu’ grande banca statunitense per patrimonio, la seconda al mondo dopo l’Hsbc, con attivi da 2,3 trilioni di dollari e filiali in 60 paesi: un americano su sei e’ suo cliente, annota l’economista russo Valentin Katasonov. A settembre, la super-banca ha patteggiato con le autorita’ britanniche e statunitensi, riconoscendo di aver commesso reati analoghi a quelli della Lehman Brothers, che occulto’ perdite per 50 miliardi ed esibi ricavi inesistenti per ingannare clienti, partner e autorita’ di vigilanza, fino a finire in bancarotta e far collassare Wall Street e il resto del mondo. Ora ci risiamo: il caso ‘London Whale’ rivela che la filiale inglese della Morgan ‘sopravvaluto’ il portafoglio crediti dei titoli derivati per nascondere 6,2 miliardi di dollari di perdite’. La frode, spiega Katasonov in un post su ‘Strategic Cultuire’ ripreso da ‘Come Don Chisciotte’, e’ stata realizzata all’interno dell’unita’ incaricata di migliorare le attivita’ di ‘gestione del rischio’, compresa la supervisione sui depositi. ‘Le spericolate trovate contabili sarebbero state architettate per coprirsi dai rischi su altri investimenti, ma si risolsero solo in ingentissime perdite’. La filiale inglese aveva acquistato una tale quantita’ di derivati ‘illiquidi’, cioe’ virtuali e rimasti senza compratori, che il suo responsabile per il trading Bruno Iksil fu soprannominato la ‘balena di Londra’ (London whale, appunto) per la sua condotta spregiudicata. Poi la banca ha ammesso che i dipendenti londinesi avevano compiuto la frode utilizzando i depositi coperti dall’assicurazione statale. Risultato: capitolazione della Jp Morgan Chase, che accetta di pagare piu’ di un miliardo di dollari, in risarcimenti e multe, a cinque autorita’ di vigilanza. Spiccioli, dice Katasonov, rispetto alle dimensioni di quei colossi. Il danno, semmai, e’ d’immagine: chi ci assicura che altri trucchi contabili, non ancora scoperti, non possano far esplodere il sistema? Dal 17 ottobre si sa che la super-banca ha introdotto dei limiti sulle transazioni in contanti dei clienti e vietato bonifici internazionali. Altro freno: dal 17 novembre la Jp Morgan limitera’ le operazioni in contanti (inclusi depositi e ritiri) a soli 50.000 dollari al mese, e non permettera’ piu’ di inviare bonifici internazionali: qualora si superassero le soglie per il contante, saranno comminate penali. ‘Prima considerazione: queste misure metteranno in difficolta’ le piccole e medie imprese americane’, scrive Katasonov. ‘A molte aziende sara’ impedito di compiere tutte le piu’ importanti transazioni con l’estero. Sara’ un grattacapo anche pagare gli stipendi’. E alcuni giornalisti credono che sia solo l’inizio: le misure adottate dall’istituto, cosi come quelle degli altri ‘squali’ di Wall Street, colpiranno anche le grandi imprese. La lettera non contiene spiegazioni, limitandosi ad accennare ai ‘nuovi requisiti legali’ introdotti nel paese, cui la banca si adeguerebbe. ‘La domanda e’ spontanea: a quali ‘nuovi requisiti legali’ si fa riferimento, visto che non vi e’ stata nessuna nuova legge americana in questo ambito?’. Alcuni, continua Katasonov, sostengono che la banca stia cercando di controllare il deflusso di capitali dal paese. ‘Difficile da credere. Sino ad oggi gli Stati Uniti non hanno adottato misure in tal senso. Sono state preferite misure indirette. Per esempio la norma introdotta nel 2010, ‘Foreign Account Tax Compliance’, puo’ essere considerata come un modo per limitare l’esportazione di capitali riducendo la convenienza di investimenti all’estero da parte di aziende americane’. Misure che ‘si sono rivelate poco piu’ che inutili, semplici tasse addizionali per coloro che investono all’estero’. L’economista russo suggerisce due possibili spiegazioni. Prima ipotesi: le autorita’ hanno voluto impartire una lezione esemplare. ‘Se ci si scotta una volta, e’ difficile che ci si riprovi’. Di qui la lettera ‘piena di buoni propositi sull’antiriciclaggio, sulla prevenzione del terrorismo, sulla lotta alla corruzione limitando le transazioni in contanti’. Evidente: ‘Sono tutte trovate per rifarsi l’immagine, sperando che l’attenzione si sposti su altri istituti finanziari’. Ma Katasonov trova piu’ convincente la seconda spiegazione: ‘La banca si tiene pronta per fronteggiare una crisi‘ di proporzioni inaudite, come quando i clienti ”’ impauriti per la sorte del proprio conto corrente ”’ corrono allo sportello per prelevare i loro soldi. ‘E’ vero che la banca e’ la piu’ importante degli Stati Uniti, ma non sono sicuro che questo basterebbe a salvarla’, dice Katasonov. Il precedente di Lehman Brothers testimonia che non e’ sempre vera la formula del ‘troppo grande per fallire’, con l’implicito salvataggio pubblico per evitare il disastro dell’economia (solito schema: ai banchieri i profitti pregressi, ai contribuenti il costo del risanamento). La Morgan ‘ha imparato la lezione impartita a Cipro’, quando la Commissione Europea, il Fondo Monetario e la Bce hanno costretto le autorita’ di Nicosia a far pagare agli innocenti correntisti le ingenti perdite delle banche del paese. ‘Per salvare il sistema bancario dalla fuga di capitali, la banca centrale cipriota ha introdotto rigidi controlli sul prelievo in contanti e sul trasferimento all’estero di somme depositate sui conti correnti’. In attesa che analoghe misure vengano adottate anche negli Usa, in caso di grave crisi bancaria, e’ possibile che Jp Morgan stia giocando d’anticipo. ‘Quindi le limitazioni al prelievo, comunicate dall’istituto, potrebbero servire a prepararsi per il futuro. In questo caso ”’ conclude Katasonov ”’ Jp Morgan Chase starebbe agendo proprio come se avesse il presagio di una crisi bancaria imminente negli Stati Uniti’.

Collasso imminente del sistema bancario e rischio-Cipro anche per gli Usa? Non e’ ancora calato il sipario sul teatrino dell’innalzamento del tetto del debito pubblico, che gia’ i media americani rilanciano la notizia dello scandalo della Jp Morgan Chase, il colosso finanziario che detesta le Costituzioni antifasciste europee cosi piene di fastidiosi vincoli democratici. Attenzione: a vacillare ”’ mettendo in pericolo anche l’economia reale ”’ e’ la piu’ grande banca statunitense per patrimonio, la seconda al mondo dopo l’Hsbc, con attivi da 2,3 trilioni di dollari e filiali in 60 paesi: un americano su sei e’ suo cliente, annota l’economista russo Valentin Katasonov. A settembre, la super-banca ha patteggiato con le autorita’ britanniche e statunitensi, riconoscendo di aver commesso reati analoghi a quelli della Lehman Brothers, che occulto’ perdite per 50 miliardi ed esibi ricavi inesistenti per ingannare clienti, partner e autorita’ di vigilanza, fino a finire in bancarotta e far collassare Wall Street e il resto del mondo. Ora ci risiamo: il caso ‘London Whale’ rivela che la filiale inglese della Morgan ‘sopravvaluto’ il portafoglio crediti dei titoli derivati per nascondere 6,2 miliardi di dollari di perdite’. (continua)

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